Al Cinema Arlecchino di Milano, fino al primo novembre, è proiettato Basilico – L’infinito è là in fondo, il docufilm sul maestro della fotografia d’architettura Gabriele Basilico, realizzato in occasione dei dieci anni dalla sua scomparsa. Diretto da Stefano Santamato il lungometraggio ripercorre le tappe principali della carriera di uno dei più acuti fotografi del contemporaneo, dalle prime foto di reportage scattate negli anni dell’impegno politico, fino agli ultimi lavori nelle grandi metropoli del mondo.
Basilico – l’infinito è là in fondo arriva in sala in concomitanza dell’ampia retrospettiva nella doppia sede espositiva di Palazzo Reale e della Triennale dedicata al fotografo che con i suoi scatti ha offerto uno sguardo differente sull’architettura meneghina e internazionale.
“I dieci anni dalla scomparsa di Basilico credo siano un’occasione per provare a guardare il nostro mondo con quella “lentezza” che predicava Gabriele. Con quello sguardo pacato, paziente ed empatico, che cerca, e trova, la bellezza anche laddove sembrerebbe impossibile farlo” dichiara il regista Stefano Santamato.
A tratteggiare il profilo professionale e umano di Gabriele Basilico, nel docufilm, voci di spicco del mondo della cultura, persone che gli sono state vicine e che ne custodiscono aneddoti, riflessioni e ossessioni. Tra queste gli amici e colleghi Gianni Berengo Gardin, Oliviero Toscani e Toni Thorimbert, la storica della fotografia Roberta Valtorta, il regista Amos Gitai, gli architetti Stefano Boeri e Michele De Lucchi. Alla photo-editor Giovanna Calvenzi, unica e insostituibile compagna di vita di Gabriele Basilico, spetta il ruolo di voce narrante che accompagna lo spettatore indietro nel tempo, a quando tutto ebbe inizio.
Il film, prodotto da The Blink Fish, sente inoltre il bisogno di interrogare il presente proponendo un intimo confronto tra la città contemporanea e lo sguardo di cinque giovani fotografi chiamati da Toni Thorimbert a dialogare con l’eredità di Gabriele Basilico.
Un lascito di immagini che travalicano lo spazio e il tempo in cui sono state realizzate perché, oltre che di architetture e forme, raccontano di un’umanità densa e così visibile pur se assente nel soggetto fotografico. E forse la bellezza delle foto di Basilico risiede proprio in questo: nella capacità di rendere tangibile l’intangibile e di mostrare la vulnerabilità e l’intimità dei luoghi urbani, offrendo al fruitore uno sguardo diverso sulle cose e la possibilità di ampliare lo spettro dell’attenzione e della percezione degli spazi, ma non solo.
“Ciò che più mi auguro per gli spettatori di questo documentario”, afferma Santamato, “è che qualcuno possa trovare nell’eredità artistica di Gabriele, uno spunto per guardare il mondo con occhi nuovi”. Se è riuscito nell’intento tocca scoprirlo al cinema dove il docufilm sarà proiettato lunedì 23 ottobre e mercoledì 25 ottobre alle 19:30, mentre sabato 28 ottobre e mercoledì 1° novembre alle 15:00.