Un passo in avanti verso una maggiore consapevolezza e responsabilità delle piccole e medie imprese (PMI). È stata pubblicata, infatti, la norma UNI/PdR 134:2022 dal nome “Rating di sostenibilità per imprese di minori dimensioni“.
La nuova Prassi di Riferimento, realizzata in collaborazione tra l’UNI (Ente Italiano di Normazione) e la Provincia Autonoma di Trento, è rivolta a tutte le aziende fino a 49 addetti che desiderano valutare la propria sostenibilità.
Le prassi di riferimento sono documenti UNI che introducono prescrizioni tecniche o modelli applicativi settoriali di norme tecniche, in mancanza di norme o progetti di norma nazionali, europei o internazionali. Sono elaborate sulla base di un rapido processo di condivisione tra i soli autori, in non più di 9 mesi, in appositi tavoli e sotto la conduzione operativa di UNI. Queste prassi, adottate esclusivamente in ambito nazionale, rientrano fra i “prodotti della normazione europea”, come previsti dal Regolamento UE n.1025/2012. Inoltre, le prassi di riferimento sono disponibili per un periodo non superiore a 5 anni, tempo massimo dalla loro pubblicazione entro il quale possono essere trasformate in un documento normativo (UNI, UNI/TS, UNI/TR) oppure devono essere ritirate.
Nello specifico, lo schema della nuova prassi di riferimento (che prende come base normativa le ISO) consente alle micro e piccole imprese di tutti i settori di fare una valutazione della propria sostenibilità – calcolando e monitorando le performance in questo ambito, secondo i parametri ambientali, sociali e di governance (ESG) – e di comprendere il proprio contributo al raggiungimento dei 17 obiettivi contenuti nell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite.
Si tratta di uno strumento estremamente utile per le oltre 5 milioni di micro, piccole e medie imprese presenti sul territorio italiano, permettendo loro di dotarsi di un nuovo approccio sostenibile tramite nuove conoscenze, più consapevolezza e buone pratiche da attuare.
Finora sono le grandi aziende quelle che hanno investito di più nella sostenibilità, sostenute dalla normativa internazionale, mentre le PMI non sempre hanno preso in considerazione questi aspetti sia per mancanza di risorse che per scarsa conoscenza del tema. Il problema, infatti, è anche culturale.
Nel contesto europeo, la Commissione UE si prefigge di promuovere l’imprenditoria e di migliorare la situazione in cui operano le imprese per consentire loro di realizzare appieno le proprie potenzialità nell’economia globale. In tal senso, un aspetto significativo e che diventerà nel prossimo futuro sempre più discriminante è quello della sostenibilità delle azioni imprenditoriali.
Con particolare riferimento all’attività delle imprese la nozione di sostenibilità non è più riconducibile solo alla sua capacità di mantenere uno sviluppo economico nel tempo ma si integra di tre ulteriori dimensioni fondamentali, i cosiddetti criteri ESG. Queste tre dimensioni possono avere declinazioni specifiche, specialmente in un contesto, come quello italiano ed europeo, fortemente caratterizzato dalla presenza di micro e piccole imprese che hanno una forte e diffusa relazione con il proprio territorio.
Infatti, anche a livello complessivo di Unione Europea le micro, piccole e medie imprese costituiscono il tessuto imprenditoriale prevalente, rappresentando il 99% delle imprese, fornendo due terzi dei posti di lavoro nel settore privato e contribuendo a più della metà del valore aggiunto totale creato.
In Italia su 5.164.831 aziende iscritte al registro imprese delle Camere di Commercio, 4.901.499 rientrano nel range 0-9 addetti, mentre quelle da 10 a 49 addetti sono 230.464 (dati rilevato al 31.12.2021), per oltre il 99% di imprese rientranti nella categoria delle micro e piccole imprese.
È per questo che la nuova prassi si concentra sulle imprese di minori dimensioni, in particolare sulle micro imprese (entro i 9 addetti), per aiutarle ad avvicinarsi a un approccio consapevole e strategico alla sostenibilità, che valorizzi le molte iniziative spesso inconsapevolmente intraprese su questo tema, evidenziando allo stesso tempo gli spazi per nuovi e più consapevoli interventi.
Obiettivi della prassi di riferimento per le PMI
Gli obiettivi principali della nuova prassi di riferimento destinata alle micro, piccole e medie imprese italiane sono tre:
- Di trasparenza, di comunicazione e di coinvolgimento degli stakeholder nella gestione della propria sostenibilità. E, in particolare, nei confronti della Pubblica Amministrazione per facilitare e rendere trasparenti i rapporti con la stessa, anche in materia di accesso a finanziamenti e/o forme di premialità;
- Di aumento della resilienza e della competitività delle aziende, con effetti di miglioramento sui costi, sul valore dell’impresa, sul posizionamento, sulla reputazione, grazie anche alla possibilità di ottenere migliori condizioni di finanziamento e di accesso al credito;
- Di sostegno ai rapporti all’interno delle catene di fornitura e del valore, in particolare a fronte dell’adozione più diffusa di pratiche di sostenibilità, premiando quelle imprese che, ponendo attenzione a tali temi anche nei confronti di clienti e fornitori, diventano agenti di diffusione lungo la filiera produttiva di pratiche virtuose.