È ufficiale, la Casa Bianca ha dichiarato che è intenzione del nuovo presidente Donald Trump di uscire dall’Accordo di Parigi per il clima. La notizia, pur scontata, rappresenta comunque un duro colpo all’impegno per combattere il climate change i cui effetti sono sempre più evidenti e non risparmiano neanche gli Stati Uniti. L’annuncio fa parte delle misure della nuova amministrazione per ridurre il costo dell’energia in America.
Peraltro gli Stati Uniti già godono di prezzi del kilowattora che in Europa ci sogniamo. Il costo per le famiglie di un kWh in dollari è pari a 0,179 contro 0,292 della Francia, 0,322 dell’Italia, 0,336 del Regno Unito e 0,378 della Germania (fonte globalpetrolprices.com). Per le imprese siamo a 0,152 per gli USA, a 0,168 per la Francia, 0,247 per la Germania, 0,309 per l’Italia e 0,418 per il Regno Unito.
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Gli Stati Uniti erano già usciti nel 2019
Per Trump non si tratta di una novità, già nel suo primo mandato portato gli Stati Uniti fuori dall’accordo nel 2019. Ora la sua politica in campo energetico, che pone il petrolio al centro dello sviluppo atteso, unita a una dichiarata idiosincrasia per gli accordi internazionali e il rispetto di regole che vengono da organismi internazionali ha portato alla decisione di sbattere di nuovo la porta.
La decisone di riportare uno dei maggiori paesi emettitori del mondo nell’ambito dell’impegno di decarbonizzazione era stato Joe Biden durante la sua Presidenza nel 2021.
Cos’è l’Accordo di Parigi e a cosa serve
L’Accordo di Parigi, firmato da 194 paesi e dall’UE durante la COP21 del 2015, ha l’obiettivo di limitare il riscaldamento globale al di sotto di 2°C e a portare avanti l’impegno per contenere l’incremento a 1,5°C al fine di evitare le conseguenze catastrofiche del cambiamento climatico. Nel 2024 per la prima volta la temperatura media globale del 2024 ha superato di oltre 1.5 gradi Celsius la media del periodo 1850-1900 secondo i dati dati provenienti dal Copernicus Climate Change Service (C3S), il servizio di monitoraggio climatico dell’Unione Europea.
Secondo il rapporto di IPCC, un riscaldamento medio globale di 1,5°C aumenta il rischio di ondate di calore e piogge intense. Ma siccome gli effetti sono differenti nelle diverse aree del globo alcune zone possono rischiare con un aumento di 2°C di non disporre più di terreni coltivabili, mentre lo scioglimento dei ghiacciai e il prosciugamento delle riserve di acqua fresca potranno portare insicurezza idrica a miliardi di persone.
L’Europa (per ora) va avanti
Il presidente dell’Eurogruppo Pascal Donohoe ha dichiarato, alla richiesta di un commento sulla decisione di Trump da parte della stampa, che la linea europea sugli impegni pro clima è “proseguirli per creare un nuovo pilastro per la crescita. Continueremo con le nostre ambizioni sulle politiche per il clima, che abbiamo concordato”.