Disuguaglianze | ESGnews

Rapporto Istat

Goal 10 – Ridurre le disuguaglianze, come è andata in Italia tra 2022 e 2023

  • Nel 2023 aumenta il reddito disponibile delle famiglie (+4,2% rispetto al 2022), ma si riduce ancora il potere d’acquisto (-0,5%), a causa dell’incremento dei prezzi al consumo (+5,9%).
  • In leggera flessione la disuguaglianza della distribuzione dei redditi: nel 2022, il reddito totale delle famiglie più abbienti è 5,3 volte quello delle famiglie più povere (era 5,6 nel 2021).
  • Dal 2000 il reddito disponibile lordo corretto pro capite delle famiglie, misurato a parità di potere d’acquisto, è cresciuto del 50,4%, meno rispetto a tutti gli altri Paesi dell’Unione Europea (esclusa la Grecia).
  • Nel 2022 sono stati rilasciati 449.118 permessi di soggiorno (soprattutto per motivi di protezione e asilo), il massimo da oltre un decennio, con un aumento dell’85,9% rispetto al 2021.

Le misure statistiche diffuse dall’Istat per il Goal 10 sono sedici, riferite a sei indicatori UN-IAEG-SDGs. Nel confronto tra i valori dell’ultimo anno disponibile e quelli dell’anno precedente tutte le misure migliorano, salvo il potere d’acquisto, che rimane pressoché stabile.

Aumenta il reddito disponibile, ma si riduce il potere d’acquisto delle famiglie

Nel 2023 aumenta il reddito disponibile delle famiglie ma non abbastanza da stare al passo con l’inflazione. Nel 2023 il reddito disponibile lordo corretto pro capite del totale delle famiglie è aumentato del 4,2%, da 25.505 euro del 2022 a 26.576 euro. Nonostante ciò, la consistente crescita dei prezzi nello stesso periodo (+5,9% la variazione media annua dell’indice IPCA) ha determinato una contrazione dello 0,5% del potere d’acquisto delle famiglie consumatrici, il cui livello risulta ancora inferiore a quello registrato nel 2001.

L’analisi della distribuzione territoriale del reddito disponibile lordo delle famiglie consumatrici per il 2022 mostra un’evidente disparità tra Nord (24.350 euro di reddito pro capite) e Mezzogiorno (16.062 euro), con il Centro in una posizione intermedia (21.999 euro). Solo in Lombardia e nella Provincia autonoma di Bolzano/Bozen il reddito supera i 25.000 euro pro capite, mentre in Calabria non raggiunge i 15.000. Negli ultimi dieci anni, in Italia, il reddito nominale è aumentato in media del 20,3% e tutte le regioni meridionali, a eccezione dell’Abruzzo, hanno registrato un aumento maggiore rispetto alla media nazionale. La disuguaglianza del reddito netto è in discesa, e si porta sui minimi (5,3) degli ultimi quindici anni. 

Il reddito pro capite in Italia cresce meno che negli altri Paesi Ue

Nel confronto con i Paesi europei, sono ancor più evidenti le fragilità reddituali delle famiglie italiane. Dal 2000, il reddito disponibile lordo corretto pro capite, misurato a parità di potere d’acquisto, è cresciuto del 50,4%, un incremento inferiore, sia a quello della media Ue27 (+87,8%), sia a quello di ogni altro Paese, a eccezione della Grecia. Nel 2000 l’Italia era il sesto paese più ricco, con valori del reddito disponibile pro capite superiori alla media Ue e in linea con quelli di Francia e Germania; nel 2022 si colloca invece al decimo posto, sotto la media Ue e più distante dai due, che al contrario migliorano la loro posizione.

Flussi migratori: record di nuovi permessi di soggiorno

Nel 2022 sono stati rilasciati 449.118 permessi di soggiorno, il massimo da oltre un decennio, con un aumento dell’85,9% rispetto al 2021. L’aumento può essere attribuito soprattutto al rilascio di nuovi documenti per motivi di protezione e asilo (più che sestuplicati), che rappresentano il 45,1% del totale dei nuovi permessi. Questa tipologia è stata rilasciata specialmente ai cittadini ucraini per protezione temporanea (circa 148 mila). Gli ucraini sono la collettività che ha fatto registrare il maggior aumento di nuovi permessi emessi, in termini sia relativi sia assoluti.

Al secondo posto, con 126.244 nuovi rilasci, si collocano i permessi per famiglia, per i quali si è raggiunto un picco che non si rilevava dal 2011. Le collettività che hanno fatto maggiormente richiesta di questo tipo di permesso sono quelle dell’Albania, dell’Ucraina e del Bangladesh. Anche per questa tipologia spicca, quindi, il consistente aumento osservato per gli ucraini (+50,6% rispetto al 2021).

Seguono i nuovi permessi per motivi di lavoro, con un incremento molto elevato (+32,2%) tra il 2021 e il 2022: in termini assoluti (67.449) si tratta del massimo dal 2013. Oltre il 70% di questa categoria di documenti (quasi 49 mila permessi), fa riferimento ad autorizzazioni emesse a seguito del provvedimento di regolarizzazione emanato nel 2020 (DL 34/2020). Dal momento che le procedure di disbrigo delle domande di emersione sono state molto lente, le istanze di numerosi cittadini non comunitari sono state accettate solo nel 2022. La regione con il più alto numero di nuovi permessi per lavoro è la Lombardia, seguita dall’Emilia-Romagna, dal Veneto e dalla Campania: insieme raggiungono il 54% del totale dei nuovi ingressi per attività lavorativa.

I nuovi permessi per motivi di studio hanno fatto registrare un aumento del 42,6% rispetto al 2021; sebbene si tratti di valori assoluti abbastanza contenuti, che rappresentano solo il 5,6% dei nuovi ingressi, si tratta di una presenza particolare che merita attenzione. Il nostro Paese infatti continua a manifestare, rispetto agli altri Stati dell’Unione Europea, una minore capacità di attrazione degli studenti stranieri. Nel 54,7% dei casi, i nuovi documenti rilascia- ti per studio riguardano le ragazze; ne hanno fatto maggiormente richiesta cittadini originari della Cina (più di 4.000), Iran, Turchia, India, Stati Uniti e oltre mille dalla Federazione Russa.

Scende la disuguaglianza nella distribuzione del reddito

Alla fine del 2023, la ricchezza netta delle famiglie italiane superava i 10.000 miliardi di euro, con il 10% più ricco che deteneva il 60% della ricchezza totale e la metà meno abbiente che ne possedeva il 7%. Tra il 2010 e il 2023, la ricchezza complessiva è aumentata del 13%, con una crescita del 29% per il 10% più ricco grazie a investimenti in azioni e fondi. A livello internazionale, la disuguaglianza in Italia è paragonabile a quella dell’area euro, simile alla Francia, superiore alla Spagna e inferiore alla Germania.

Per quanto riguarda l’aspetto reddituale, la disuguaglianza la distribuzione dei redditi mostra una leggera flessione nel 2022. Il reddito totale delle famiglie più abbienti è 5,3 volte quello delle famiglie più povere (era 5,6 nel 2021).