Intesa Sanpaolo rafforza il proprio sostegno alla ricerca universitaria nell’ambito del PNRR. L’istituto bancario è socio fondatore di quattro nuovi centri nazionali che svilupperanno nuove tecnologie in ambito big data, mobilità sostenibile, agritech e terapie geniche, al fine di favorire una transizione sostenibile, green e digitale in linea con l’agenda strategica per la ricerca dell’Unione Europea e con la quarta Missione del PNRR che finanzia i nuovi centri con 1,6 miliardi di euro. Alla guida dei progetti vi sono il Tecnopolo di Bologna insieme all’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare INFN, il Politecnico di Milano, la Federico II di Napoli e l’Università degli Studi di Padova.
L’intento di Intesa Sanpaolo è accelerare l’attività in sinergia con il settore pubblico, per promuovere l’innovazione e la diffusione delle tecnologie, favorendo la condivisione di percorsi e progetti tra università, enti di ricerca, imprese e startup.
L’obiettivo è innalzare il potenziale di crescita del sistema economico italiano, attraverso un significativo aumento degli investimenti in Ricerca & Sviluppo e favorendo il trasferimento tecnologico tra università e imprese. I nuovi centri nazionali potranno contribuire a ridurre o annullare i ritardi dell’Italia sul fronte dell’innovazione.
Secondo un’analisi della Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo, infatti, nonostante i progressi degli ultimi anni, l’Italia mantiene un ritardo in termini sia di spese in Ricerca & Sviluppo nei confronti degli altri paesi europei, la Germania in particolare, che di interazione tra mondo accademico e produttivo; la percentuale in Italia di imprese manifatturiere che collaborano con le università infatti è oggi all’8%, nettamente inferiore a quella tedesca del 18%.
I quattro centri
In particolare, i centri sono i seguenti: il Centro Nazionale HPC, Big Data e Quantum Computing, con sede a Bologna presso il Tecnopolo, guidato dall’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare INFN insieme ai sistemi di supercalcolo di ECMW, CINECA, si rivolge alle tecnologie emergenti, comprese quelle per la computazione quantistica per mantenere e potenziare l’infrastruttura nazionale HPC e Big Data; il Centro Nazionale Mobilità Sostenibile con sede a Milano, guidato dal Politecnico di Milano, per le soluzioni in tema di mobilità inclusiva, sostenibile e decarbonizzata su larga scala, agisce come catalizzatore dell’innovazione integrata con le iniziative a livello italiano ed europeo; il Centro Nazionale Tecnologie dell’agricoltura (Agritech) con sede a Napoli, guidato dall’Università di Napoli Federico II, per una transizione verso un’agricoltura ecologica, innovativa e orientata a un adattamento sostenibile ai cambiamenti climatici; e il Centro Nazionale di Sviluppo di Terapia genica e farmaci con tecnologia a RNA con sede a Padova, guidato dall’Università degli Studi di Padova, per la trasformazione della conoscenza scientifica nello sviluppo di terapie a RNA, una tecnica utilizzata con i vaccini anti-Covid per sviluppare approcci terapeutici innovativi, sicuri ed efficaci.
Grazie ai quattro nuovi centri, il Tecnopolo di Bologna, il Politecnico di Milano e le università di Napoli e Padova, fungeranno da hub di collegamento con altre università del Paese, coinvolgendo un più ampio numero di sedi, ricercatori e imprese, allo scopo di svolgere ricerche avanzate sui temi rispettivamente di big data, mobilità sostenibile, agritech e terapie geniche.
I nuovi centri operano, infatti, attraverso un modello di Hub&Spoke in cui gli hub, costituiti dai centri stessi in sinergia con le principali università del Paese e diverse aziende private, coordineranno e gestiranno le attività degli spoke, rappresentati da enti e altre università territoriali che hanno la finalità di aggregare soggetti pubblici e privati interessati a contribuire alle attività di ricerca su temi specifici in tutto il Paese.
Intesa Sanpaolo opererà direttamente in 16 spoke, mettendo a disposizione le professionalità e le competenze presenti nelle diverse strutture della banca che sono già coinvolte in questi ambiti di ricerca, oltre alle risorse tecnologiche utili per il perseguimento degli obiettivi.