Indagine ESG

Consob, alto l’interesse per gli investimenti ESG, ma solo il 6% li ha in portafoglio

Giovane, donna e istruita. E’ questo il profilo della persona più interessata e attenta agli investimenti ESG. Nel complesso, la quota di investitori attenti agli strumenti finanziari sostenibili è passata dal 60% nel 2019 al 74% nel 2021. E ben il 57% degli investitori dichiara un interesse a prescindere dal risultato atteso, mentre per il 17% l’interesse è subordinato al ritorno economico. Tuttavia, solo il 6% di loro dichiara di possedere prodotti sostenibili. È quanto emerge dall’indagine dell’Osservatorio della Commissione nazionale per le società e la Borsa sulle scelte di investimento delle famiglie italiane (Sifi), che rientra nel Quaderno Consob della collana Finanza sostenibile. 

L’indagine della CONSOB assume particolare importanza in un momento in cui il quadro normativo evolve rapidamente e si concentra sempre di più sull’individuazione delle preferenze di sostenibilità degli investitori (si pensi ai questionari MiFID entrati in vigore ad agosto 2022). 

In questo contesto, per dare seguito al dettato normativo è cruciale comprendere come possano essere rilevate le preferenze di sostenibilità e, in particolare, quali informazioni sulle caratteristiche di un investitore potrebbero richiedere una valorizzazione poiché potenzialmente correlate con le preferenze.

Il Quaderno della CONSOB mira a individuare le variabili che si associano all’interesse dei decisori finanziari italiani verso gli investimenti sostenibili. In linea con le indicazioni della letteratura economica, l’interesse risulta correlato con molteplici aspetti, tra cui: il livello di istruzione e la solidità della situazione economico-finanziaria; le conoscenze percepite degli investimenti sostenibili, le conoscenze finanziarie e quelle digitali; tratti individuali come le social preferencesl’attitudine al financial controll’esperienza in materia di investimenti, il possesso di un portafoglio diversificato e di alcuni specifici strumenti, come azioni e obbligazioni corporate. Viceversa, l’interesse è correlato negativamente con l’età, l’avversione al rischio, il possesso di liquidità. 

Il documento, quindi, oltre a supportare il lavoro degli intermediari finanziari, fornisce indicazioni utili anche rispetto alla progettazione di iniziative di “eco-alfabetizzazione finanziaria” e di educazione finanziaria.

L’attitudine verso gli investimenti sostenibili

Le indagini sulle attitudini degli investitori retail verso la finanza sostenibile mostrano che le conoscenze (percepite ed effettive) in materia di sostenibilità, investimenti sostenibili e relativa terminologia risultano nel complesso contenute.

Il ritardo nella cosiddetta alfabetizzazione alla finanza sostenibile, sottolinea la CONSOB, può incidere negativamente sull’interesse, ostacolare il diffondersi di atteggiamenti positivi nei confronti della finanza verde e costituire un’importante barriera di accesso al mercato finanziario. 

Pertanto, l’ente di regolamentazione italiano cerca di verificare quali siano i fattori che possono incidere su conoscenza e interesse negli investimenti sostenibili, a partire dalle caratteristiche individuali. 

Oltre alle evidenze sulla relazione positiva con la cultura finanziaria, numerosi contributi mostrano che conoscenza e interesse verso la finanza sostenibile si associano positivamente a variabili socio- demografiche quali il genere femminile, la giovane età, il livello di istruzione, nonché la condizione finanziaria approssimata da patrimonio e reddito.

Tra i profili valoriali e i tratti psicologici, giocano un ruolo positivo l’altruismo e le cosiddette social preferences, ossia l’attitudine a battersi per una causa riguardante la collettività senza pretendere nulla in cambio, l’importanza assegnata alle norme morali, l’attenzione ai fattori ambientali e sociali, nonché il coinvolgimento emotivo associato alle tematiche ESG. Gli individui connotati da forti preferenze ambientali e/o sociali o che attribuiscono elevata importanza all’etica e agli aspetti valoriali sembrano disposti a investire in prodotti finanziari sostenibili anche se ciò dovesse comportare una rinuncia al rendimento realizzabile attraverso investimenti tradizionali alternativi. Inoltre, secondo l’indagine CONSOB, tratti psicologici quali la tolleranza al rischio e la fiducia nel sistema finanziario e, in particolare, negli emittenti possono inoltre alimentare una maggiore sensibilità verso la sostenibilità. 

L’interesse verso la finanza sostenibile può essere invece scoraggiato da diversi fattori: il timore di greenwashing, ossia che si tratti solo di operazioni di marketing, l’attitudine allo short termism, soprattutto se si ritiene che la sostenibilità produca frutti solo nel lungo periodo, la percezione di un trade-off tra profili finanziari e profili di sostenibilità. Viceversa, la percezione di performance superiori a quelle degli investimenti tradizionali può rappresentare un forte incentivo a detenere prodotti sostenibili.

L’atteggiamento verso la finanza sostenibile può essere orientato anche dai contenuti e dalle modalità di rappresentazione dell’informazione in merito a caratteristiche e performance ESG dell’investimento. Alcuni studi mostrano, ad esempio, che la rappresentazione delle performance ambientali (climate performance information) può incidere sulla percezione del rischio e sulla componente emozionale associata alle scelte di investimento. Inoltre, un eccesso di informazioni e la complessità delle stesse possono sfavorire scelte di investimento sostenibili, per via di un effetto di sovraccarico (information overload) che scoraggia la propensione a investire in generale. 

Alla luce di queste riflessioni, la CONSOB suggerisce che un ruolo importante nell’innalzamento di fiducia, conoscenza e interesse sembra essere giocato dal consulente finanziario, in particolare nei casi in cui sia proattivo nel proporre prodotti di investimento sostenibili e fornisca informazioni di facile comprensione. Tuttavia, avverte la CONSOB, l’efficacia dell’attività del consulente può essere indebolita dagli effetti distorsivi di convinzioni e bias comportamentali dello stesso professionista, che suggeriscono l’opportunità di definire interventi formativi ad hoc anche per questa categoria di operatori.

Il campione e le variabili 

L’indagine della CONSOB, realizzata con cadenza annuale, raccoglie informazioni su un campione di circa 3.000 individui, rappresentativo della popolazione dei decisori finanziari, definiti come il principale percettore di reddito nella famiglia, con un’età compresa fra 18 e 74 anni. 

L’analisi si concentra sul sotto-campione degli investitori, ossia dei decisori che detengono almeno un’attività finanziaria, ed è riferita agli anni 2019 (con un campione pari a 1.077 individui) e 2021 (con un campione pari a 1.157 individui). 

La propensione verso gli investimenti sostenibili è stata analizzata considerando numerose variabili e diversi indicatori. In particolare, sono state prese in considerazione: i) variabili socio- demografiche (genere, età, stato civile, area geografica di residenza, stato occupazionale, ricchezza finanziaria, reddito familiare mensile); conoscenze finanziarie, oggettive e percepite; conoscenze e competenze digitali; tratti individuali; variabili di financial control; esperienza e abitudini di investimento. 

Principali risultati

Secondo i dati dell’Osservatorio CONSOB, l’interesse verso la finanza sostenibile è cresciuto nel tempo. In particolare, la quota di investitori che si esprime in tal senso è passata dal 60% nel 2019 al 74% circa nel 2021; il dato è riferibile soprattutto all’aumento della percentuale di individui che si dichiarano propensi ad investire in prodotti ESG la cui redditività sia almeno in linea con quella di opzioni di investimento alternative tradizionali (dal 38% al 57%). È aumenta anche la quota di intervistati che afferma di avere una conoscenza almeno di base degli investimenti sostenibili, passando dal 27% nel 2019 al 37% nel 2021. Per contro, è rimasto molto contenuto il possesso di prodotti sostenibili, riportato dal 6% circa degli investitori sia nel 2019 sia nel 2021. Il dato è cresciuto lievemente tra gli investitori assistiti (7% nel 2019 e 11% nel 2021) e, soprattutto, tra gli investitori informati (rispettivamente, 13% e 15%). 

Interesse verso gli investimenti sostenibili

Fonte: CONSOB.

Tra il 2019 e il 2021 sono migliorati lievemente gli indicatori di conoscenze finanziarie degli investitori retail, incluso l’indicatore fattoriale depurato dalle risposte potenzialmente casuali. È rimasta, invece, sostanzialmente stabile la quota di investitori che possono essere definiti overconfident (31% nel 2019 a fronte del 30% nel 2021) o underconfident (rispettivamente 20% e 21%). 

Le conoscenze digitali sembrano rientrare nel patrimonio informativo di poo più della metà degli investitori (52%), mentre le competenze digitali registrano una diffusione più ampia (68% nel 2021). 

Interesse verso gli investimenti sostenibili e conoscenze e competenze digitali

Fonte: CONSOB.

Con riguardo ai tratti comportamentali, l’avversione al rischio degli investitori è stata espressa su tre livelli (alta, intermedia e bassa), sulla base delle preferenze dichiarate rispetto al profilo di rischio/rendimento di un ipotetico portafoglio di attività. La percentuale di investitori che mostrano un’alta avversione al rischio è calata di circa 5 punti percentuali nel periodo considerato (dal 26% nel 2019) a fronte di un aumento di 8 punti percentuali della quota di rispondenti che affermano di preferire un portafoglio in cui rischio e rendimento risultino “bilanciati”. Nel triennio considerato, infine, è cresciuta la fiducia nel consulente finanziario (dal 36% nel 2019 al 45% nel 2021). 

Interesse verso gli investimenti sostenibili e tratti individuali

Fonte: CONSOB.

Nell’ambito del financial control, nel periodo considerato è diventata meno frequente la propensione a pianificare, peraltro già contenuta: nel 2021, infatti, solo il 9% degli investitori ha dichiarato di avere un piano finanziario (-2% rispetto all’indagine 2019). Si è ridotta lievemente la quota di investitori che riesce a rispettare costantemente il budget familiare (dal 27% al 25%), mentre è aumentata del 5% la quota di individui che hanno dichiarato di essere indebitati nei confronti sia di banche e istituzioni finanziarie (dal 35% nel 2019) sia di amici e parenti (dal 9% nel 2019). 

Interesse verso gli investimenti sostenibili e financial control

Fonte: CONSOB.

L’esperienza di investimento si quantifica con il numero di anni di partecipazione ai mercati finanziari: nella componente longitudinale del campione, in particolare, il 64% degli investitori 2021 partecipa ai mercati finanziari da almeno tre anni, il 19% dal 2020, mentre l’11% dal 2021. Con riguardo al metodo di investimento, è diminuita l’incidenza di coloro che scelgono in autonomia (dal 39% al 25%), mentre è diventato più frequente il ricorso alla consulenza professionale (dal 25% al 28%), un dato in linea con il già citato aumento della quota di intervistati che affermano di avere fiducia nel consulente (dal 36% nel 2019 al 45% nel 2021). 

Interesse verso gli investimenti sostenibili, esperienza e abitudini di investimento

Fonte: CONSOB.