Per chi lavora in un settore ad alta intensità di capitale e hard to abate, integrare gli aspetti ESG nel proprio modello industriale di lungo termine è ormai una necessità. È il caso di Feralpi, azienda che opera nel settore siderurgico dal 1968. Conscia dell’importanza di coniugare la profittabilità con strategie industriali rispettose dell’ambiente e delle persone, Feralpi rendiconta ormai da 20 anni le performance non finanziarie in modo volontario e nel 2023 ha deciso di redigere per la prima volta un bilancio unificato, anticipando i futuri obblighi normativi introdotti dalla direttiva CSRD (Corporate Sustainability Reporting Directive).
Tra le azioni principali in ambito sostenibilità che il gruppo ha portato avanti, l’impegno a contribuire al cambiamento del settore siderurgico spingendo in particolare su decarbonizzazione e digitalizzazione, al fine di rafforzare il vantaggio competitivo e migliorare l’impatto ambientale. Feralpi ha anche puntato sull’innovazione nei processi produttivi dotandosi di tecnologie all’avanguardia e più ecologiche. Importanti anche i target di riduzione delle emissioni scope 1, 2 e 3, che rientrano nel core boundary del 50% entro il 2030.
In questa intervista, Isabella Manfredi, Chief Sustainability & Communications Officer, ripercorre tutte le tappe ESG più importanti del gruppo, evidenziando il suo contributo alla transizione del settore edilizio, alla spinta verso modelli produttivi basati sull’economia circolare, al maggiore ricorso alle rinnovabili e anche alla promozione di policy legate agli aspetti sociali e della governance.
Feralpi ha avviato da tempo un percorso di sostenibilità quali sono le vostre priorità?
Feralpi opera nel settore siderurgico, un comparto al centro di grandi sfide in termini di cambiamento climatico, rivoluzione digitale, benessere sociale, con un impatto economico importante sulle economie dei vari Paesi.
Consapevole di operare in un business ciclico, capital intensive e hard to abate, il gruppo ha adottato un approccio responsabile alle questioni sociali e ambientali, generando un impatto positivo sulla creazione di valore duraturo per gli stakeholder, integrando pertanto gli aspetti ESG (Environmental, Social, Governance) nella propria strategia di lungo termine che include la sostenibilità e l’innovazione nella produzione tra i pilastri su cui costruisce il proprio sviluppo industriale.
Il gruppo, infatti, fa leva sulla decarbonizzazione e sulla digitalizzazione per unire il rafforzamento del proprio vantaggio competitivo alla riduzione dell’impatto ambientale. Aumento dell’efficienza produttiva e del tasso di circolarità delle attività industriali e riduzione dell’intensità energetica, a vari livelli, sono le leve su cui il gruppo agisce per creare impatti positivi sull’efficienza del processo produttivo, sull’ambiente e le persone che lo vivono, sui clienti che trovano nell’acciaio di Feralpi più di un prodotto di qualità, ma una soluzione in linea con le dinamiche di mercato in cui la competitività è sincronica alla sostenibilità.
In uno scenario globale, che sembra unire policrisi e permacrisi, gli effetti del cambiamento climatico si sono manifestati con forza, rendendo sempre più urgente attivare misure volte al loro contrasto. È proprio in tale contesto che il gruppo ha rafforzato la propria convinzione della necessità di strutturare un modello di business capace non tanto di resistere alle discontinuità, ma soprattutto di conciliare la sua stessa continuità con il raggiungimento di obiettivi ambientali e sociali. È una visione che parte da lontano: i valori del fondatore Carlo Pasini – il cui motto “produrre e crescere nel rispetto dell’uomo e dell’ambiente” è quanto mai attuale – sono stati la base fondante dell’attività che trova narrazione anche nella rendicontazione.
Feralpi, infatti, rendiconta da 20 anni le proprie performance non finanziarie in modo volontario. E sempre volontariamente ha scelto di redigere per la prima volta, per l’esercizio 2023, un bilancio unificato, un documento che unisce le perfomance finanziarie e quelle di sostenibilità, per offrire una lettura completa e profonda della sua identità.
Ha pertanto voluto anticipare i futuri obblighi normativi introdotti dalla nuova Corporate Sustainability Reporting Directive nella convinzione che non c’è evoluzione senza visione.
Avete definito una scorecard con i principali obiettivi e KPI, che misurate e rendicontate. Quali target vi siete posti sotto il profilo ambientale?
In chiave ESG, il gruppo ha definito cinque punti focali. Si parte dal contribuire al cambiamento del settore siderurgico facendo leva sulla decarbonizzazione e sulla digitalizzazione per rafforzare il vantaggio competitivo e migliorare l’impatto ambientale, per poi arrivare a garantire la continuità del business incrementando la capacità dell’azienda di gestire le crisi e garantire agilità nei processi organizzativi, grazie a sistemi di gestione strutturati ed efficienti. Terzo: innovare per il futuro della produzione investendo costantemente in processi produttivi all’avanguardia e in soluzioni tecnologiche moderne e rispettose dell’ambiente, per garantire uno sviluppo industriale inclusivo e sostenibile. Altra colonna è il voler favorire la transizione ecologica interiorizzando le sfide sulla decarbonizzazione, impegnandosi nel processo di transizione ecologica ed energetica verso modelli a minor impatto. Infine, non certo per importanza, garantire la sicurezza e valorizzare le persone nella loro unicità: Feralpi crede in politiche e approcci volti a favorire un lavoro dignitoso. Porta avanti questo impegno in totale allineamento con l’International Labour Organization (ILO) che promuove l’occupazione, la garanzia dei diritti sul lavoro, l’ampliamento della protezione sociale e lo sviluppo del dialogo sociale. Sotto quest’egida, nel 2023 Feralpi ha definito la sua ESG Scorecard con l’obiettivo principale di rafforzare la solidità del proprio percorso di sostenibilità, monitorarne il progresso rispetto agli obiettivi stabiliti e rispondere alle esigenze di comunicazione verso i propri stakeholder. La ESG Scorecard è composta da 14 obiettivi i cui progressi ed eventuali aggiornamenti verranno valutati annualmente in linea con le evoluzioni della strategia e delle priorità industriali del gruppo.
Dal punto di vista ambientale, come Feralpi ci siamo posti l’obiettivo di ridurre le emissioni specifiche a effetto serra scope 1, 2 e 3 che rientrano nel core boundary del 50% entro il 2030 e di ridurre del 25% le restanti emissioni assolute a effetto serra scope 3 non core boundary. Feralpi è stata ufficialmente tra le prime aziende del settore siderurgico in Europa ad ottenere l’approvazione da parte dell’ente internazionale SBTi (Science Based Targets Initiative) degli obiettivi 2030 di riduzione delle emissioni di CO2 e degli altri gas climalteranti.
Per un’azienda di un settore “hard to abate” come quello siderurgico l’obiettivo net zero è un’ambizione raggiungibile?
È un obiettivo raggiungibile, ma su un orizzonte temporale lungo, forse più di quanto l’Europa chiede. Il fattore tecnologico è ancora quello dominante poiché è solo attraverso una neutralità tecnologica che il settore dell’acciaio, così come tante altre filiere industriali, potrà tagliare quel traguardo. Ad oggi non è possibile avere un impatto nullo, ma è possibile fare moltissimo per raggiungerlo.
Certo, come siderurgia da forno elettrico partiamo avvantaggiati rispetto alla tecnologia di produzione di acciaio dal minerale (gli altiforni) perché noi recuperiamo rottami ferrosi. Molti non sanno che il recupero del rottame è tra le più grandi macchine di economia circolare al mondo e che l’Italia, che produce l’85% del suo acciaio con l’elettrosiderurgia, è al primo gradino del podio a livello mondiale.
Tornando a noi, nel caso di Feralpi, si punta alla neutralità carbonica nel 2050. Per la lotta al cambiamento climatico sono stati definiti obiettivi e stilato un piano strategico ricco di investimenti straordinari e azioni concrete per guidare la siderurgia all’abbattimento delle emissioni di gas serra, per contribuire in maniera cruciale alla lotta al cambiamento climatico.
Al fine di poter raggiungere gli impegni stabiliti, Feralpi ha definito un piano di decarbonizzazione che incorpora diverse leve. Tra queste, l’utilizzo di energia da fonte rinnovabile, attraverso l’autoproduzione e l’acquisto di elettricità verde, di biometano e di idrogeno e l’approvvigionamento di materie prime derivanti da recupero e con una sempre minore impronta carbonica e un crescente ricorso al treno come vettore di trasporto delle merci. Sono inoltre in fase di implementazione importanti investimenti impiantistici per elettrificare, dove possibile, il ciclo produttivo ed a migliorarne l’efficienza.
Nel campo della circolarità, faccio due esempi, ma ce ne sarebbero diversi: Feralpi è stata la prima azienda in Italia a sperimentare, e successivamente introdurre stabilmente, i tecnopolimeri provenienti dalla plastica a fine vita nell’ambito del processo produttivo. Un rifiuto, in tutto e per tutto, proveniente da un ambito, quello delle plastiche, sempre più sensibile a ogni latitudine, è stato insufflato nel processo di fusione in sostituzione di carbone e antracite (risorse fossili). Risultato: decarbonizzazione e recupero sinergico di un rifiuto, con vantaggi generali sia sul processo che sul fronte ambientale. L’altro esempio riguarda la scoria nera: è il principale rifiuto di un’acciaieria ed è stato possibile recuperarla totalmente. Dopo essere sottoposta a opportuna lavorazione, la scoria nera diviene un sottoprodotto (by-product) e può trovare applicazione in sottofondi stradali, conglomerati cementizi, divenendo un sostituto dell’inerte naturale che, in precedenza, doveva essere eroso dalla natura. Sono semplici esempi di una proattività, peraltro consolidata, in materia di circolarità.
Producete oltre due milioni di tonnellate annue di acciai per l’edilizia e di acciai speciali. Quanto è importante per le imprese edili o della meccanica scegliere un acciaio più green?
Il contesto di mercato evidenzia l’esigenza di avere un solido percorso di decarbonizzazione che presenta peculiarità a seconda che si tratti del business dell’edilizia o delle specialties per la meccanica. Nell’edilizia, fino a oggi, i clienti del settore costruzioni hanno manifestato interesse verso l’intensità emissiva specifica dei prodotti, chiedendo le certificazioni EPD (Environmental Product Declaration) dei loro fornitori. In futuro, saranno avvantaggiati gli operatori con le emissioni più basse e, in questo contesto, avere un’offerta “verde” diventerà una “licenza” per operare. C’è poi da considerare che, guardando alle grandi opere infrastrutturali, offrire un acciaio a basse emissioni significa di fatto contribuire positivamente al rispetto del carbon budget cui i general contractor sono spesso vincolati. Alcuni governi hanno già iniziato a imporre determinati requisiti nell’ambito degli appalti pubblici, anche perché, diversamente, non potrebbero essere attendibili davanti ai cittadini a cui vengono richiesti comportamenti responsabili. Non solo: il legislatore europeo e il settore finanziario sono sempre più attenti a come le aziende valutano e affrontano le tematiche ESG lungo le filiere produttive. Le imprese sono spinte ad alzare il livello di attenzione sugli impatti ambientali e sociali lungo la propria supply chain, arrivando fino alle attività estrattive. E nel caso delle filiere industriali passando molto spesso “attraverso l’acciaio”.
Ad oggi EPD e carbon footprint, sia di prodotto sia di organizzazione, costituiscono i titoli di misurazione e di valutazione, meglio ancora se convalidati da enti terzi. Feralpi, anche in questo caso, può fornire entrambi. E sempre più spesso la tracciabilità dei dati, la trasparenza e completezza dell’informazione fanno la differenza.
Di certo c’è che la siderurgia, come molti settori, si prepara a cambiamenti importanti. Con l’introduzione della CSRD e della CSDDD, non solo le aziende ma anche le rispettive catene del valore – e sono tantissime quelle legate all’acciaio – dovranno adeguarsi a modelli maggiormente sostenibili. Di fatto, cambiano le regole, si genera e si chiede trasparenza.
Il mercato a valle sta muovendo i primi passi e confidiamo sul fatto che una crescente maturità porti a valorizzare sempre più prodotti e processi a minore impatto se vogliamo avere, per esempio, infrastrutture e mezzi di trasporto più sostenibili.
Nel nostro caso, come ulteriore testimonianza dell’impegno verso la sostenibilità e della sua profonda integrazione con le attività e il business aziendale, abbiamo presento per la prima volta la reportistica annuale attraverso un approccio integrato, per unire la rendicontazione delle performance finanziarie con la comunicazione delle informazioni ambientali, sociali e di governance.
Rinnovabili e idrogeno sono per voi già due realtà che utilizzate o rappresentano direzioni di sviluppo?
Produrre un acciaio ambientalmente responsabile significa innovare e rinnovare continuamente l’intera filiera con soluzioni che senza dubbio aumentino l’apporto di energie rinnovabili in concerto con la crescita dell’efficienza energetica dei processi. Sotto il profilo delle energie rinnovabili, il gruppo sta investendo molto per aumentare la quota di rinnovabili. In Italia, la tecnologia su cui investiamo maggiormente è quella del fotovoltaico e guardiamo con favore lo sviluppo del biogas. In Germania, dove siamo presenti con un grande stabilimento produttivo in Sassonia, puntiamo invece più all’eolico e, per ora ancora in misura potenziale, all’idrogeno. Con Feralpi Stahl, la nostra controllata tedesca, abbiamo aderito nel 2022 all’Alleanza per l’Energia e l’Idrogeno nell’Arco Industriale di Meissen (EWI), con l’obiettivo di rendere l’idrogeno utilizzabile come vettore energetico in sostituzione del metano.
Quali progetti di circular economy avete implementato?
Partiamo col dire che l’acciaio prodotto da Feralpi è costituito per il 98,6% da materiale riciclato. E questo già definisce la nostra produzione come simbolo di circolarità. Per quanto riguarda altri processi interni, in precedenza abbiamo menzionato il recupero della scoria nera e della scoria bianca, tra i principali e oramai più consolidati in tutte le aziende di settore e che possono dare origine a nuovi materiali edili come pavimentazioni e manufatti cementizi, come possono essere i ben noti new jersey che troviamo lungo le nostre strade, e non solo.
Non meno importante è il recupero di calore, per il quale abbiamo adottato tre differenti tecnologie in altrettanti stabilimenti (Lonato del Garda, Calvisano e Riesa), e che evita la dispersione in atmosfera. Dalla scaglia di laminazione dell’acciaio deriva il Green Iron, che è il nostro sottoprodotto venduto esternamente per la produzione di contrappesi e cemento. Il recupero delle polveri da abbattimento fumi provenienti dal processo di fusione vengono recuperati da impianti esterni, mentre le ferroleghe recuperate rientrano nel ciclo produttivo al pari dei refrattari esausti che provengono dalla demolizione delle siviere.
Siete impegnati anche sulle tematiche sociali. In particolare la sicurezza dei lavoratori e la promozione della diversità, con l’industria dell’acciaio che rimane quasi totalmente ad appannaggio maschile. Quali tendenze riscontate?
La sicurezza delle persone rimane un pilastro fondamentale, non solo della strategia di sostenibilità dell’azienda. Abbiamo il dovere di garantire alle nostre persone il miglior stato di salute e benessere possibile al termine di una giornata lavorativa. In questo senso, le attività interne all’azienda hanno di molto accelerato sul fronte della promozione della salute e del benessere: dal 2012 Feralpi Group aderisce alla rete Workplace Health Promotion, adottando oltre 40 buone pratiche nell’arco degli ultimi 12 anni. In particolare, nell’ultimo anno, le attività si sono concentrate sul tema della prevenzione, coinvolgendo il personale interno in appuntamenti e sedute dedicate presso le strutture clinico-ospedaliere o all’interno dell’infermeria aziendale.
Alla promozione della salute, c’è poi la volontà di promuovere valori come l’inclusione puntando su un approccio culturale e positivo nell’ambito della valorizzazione delle diversità. Sappiamo bene quanto un luogo di lavoro positivo e inclusivo possa essere determinante nel traguardare gli obiettivi aziendali. In questo contesto, abbiamo lavorato per poter accogliere anche personale femminile nei reparti produttivi, quelli che – una volta – erano esclusivamente a composizione maschile. Oggi vedere una donna in un pulpito di acciaieria non è più una cosa straordinaria, quanto meno per noi. Questo perché a fare la differenza non sono i muscoli, bensì le competenze. Lo ripetiamo spesso: il talento non ha genere.
In tal senso, il futuro è dei giovani. Feralpi ha aderito a diversi progetti che guardano con favore la promozione di materie STEM, in particolare tra le nuove generazioni e, in particolare, nei confronti delle giovani ragazze. Anche in questo caso promuoviamo una nuova cultura che punta a evidenziare quante opportunità possa generare una siderurgia sempre più moderna, digitalizzata, sicura e votata a un cambiamento verso modelli sempre più sostenibili.
E come governance quali sono i presidi della sostenibilità del gruppo?
La governance di sostenibilità si è rafforzata nel 2021 per creare valore condiviso a lungo termine con gli stakeholder, per adattarsi alla crescente richiesta di trasparenza sulle pratiche sostenibili e socialmente responsabili in considerazione delle metriche ESG sulle performance finanziarie. Tra i cambiamenti più importanti rientra la creazione del Comitato Manageriale di Sostenibilità, nominato dal CdA, e che si compone di membri interni all’azienda e componenti esterni. Questo è importante perché crediamo che contributi autorevoli non strettamente legati alla nostra realtà possano essere da stimolo e contribuire alla crescita del gruppo, internalizzando competenze ed esperienza sui temi ESG che il comitato contribuisce a integrare nella mission aziendale e creando connessioni e relazioni capaci di generare nuove opportunità di miglioramento. Il comitato ha il compito di assistere il CdA con funzioni di natura propositiva e consultiva, in relazione al miglioramento delle performance (l’integrazione della sostenibilità consente di ottenere performance ESG migliori), all’integrazione dei processi, all’attivazione legata alle nuove normative e alle richieste del mercato.
Ciò, definisce la gestione a livello corporate. Ci sono poi delle specificità sia sul fronte ambientale – con una gestione che viene affidata ai singoli stabilimenti, con il coinvolgimento dei direttori di stabilimento, i responsabili dei sistemi di gestione, l’Unita di Transizione Ecologica ed Energetica (UTEE), il Group HSE Manager e la Direzione Relazioni Esterne e Sostenibilità – che sul fronte sociale, con il dipartimento Risorse Umane, la funzione HSE per la Sicurezza e la Direzione Relazioni Esterne e Sostenibilità per il benessere dell’individuo, i diritti umani, la Diversity & Inclusion e la gestione delle relazioni con il territorio e con gli stakeholder chiave.