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Manifesto dell'Abitare

ARX-ITECTURE: come l’interazione tra arte e architettura può migliorare gli spazi che abitiamo

Un modo nuovo di concepire l’arte nelle case. Non solo come manifesto espositivo, ma come strumento funzionale a elevare la qualità degli spazi, migliorandoli e permettendo relazioni inedite, tangibili e non, tra artisti, architetti, persone e luoghi. È questo ARX-ITECTURE, il progetto di arte e impresa ideato dall’architetto Silvia Galbiati e da Nicoletta Rusconi, collezionista, art dealer e art advisor, e raccontato nel secondo appuntamento della performance diffusa del Manifesto dell’Abitare, ospitato presso la Alberto Levi Gallery.

Dapprima focalizzandosi nell’arte tessile antica, la galleria di Alberto Levi ha fatto dei tappeti vere e proprie opere d’arte personalizzate e in dialogo con gli ambienti che li ospitano. Ha infatti seguito le grandi innovazioni del tappeto contemporaneo ed è diventato uno dei principali punti di riferimento per designer e artisti che per la creazione dei tappeti lavorano un’ampia gamma di materiali – dalla tradizionale lana e seta alle più innovative fibre d’ortica e seta di bambù – e propongono disegni spesso ispirati dai tappeti antichi della collezione della galleria in formati eseguiti su precisa richiesta del committente. Ed è proprio quest’ultimo al centro del movimento artistico-architettonico lanciato da ARX-ITECTURE che propone l’arte in funzione sia dell’architettura, ma soprattutto di chi vive la casa e abita gli spazi. “Attraverso il nostro modo di lavorare” raccontano Silvia Galbiati e Nicoletta Rusconi, “Va instaurandosi un rapporto intimo tra l’artista e il proprietario dell’abitazione che diventa creatore stesso del proprio spazio e che potrà abitare un luogo arricchito dagli stimoli creativi che ha ricevuto e avvalorato dalle relazioni e dagli scambi che è stato capace di istituire”.

Un movimento culturale perfettamente in linea con gli elementi cardine del Manifesto dell’Abitare il quale propone un ripensamento degli spazi architettonici in chiave sostenibile e si fa portatore di un nuovo modo di vedere il valore di un’abitazione, non solo legato ai metri quadrati che la compongono ma anche alla qualità delle relazioni che permette di instaurare.

“Mai come dopo il lockdown abbiamo compreso l’importanza che l’arte ha nel migliorare le nostre vite. L’arte ci emoziona, ci meraviglia, ci astrae dalla quotidianità. L’arte è fonte d’ispirazione, stimola riflessioni, ci fa sentire parte di qualcosa e ci rende più aperti alle relazioni, disponibili a condividere la bellezza che ammiriamo” ha dichiarato Monica Cuzzaniti, co-founder assieme ad Alessia Crivelli di Blend In, boutique di consulenza di comunicazione focalizzata sulle strategie di sostenibilità che promuove il Manifesto dell’Abitare. “L’arte è davvero un qualcosa di cui non possiamo fare a meno. Ci siamo accorti di quanto la bellezza sia terapeutica, di quanto riesca a rassicurarci, a darci speranza”.

Ed ecco che attraverso gli interventi di ARX-ITECTURE gli artisti entrano nelle case trasformando oggetti e proponendo soluzioni alternative. È il caso quindi del pavimento personalizzato di Flavio Favelli, del muro fatto di tasselli di marmo modificabili di Alberto Gianfreda che incita e permette attimi di gioco nel proprio quotidiano, o ancora la vernice che assorbe materiali del duo di artisti palermitani Genuardi/Ruta, i pannelli di Paolo Gonzato e i disegni di Federico Pepe capaci di far diventare anche quello del caffè un possibile momento di riflessione e bellezza più ampio.

Con il loro progetto, la Galbiati e la Rusconi auspicano una diffusione dell’arte contemporanea anche ai non addetti ai lavori, quasi un disegno educativo per espandere i benefici di questo tipo di visione e riuscire a trasmettere sia un nuovo modo di percepire gli spazi sia la funzionalità molteplice dell’arte.

E da questo punto di vista i possibili campi applicativi non riguardano solo le abitazioni private bensì anche gli spazi pubblici o coabitati come per esempio quelli aziendali, storicamente e nella maggior parte dei casi statici e impersonali. Un approccio di questo tipo permetterebbe di far evolvere ed elevare le possibilità di luoghi a volte privi di ispirazione e bellezza, nutrendoli e arricchendoli con ricadute e benefici a cascata. Interventi di questo tipo, infatti, possono essere molto stimolanti ed educativi per chi vive il luogo in cui si attuano, oltre che promuovere una visione del benessere estesa capace di migliorare la qualità della vita delle persone.