- Nel 2023, aumenta la quota di famiglie con difficoltà di collegamento con il trasporto pubblico (32,7%) e si riavvicina al livello prepandemico (33,5%).
- La quota di utenti assidui dei mezzi pubblici (12,9%) sulla popolazione dai 14 anni rimane stabile nel 2023, così come la quota di studenti che usano i mezzi pubblici per raggiungere il luogo di studio (25,5%). Stabile anche l’incidenza di occupati che viaggiano solo con mezzi privati (76%).
- Nel 2022, nessun progresso per il servizio offerto dal trasporto pubblico locale (TPL), pari a 4.696 posti-km per abitante, che resta in linea con l’anno precedente.
- Nel 2022, la produzione di rifiuti urbani è in calo in 2 capoluoghi su 3 rispetto al 2021 e registra livelli inferiori al 2019 in più del 50% delle città.
- Peggiora la qualità dell’aria: nel 2022 in 56 capoluoghi aumentano le concentrazioni medie annue di PM2,5 e in 75 quelle di PM10.
Indice
Aumenta la quota di famiglie con difficoltà con i mezzi pubblici
Nel 2023, aumenta la quota di famiglie che dichiara difficoltà di collegamento con i mezzi pubblici che sale al 32,7% (30,6% nel 2022), tornando quasi alla percentuale del periodo pre-pandemico (33,5% nel 2019). Questo andamento si osserva su tutto il territorio nazionale, che mantiene la variabilità rilevata negli anni passati: maggiori difficoltà vengono dichiarate nei comuni fino a 2 mila abitanti (44,1%) e in quelli che si trovano alla periferia delle aree metropolitane (38,7%). Sotto la media, invece, la quota di famiglie del Nord (28,8%).
Rimane ancorato a uno su dieci il numero delle persone che utilizza spesso i mezzi pubblici
Nel 2023 le abitudini degli italiani riguardo l’utilizzo dei mezzi pubblici non sono variate in modo significativo. Gli utenti abituali sono poco più di uno su dieci tra le persone maggiori di 14 anni (12,9%), mentre solo uno studente su quattro si sposta abitualmente con i mezzi pubblici per raggiungere la scuola. Il 76% dei lavoratori si reca al luogo dove svolge la propria attività con un mezzo privato (76%), ma scende al 58,9% nei comuni centro delle aree metropolitane.
A fronte di una stazionarietà dell’utilizzo c’è da dire che neppure l’offerta è migliorata. L’offerta complessiva del servizio di trasporto pubblico locale nei comuni capoluogo si mantiene pressoché invariata, attestandosi su un valore medio di 4.696 posti-km per abitante (-0,8% rispetto all’anno precedente), dopo aver pienamente recuperato il forte calo del 2020, connesso alla pandemia.
Diminuiscono i rifiuti urbani
Nel 2022, la produzione di rifiuti urbani diminuisce rispetto all’anno precedente. Più contenuto il calo nei comuni capoluogo, dove si produce il 32,6% dei rifiuti urbani (9,4 milioni di tonnellate; -0,7% rispetto al 2021).
Nel 2022, la quota di rifiuti urbani conferiti in discarica, che hanno un alto impatto sull’ambiente e sulla salute umana, continua a diminuire, e si attesta al 17,8% dei rifiuti urbani prodotti (-1,2% rispetto al 2021).
Torna a crescere l’inquinamento da polveri sottili
Nel 2022, dopo un periodo di costante miglioramento, la qualità dell’aria peggiora per la maggiore presenza di polveri sottili: il PM2,5 passa da 71,7% del 2021 a 76,2%. Si registra un incremento delle concentrazioni medie annue di PM2,5 in 56 dei 93 comuni capoluogo che hanno effettuato il monitoraggio. In peggioramento anche l’andamento del PM10 in 75 dei 100 capoluoghi monitorati. L’ultimo peggioramento significativo si era verificato nel 2017 (con incrementi dei valori medi in circa metà dei capoluoghi per il PM2,5 e in quattro su dieci per il PM10), mentre dal 2018 al 2021 nella maggioranza dei capoluoghi si era osservata una chiara tendenza alla riduzione delle concentrazioni medie annue.
In 84 capoluoghi della Penisola su 100 sono stati superati gli interim target dell’organizzazione mondiale della sanità (OMS)sui livelli di PM10 e in 83 comuni su 93 per il PM2,5. Le situazioni più gravi si osservano in 21 capoluoghi, dove le concentrazioni medie annue doppiano il limite. A Milano si osserva il valore più alto (26 μg/m3). Seguono altre 12 città, tutte del Nord (tra cui Torino e Venezia) con livelli fino a 22 μg/m3. I valori più elevati tra i capoluoghi metropolitani del Mezzogiorno si rilevano a Napoli (21 μg/m3) e a Cagliari (20 μg/m3).
Superamenti dell’ozono in crescita soprattutto al Nord
In aumento anche i livelli di ozono. Nel 2022, per la sostanza prodotta in atmosfera tramite reazioni fotochimiche di altri inquinanti, si osserva un aumento dei giorni di superamento dell’obiettivo a lungo termine dopo le diminuzioni registrate dal 2018 al 2021. L’incremento dei giorni di superamento si rileva in 64 comuni capoluogo su 89 con monitoraggio effettuato, per una media di 39 giorni di mancato rispetto dell’obiettivo (contro i 28 nel 2021).
Il peggioramento riguarda esclusivamente le città del Nord dove in 16 capoluoghi si registrano più di 70 giorni di sforamento. Tra questi Milano (79) e Torino (99), con i valori maggiori tra i capoluoghi metropolitani. Nel Centro e nel Mezzogiorno, invece, l’andamento negli ultimi anni è sostanzialmente stabile.