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Rischi climatici

BCE: lotta al cambiamento climatico e all’inflazione devono andare di pari passo

L’attuale crisi energetica ha fatto schizzare alle stelle i prezzi del gas e dell’elettricità e ha messo in evidenza le potenziali sfide e opportunità della transizione verde. Questo significa che la transizione verde deve aspettare che la crisi attuale sia risolta? La risposta, secondo gli analisti della BCE, è decisamente no. “L’umanità deve agire oggi per mitigare gli effetti devastanti del cambiamento climatico e quanto prima avverrà la transizione verde, tanto minori saranno i costi finali. Per le banche centrali di tutto il mondo, la lotta al cambiamento climatico e la lotta all’inflazione possono andare di pari passo”, si legge nel blog della BCE.

L’aumento inaspettatamente forte dei prezzi dei combustibili fossili, in particolare dopo l’invasione russa dell’Ucraina, ha generato una notevole incertezza. In particolare, gli esperti della BCE sottolineano come i prezzi elevati dell’energia abbiano intaccato il reddito reale delle famiglie e la redditività delle imprese, rendendo difficili gli investimenti in tecnologie e attività a bassa emissione di carbonio. I governi europei hanno fornito sussidi sostanziali alle imprese e alle famiglie per attutire l’impatto dell’aumento dei prezzi dell’energia e, allo stesso tempo, si sono dati da fare per garantire le forniture energetiche, effettuando ingenti investimenti nelle infrastrutture per i combustibili fossili. Ciò include la riapertura di impianti a carbone dismessi e la costruzione di terminali per il gas naturale liquefatto.

Rispetto al tema del ritorno ai combustibili fossili, la BCE ritiene che “queste azioni rischiano di ostacolare la transizione verde”. Le nuove infrastrutture per i combustibili fossili, infatti, possono rafforzare la dipendenza dai combustibili ad alta intensità di carbonio e bloccarne l’uso.

“Gli ampi sussidi ai prezzi dell’energia mascherano i segnali di prezzo dati dai prezzi relativamente più cari dei combustibili fossili rispetto ad altri prodotti, tra cui l’energia pulita. Eppure, queste variazioni di prezzo relative sono necessarie per incentivare un minor consumo di combustibili fossili, cambiamenti comportamentali e maggiori investimenti in tecnologie verdi. I sussidi energetici su larga scala rischiano inoltre di gravare sulle finanze pubbliche. Il sostegno del governo deve invece essere temporaneo e più mirato alle famiglie vulnerabili e alle piccole imprese, preservando i segnali di prezzo relativi”, si legge nel blog della BCE.

Accelerare la transizione verso un’economia verde

Comunque, secondo gli analisti della BCE, la situazione attuale offre anche opportunità per accelerare la transizione verde. La carenza di energia ha evidenziato l’urgente necessità di ridurre la dipendenza dai combustibili fossili e di promuovere l’efficienza energetica. Le proposte politiche avanzate di recente, come RePowerEU, anche se non sufficienti, vanno nella giusta direzione. Tuttavia, la BCE sottolinea come restino però le sfide legate alla loro attuazione.

Secondo la più importante banca europea, nel medio termine, una volta che la pressione sui prezzi dei combustibili fossili si sarà attenuata, i governi dovrebbero valutare in modo più efficace gli effetti negativi del carbonio. Impegnarsi già oggi per un futuro aumento graduale e prevedibile delle tasse sul carbonio consentirebbe alle famiglie e alle imprese di prepararsi per tempo. Inoltre, la determinazione del prezzo del carbonio costituirebbe un incentivo per indirizzare i flussi finanziari verso le fonti energetiche verdi e la produzione a basse emissioni di carbonio e offrirebbe ai governi entrate per sostenere questi investimenti. “La transizione verde è in definitiva una questione di trasformazione strutturale. Non può avvenire senza investimenti verdi”, si legge ancora sul blog.

Stabilità dei prezzi e transizione verde

Secondo la BCE, l’avanzamento della transizione verde non è necessariamente in contrasto con la stabilità dei prezzi. Le graduali variazioni dei prezzi relativi causate dalle imposte sul carbonio non comportano inevitabilmente un aumento dell’inflazione complessiva. Questo è particolarmente vero se accompagnato da progressi tecnologici verdi e da una maggiore efficienza energetica.

Detto questo, la BCE evidenzia che l’impatto complessivo della transizione verde sull’inflazione è molto incerto e dipende da diversi fattori, tra cui le azioni climatiche intraprese e le risposte politiche date.

L’aumento della quota di energie rinnovabili può ridurre i prezzi totali dell’energia nel lungo periodo, sostenendo al contempo la sicurezza energetica. “Il prezzo dell’energia eolica e solare è crollato negli ultimi dieci anni grazie ai miglioramenti tecnologici e alle economie di scala ed è ora sostanzialmente più economico dei combustibili fossili”, spiega la BCE. L’UE mira ad aumentare la quota di energie rinnovabili: ad esempio, secondo REPowerEU, entro il 2030 le rinnovabili dovrebbero rappresentare il 45% del consumo finale lordo di energia. “Ciò contribuirà a smaltire la recente impennata dei prezzi dell’energia e a ridurre l’influenza negativa dei combustibili fossili sulla volatilità dell’inflazione nel lungo periodo”, proseguono gli analisti.

I prezzi dei combustibili fossili spingono l’inflazione

Fonte: Eurostat e BCE.

Allo stesso modo, la BCE sottolinea che un contesto di stabilità dei prezzi è importante per la transizione verde: “ancorare le aspettative di inflazione a lungo termine all’obiettivo della banca centrale aiuta a contenere i costi di finanziamento a lungo termine e favorisce gli investimenti nelle tecnologie verdi nel lungo periodo”.

Per contro, il mancato avanzamento della transizione verde comporta rischi per la stabilità dei prezzi: “eventi climatici estremi come siccità o inondazioni possono danneggiare le infrastrutture, devastare i raccolti e interrompere le catene di approvvigionamento. Tutto ciò può influire sui prezzi dei prodotti chiave e aumentare la volatilità dell’inflazione”.

Gli esperti della BCE avvertono che questi impatti saranno amplificati se non si raggiungeranno gli obiettivi dell’Accordo sul clima di Parigi, ovvero limitare il riscaldamento globale a 2°C e impegnarsi per mantenerlo al di sotto di 1,5°C.

Il governo deve guidare la transizione verde

La responsabilità principale di guidare la transizione verde spetta ai governi, in particolare, secondo la BCE, attraverso una corretta tariffazione degli effetti negativi del carbonio. Ma hanno anche gli strumenti per smantellare le barriere normative che attualmente ostacolano la diffusione delle energie rinnovabili e per catalizzare l’innovazione e gli investimenti nelle tecnologie verdi.

Nell’ambito del suo mandato, la BCE si impegna a tenere conto dei cambiamenti climatici per sostenere la transizione verde e per ridurre i rischi per la stabilità dei prezzi nel lungo periodo.

“Una transizione verde ben pianificata va di pari passo con la sicurezza energetica e può anche contribuire alla stabilità dei prezzi in Europa. È il momento di raddoppiare i nostri sforzi collettivi e di accelerare il percorso di decarbonizzazione“, si legge a conclusione dell’analisi degli esperti della BCE.