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Risorsa idrica

In mostra a Roma “Acqua nell’Arte e Arte dell’Acqua”, promossa da Acea

Fino al 31 maggio si tiene a Roma, alle Terme di Diocleziano, la mostra “Acqua nell’Arte e Arte dell’Acqua – Fontane e Nasoni di Roma” a cura di Stéphane Verger, direttore Museo Nazionale Romano e Vincenzo Lemmo, archeologo, promossa da Acea e organizzata dal Museo Nazionale Romano e dal Centro Europeo per il Turismo. 

Se si guarda indietro, tornando alle origini della città di Roma, si può affermare che questa nasce dall’acqua e, grazie a questo elemento indispensabile e che con la crisi idrica assume sempre più importanza, cresce e si sviluppa fino a diventare una metropoli senza paragoni nel mondo antico, capitale di un impero immenso.

La presenza del fiume Tevere, nel punto dove è più agevole l’attraversamento tra le anse collinari, ha motivato la scelta del luogo di fondazione della città. Lo stesso fiume ne ha garantito lo sviluppo economico ed è stato, per secoli, la principale fonte di acqua potabile per i cittadini.

I romani conoscevano il grande valore dell’acqua considerandola un bene inestimabile, prezioso e fonte di vita. Inoltre, solo se l’avessero usata in maniera intelligente e senza sprechi, avrebbero soddisfatto i fabbisogni della popolazione. La realizzazione degli acquedotti fu, quindi, prioritaria per lo sviluppo della città e, ancora oggi, rappresenta la testimonianza della grandezza della Roma antica e del suo avanzato grado tecnologico ed ingegneristico. Infatti, solo grazie alla sapiente gestione e manutenzione degli acquedotti fu possibile l’espansione urbana e lo sviluppo della città che resero Roma capitale del mondo e “città dell’acqua”.

Nell’antichità, infatti, Roma era conosciuta come Regina Aquarum e le fontane, oltre a essere luoghi di divertimento e abbellimento, rappresentavano una vera e propria ostentazione dell’eccezionale disponibilità d’acqua che accresceva naturalmente la magnificenza della città.

Ancora oggi Roma è ricca di fontane e fontanelle. Alcune sono semplici vaschette, altre sono grandi fontane. Questi magnifici monumenti, costruiti nel corso dei secoli, celebrano il trionfo dell’acqua.

La mostra vuole, oltre a far riflettere sulla necessità di tutelare una risorsa senza la quale non esisterebbe la vita, vuole essere la testimonianza del lavoro che Acea svolge che da 110 anni, anche promuovendo con impegno il patrimonio artistico della città attraverso la gestione del sistema idrico delle più grandi ed importanti fontane del territorio urbano, elementi di attrazione per milioni di turisti che vengono a Roma per ammirare la sua arte e la sua storia.

Applique bronzea conformata a delfino

A tale scopo sono state scelte opere d’arte, reperti archeologici, progetti e fotografie d’epoca conservate presso musei nazionali e comunali. Il percorso espositivo è diviso in tre sezioni riguardanti epoche e argomenti diversi: Roma, regina aquarum – L’acqua nell’arte; Fontane e potere – L’arte dell’acqua; La gestione idrica oggi.

Un aspetto interessante che verrà presentato sarà la moderna e capillare diffusione del servizio idrico nel tessuto urbano cittadino grazie ai noti “nasoni“.

Le Terme di Diocleziano si presentano come il luogo ideale per ospitare un percorso espositivo dedicato all’acqua. Sono, infatti, un complesso monumentale unico al mondo per le dimensioni e per l’eccezionale stato di conservazione. Furono costruite in soli otto anni tra il 298 e il 306 d.C. e si estendevano su una superficie di tredici ettari, nella zona compresa tra i colli Viminale e Quirinale.

“La mostra presenta una raccolta ragionata di reperti tuttora conservati nei depositi delle Terme di Diocleziano e di Palazzo Massimo. Costituisce quindi un’ulteriore tappa nel programma “Depositi (Ri)scoperti” del Museo Nazionale Romano, che ha come scopo di far conoscere il patrimonio nascosto delle collezioni del museo, in vista dell’ampliamento e della riorganizzazione del percorso espositivo permanente. Il tema della gestione e della cultura dell’acqua nella Roma antica avrà senz’altro un ruolo centrale nelle varie sezioni del nuovo racconto della città che si sta costruendo”, spiega Stéphane Verger.