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Regolamentazione UE

La Commissione propone un organismo per uniformare le norme etiche dell’UE

Come annunciato all’inizio del mandato dalla presidente von der Leyen e a seguito di consultazioni informali con le altre istituzioni, la Commissione europea ha adottato una proposta per la creazione di un organismo interistituzionale per le questioni di etica (l’Ethics Body) che riguarderà i membri delle istituzioni dell’UE.

Quadri solidi in materia di etica e trasparenza sono un elemento essenziale di una buona governance e contribuiscono, tra l’altro, a prevenire la corruzione e le interferenze indebite nel processo democratico. La proposta della Commissione fa parte del più ampio insieme di azioni volte a promuovere l’integrità e a difendere il sistema democratico dell’Unione e lo Stato di diritto.

Con la creazione di questo organismo saranno stabilite, per la prima volta, norme comuni per la condotta etica dei membri e un meccanismo formale per il coordinamento e lo scambio di opinioni sui requisiti di ordine etico tra le istituzioni. Grazie a questi cambiamenti, i politici dell’UE saranno soggetti a norme comuni, chiare, trasparenti e comprensibili.

“La democrazia può prosperare solo se i cittadini hanno fiducia nelle loro istituzioni. Non sempre i cittadini europei sono in grado di distinguere se uno scandalo ha avuto origine in un’istituzione o in un’altra. Pertanto, se vogliamo conservare la nostra credibilità ai loro occhi, dobbiamo essere tutti soggetti a norme etiche comuni. Le gravissime accuse emerse negli ultimi mesi mi hanno dato l’opportunità di fare qualcosa di giusto in un momento problematico. Invito pertanto i nostri partner presso il Parlamento europeo, il Consiglio e le altre istituzioni a sostenere senza indugi la proposta di creazione di un organismo etico. Dobbiamo sviluppare e applicare norme comuni chiare, comprensibili e trasparenti per tutte le istituzioni europee”, ha commentato Věra Jourová, vicepresidente per i Valori e la trasparenza della Commissione UE.

Le norme riguarderanno diverse questioni:

  • L’accettazione di doni, ospitalità e viaggi offerti da terzi: le norme si applicheranno anche all’accettazione di riconoscimenti, decorazioni, premi o onorificenze;
  • Le misure di condizionalità e trasparenza, in particolare per le riunioni con i rappresentanti di interessi: grazie al registro per la trasparenza la Commissione, il Parlamento europeo e il Consiglio dispongono già di norme comuni per quanto riguarda le riunioni con i rappresentanti di interessi e la loro divulgazione. Le norme saranno ampliate per includere, ad esempio, l’accesso ai locali delle istituzioni;
  • Gli interessi e i beni da dichiarare, stabilendone le categorie e le procedure da applicare per la verifica di tali dichiarazioni;
  • Le attività collaterali o esterne, al fine di garantire che la disponibilità e l’indipendenza dei membri non siano compromesse;
  • Le attività post-mandato degli ex membri, stabilendone le condizioni e i requisiti di trasparenza;
  • L’attuazione del quadro comune, anche per quanto riguarda il monitoraggio della conformità e il seguito da dare in caso di violazioni all’interno di ciascuna istituzione, compresi eventuali casi di molestie e sanzioni;
  • La disponibilità delle informazioni: ogni istituzione dovrà rendere pubbliche le modalità di applicazione delle norme.

Mentre i trattati stabiliscono le norme e i principi di condotta in via generale, la maggior parte delle istituzioni ne specifica i dettagli nei rispettivi regolamenti interni o codici di condotta. Ciò ha determinato una frammentazione tra i quadri etici delle istituzioni, con norme complesse ed eterogenee. Sebbene alcune differenze possano essere spiegate dai ruoli specifici di ciascuna istituzione e dalla varietà di rischi inerenti ai diversi compiti, è emersa chiaramente la necessità di perseguire una cultura etica comune, attraverso standard elevati comuni e la cooperazione tra le istituzioni. Una volta istituito, l’organismo per le questioni di etica colmerà questa lacuna fornendo norme etiche comuni e chiare per le istituzioni dell’UE.

I compiti dell’organismo

L’organismo dovrà in primis elaborare le norme minime comuni sull’etica applicabili ai membri delle istituzioni e degli organi dell’UE che vi aderiscono, nonché aggiornarle se necessario. Le norme fungeranno da base minima e ciascuna istituzione rimarrà libera di applicare un regolamento interno ancora più rigoroso, ma non di limitare le norme comuni.

In secondo luogo, l’organismo dovrà garantire lo scambio di opinioni sul regolamento interno di ciascuna istituzione alla luce delle norme, per consentire loro di apprendere e trarre vantaggio dall’esperienza altrui.

L’Ethics Body, inoltre, dovrà promuovere una cultura etica comune a tutti i membri delle istituzioni dell’UE, facilitando la comprensione del quadro sia all’interno che all’esterno delle istituzioni. La trasparenza verrà estesa anche all’applicazione di tali norme nelle istituzioni.

Tutto ciò avverrà in modo chiaro e accessibile al pubblico. Altri organi, uffici e agenzie dell’Unione avranno la possibilità di applicare volontariamente l’intera serie di norme comuni e di partecipare agli scambi di opinioni.

Il nuovo organismo etico non si occuperà di indagini individuali e non interferirà né limiterà in alcun modo le indagini di organismi esistenti e ben consolidati. Ai sensi dei trattati, tale responsabilità spetta alla Procura europea (EPPO) e alle autorità di polizia e giudiziarie nazionali, per i casi penali che ledono gli interessi finanziari dell’Unione; all’Ufficio europeo per la lotta antifrode (OLAF), per irregolarità e violazioni degli obblighi professionali, al Mediatore europeo per i casi di cattiva amministrazione e a ciascuna istituzione in caso di violazione delle rispettive norme.

Prossime tappe

La Commissione convocherà tutte le istituzioni e gli organi consultivi a una riunione, il 3 luglio a Bruxelles, per avviare il dialogo e i negoziati a livello interistituzionale.

La Commissione ha adottato la proposta di accordo tra le istituzioni e i due organi consultivi di cui all’articolo 13 del trattato sull’Unione europea (TUE). La proposta sarà pertanto trasmessa al Parlamento europeo, al Consiglio europeo, al Consiglio, alla Corte di giustizia dell’Unione europea, alla BCE, alla Corte dei conti europea, al Comitato economico e sociale e al Comitato delle regioni. Su richiesta, anche la Banca europea per gli investimenti o altri organi potranno aderire all’accordo dopo la sua entrata in vigore.