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Mobilità elettrica

Calano le azioni delle big del litio in Cina, chi paga i costi

Troppa offerta e non abbastanza domanda sul mercato del litio colpisce le big company dell’estrazione cinesi. Non si arresta infatti il calo del prezzo del metallo chiave delle auto elettriche che costringe Ganfeng Lithium e Tianqi Lithium a rivedere i conti. Entrambe colpite da un risveglio amaro gli scorsi giorni con le azioni in rosso, le società hanno annunciato un calo dell’utile netto per il 2023 tra il 70% e l’80% la prima, e il 60% e il 70% la seconda.

A causa della diminuzione del prezzo del litio, infatti, entrambe le cinesi hanno registrato svalutazioni delle attività con conseguente riduzione dei profitti. E non sembra esserci la luce alla fine del tunnel. L’anno scorso la Cina ha infatti rappresentato circa il 60% delle vendite di veicoli elettrici (principale fonte di domanda di litio) a livello globale, ma quest’anno la crescita della domanda cinese sarà in calo del 10% secondo le previsioni di Fitch Ratings.

D’altro canto, Goldman Sachs ha stimato per quest’anno un surplus produttivo del litio a livello globale pari a circa il 17%. Cosa significherà questo per il mercato internazionale lo scopriremo nei prossimi mesi considerando che invece dall’altro lato del globo il piano d’azione UE spinge molto l’elettrico.

Una cosa è invece certa: a pagarne i costi non saranno solo le big del litio, ma continueranno ad essere anche ecosistemi e persone dati gli elevati danni ambientali e sociali che comporta l’estrazione di questo metallo.