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Assemblea

Apple, azionisti a favore di audit esterno sui diritti civili

Novità nella corporate governance di Apple. L’assemblea degli azionisti del gruppo di Cupertino ha approvato la nomina di un audit esterno sui diritti civili e una maggiore trasparenza nei rapporti con i dipendenti, in particolare per quanto riguarda alcune clausole di segretezza nei contratti. Le due proposte erano state avanzate da alcuni azionisti, mentre il board di Apple aveva raccomandato di bocciarle. La prima, in particolare, prevede la nomina di un revisore esterno che analizzi l’impatto negativo delle politiche e delle pratiche di Apple sui diritti civili delle parti interessate dell’azienda, oltre questioni legali e normative, e che fornisca raccomandazioni per migliorare l’impatto dell’azienda sui diritti civili.

L’assemblea annuale degli azionisti, tenutasi il 4 marzo, contemplava 10 punti all’ordine del giorno: quattro proposte del board di Apple, tutte approvate, e sei degli azionisti, delle quali sono passate solo le due già citate. È stato dunque confermato il CdA, e con esso il CEO Tim Cook in carica dal 2011, e la società di revisione dei conti. Sono poi poi state approvati i compensi dei top manager (tra cui il bonus di circa 100 milioni di dollari a Cook) e la proposta di bonus ai dipendenti. Sulla prima, il CdA ha reso noto che, alla luce dell’approvazione a larga maggioranza del programma dei compensi esecutivi ottenuta l’anno scorso, è stata introdotta anche una parte di bonus legata a parametri ESG.

Tra le proposte degli azionisti solo le due riguardanti, appunto, l’audit esterno delle politiche sui diritti civili e le clausole di occultamento (cioè accordi di non divulgazione) nei contratti dei dipendenti hanno ottenuto la maggioranza dei voti positivi. L’assemblea ha invece respinto le rimanenti, comprese quelle volte ad aumentare la trasparenza della catena di approvvigionamento (in particolare riguardo le pratiche di censura su alcune app richieste da paesi come la Cina), affrontare i divari retributivi di genere e razziale e inserire l’obbligo di destinazione di parte del fatturato per progetti sociali.

Indagine sull’impegno per i diritti civili

La richiesta di effettuare un’indagine sulle politiche e sulle azioni messe in atto da Apple a favore dei diritti civili rientra nella volontà da parte degli investitori di comprendere se e in che modo la multinazionale contribuisce alle ingiustizie razziali. Gli investitori hanno proposto dunque una revisione da parte di un ente terzo per mappare le pratiche messe in campo e valutare l’impatto delle sue politiche e del contributo apportato.

Chi però sarà designato a tale compito non è stato chiarito e restano dei dubbi sull’eventuale neutralità della figura che sarà identificata. Anche perché si richiede di fornire indicazioni su temi delicati che includono l’organizzazione interna del personale, oltre alla questione salariale, fino alla pubblicità e al design dei prodotti su indicazioni che vadano oltre quanto prescritto dalle norme. Secondo quanto riportato da Bloomberg, inoltre, il CEO di Apple Tim Cook avrebbe detto durante l’assemblea che i diritti civili sono qualcosa a cui la società tiene profondamente e a cui ha sempre tenuto. La società ha sostenuto che la proposta era “ampia e non focalizzata” e che Apple si impegna già sul fronte dei diritti civili con iniziative quali Familia@Apple, Apple Asian Association, Apple Indian Association, Black@Apple, Indigenous@Apple, Pride@Apple e Women@Apple. Ha inoltre adottato la Human Rights Policy dal 2020.

Clausole di occultamento

Gli azionisti hanno chiesto al CdA di preparare una relazione pubblica che valuti i potenziali rischi per la società associati al suo uso di clausole di occultamento nel contesto di molestie, discriminazioni e altri atti illeciti. Le clausole di occultamento sono definite come qualsiasi accordo di “non divulgazione” o “non diffamazione” che Apple chiede ai dipendenti o agli appaltatori di firmare e che limiterebbe la loro capacità di discutere atti illegali sul posto di lavoro, comprese molestie e discriminazioni.

Compensi

Un tema molto caldo per le grandi società Usa che hanno un sistema retributivo che prevede importanti bonus è proprio l’equilibrio tra quanto guadagnano i top manager e i semplici impiegati. Nel 2021 il rapporto tra quanto ha guadagnato l’ad Tim Cook e quanto ha portato a casa il dipendente medio è 1.447 a 1. Una differenza non marginale. Certo il 2021 è stato un anno particolare per la Apple e per lo stesso Cook che ha ricevuto per la prima volta un piano di azioni in occasione del suo decimo anno alla guida del gruppo dell’i-phone. Inoltre Apple ha archiviato risultati record con un fatturato che ha raggiunto i 365.8 miliardi di dollari (+33% a/a) e il reddito operativo che ha toccato i 108,9 miliardi (+64% a/a). Un insieme di elementi che ha portato il CEO del gruppo a sfiorare i 100 milioni di dollari, per la precisione 98,7 milioni, contro uno stipendio mediano, bonus inclusi, di 68 mila dollari per il dipendente medio.

Dal 2021 il gruppo h poi introdotti un “modificatore ESG” per il calcolo dei bonus non in azioni, che può aumentare o diminuire il livello del premio fino al 10% dell’incentivo cash o può anche non essere applicato. Di fatto, considerato che per la maggior parte dei dirigenti significativi (i cosiddetti named executive) la parte preponderante della retribuzione è legata alle azioni, il perso della componente ESG resta meno rilevante. A titolo di puro esercizio sulle retribuzioni 2021 potrebbe valere un 1-2%. Ma la società non esplicita se è stato applicato e a quanto ammonta. In ogni caso anche i criteri lasciano aperta una certa interpretazione da parte del comitato compensi. Ecco la definizione riportata dal gruppo “Il modificatore ESG si basa su una valutazione olistica da parte del Compensation Committee dei risultati chiave e delle azioni intraprese durante l’anno per promuovere i nostri valori Apple: accessibilità, istruzione, ambiente, inclusione e diversità, privacy e responsabilità dei fornitori e iniziative chiave della comunità”.