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Marandola (AIDP): come valorizzare le persone aiuta la sostenibilità

In un momento storico in cui le organizzazioni sono chiamate ad affrontare sfide sempre più complesse legate alla sostenibilità, alla digitalizzazione e al benessere dei dipendenti, la gestione delle risorse umane assume un ruolo centrale e strategico. E infatti, chi si occupa della gestione del personale non parla più soltanto di “capitale umano”, ma guarda alle persone come pilastri fondamentali per l’innovazione e la crescita aziendale.

Da questo punto di vista, se è ormai assodato da tempo che una gestione lungimirante e valorizzante del personale porti a un miglioramento delle performance aziendali, va sempre più delineandosi anche la convinzione che la figura dell’HR possa avere un ruolo rilevante nell’affrontare alcune delle sfide attuali del mondo del lavoro come il raggiungimento di un equilibrio tra vita professionale e personale, sempre più richiesto dai dipendenti, e della parità di genere.

Ma non solo, per raggiungere gli obiettivi di sostenibilità è importante che le organizzazioni possano contare su figure interne competenti, in grado di saper affrontare i cambiamenti in atto. Non a caso, come evidenzia Matilde Marandola, Presidente Nazionale AIDP – Associazione Italiana per la Direzione del Personale, in questa intervista a ESGnews, “i profili professionali più ricercati per implementare i cambiamenti richiesti dal nuovo modello sostenibile si concentrano principalmente su settori chiave della transizione. Sicuramente si sente sempre più spesso parlare di Sustainability Manager e Specialista ESG, professionisti dei criteri ESG la cui attività si basa sul rendere le scelte e i progetti delle organizzazioni più in linea con i criteri della sostenibilità”.

Al contempo, sviluppare le giuste competenze per essere in grado di scegliere le persone giuste è la sfida di chi si occupa della direzione del personale per fare in modo che anche gli attuali HR manager possano mettersi in prima linea e diventare promotori della sostenibilità.

Il capitale umano rappresenta una leva strategica sempre più importante. Come si può sviluppare un modello di gestione del personale in grado di valorizzarlo pienamente?

Più che di capitale umano preferirei parlare di persone e di valorizzazione del potenziale di ogni individuo nel contesto organizzativo. Credo che la leva strategica risieda nell’ascolto e nell’osservazione accorta delle persone nei nostri contesti organizzativi: capire cosa motiva e stimola realmente chi lavora con noi può essere la chiave di volta per incrementare il commitment e il coinvolgimento.

In quale modo la crescente rilevanza dei criteri ESG (ambientali, sociali e di governance) ha influenzato l’organizzazione della forza lavoro?

Sicuramente l’introduzione dello smart working è l’esempio più lampante di come la sensibilità ai criteri ESG sia aumentata, ma non solo! Anche tutte le sperimentazioni in merito alla settimana corta e alla flessibilità oraria rappresentano l’impatto che gli obiettivi ESG stanno avendo sulla nostra vita professionale. Sono certa che sia necessario sperimentare e lavorare ancora per giungere a delle nuove soluzioni in grado di rendere la vita professionale di tutti noi più agile e sostenibile.

Quali vantaggi in termini di crescita e risultati aziendali si possono ottenere da una gestione strategica e lungimirante delle risorse umane?

Di certo un aumento esponenziale dell’engagement e della motivazione delle persone in azienda, ma anche un miglioramento della cultura dell’errore e di conseguenza del clima aziendale a 360°. Non trascurerei, inoltre, la ricaduta in termini di produttività e raggiungimento degli obiettivi che una gestione veramente orientata alle persone nel contesto organizzativo può avere. Ovviamente, non si tratta di un processo semplice o lineare ma è sicuramente il traguardo a cui noi tutti dobbiamo aspirare.

Quali sono i profili professionali più ricercati per implementare i cambiamenti richiesti dal nuovo modello sostenibile?

I profili professionali più ricercati per implementare i cambiamenti richiesti dal nuovo modello sostenibile si concentrano principalmente su settori come energia rinnovabile, economia circolare, riduzione dell’impatto ambientale e innovazione tecnologica. Sicuramente si sente sempre più spesso parlare di Sustainability Manager e Specialista ESG, professionisti dei criteri ESG la cui attività si basa sul rendere le scelte e i progetti delle organizzazioni più in linea con i criteri della sostenibilità. Inoltre, dal mio punto di vista, la questione non riguarda solo i nuovi profili professionali, ma anche le competenze che gli attuali HR manager possono sviluppare per diventare promotori della sostenibilità.

Osservando i dati sulla diversity, emerge che, sebbene l’Italia sia tra i primi Paesi per la presenza femminile nei Consigli di amministrazione, risulta ancora indietro nel top management. Quali tendenze riscontra dalla sua visuale e come migliorare la parità di genere ai vertici aziendali?

Ritengo che le competenze, così come il potenziale e la professionalità, non abbiano genere e in generale nessun tipo di orientamento. Credo si stia andando nella direzione giusta, ma c’è ancora molto su cui lavorare. Inoltre, processi di selezione e di carriera accurati e sinceramente orientati alla valorizzazione del potenziale e delle competenze possono essere una valida strategia per favorire “la persona giusta al posto giusto” indipendentemente dal genere.

Retribuzioni più elevate e un miglior equilibrio tra vita professionale e personale. Come trovare il giusto equilibrio tra queste due principali esigenze dei dipendenti?

Di certo il lavoro ibrido e lo smart working sono soluzioni interessanti, come anche la grande quantità di benefitche le organizzazioni possono offrire come affiancamento alla retribuzione. Credo sia fondamentale partire “dalle basi” ossia promuovere una cultura organizzativa orientata al benessere, per favorire all’interno delle aziende scelte realmente rivolte alla valorizzazione delle persone per far sì che tutti si sentano liberi e supportati nel conciliare vita privata e vita lavorativa.

Come AIDP come state accompagnando questa trasformazione?

Come AIDP promuoviamo eventi orientati alla diffusione di temi quali D&I, la generazione di valore, le persone a 360°, la tecnologia e l’AI. Tutti argomenti che credo concorrano fortemente alla creazione di un clima positivo e aperto al cambiamentonoltre, puntiamo moltissimo sui giovani, che considero i veri “promotori di rivoluzione” nel mondo del lavoro. Dopotutto, i lavoratori del futuro dovranno sentirsi motivati ed ingaggiati, quindi, quale soluzione migliore se non quella di coinvolgere attivamente i giovani nelle scelte e nei dibattiti in merito alla nostra vita professionale?