Fuori dall’accordo di Parigi e trivellazioni a tutto spiano. L’”età dell’oro” per l’America, secondo l’agenda del neo presidente Donald Trump, si fonda su quello che lui chiama “l’oro liquido sotto i nostri piedi”, il petrolio.
Nel suo discorso di insediamento come 47esimo presidente degli Stati Uniti, Donald Trump non solo ha ribadito l’intenzione di rendere l’America più grande, più forte e più straordinaria che mai, ma ha confermato le priorità della sua agenda, che sembrano delineare un vero e proprio manifesto anti ESG.
Il nuovo presidente vuole imporre un balzo all’indietro alla sua nazione – forse per il mondo intero – nella lotta per il clima (E), nei diritti umani (S) e sul fronte delle regole di convivenza civile (G).
Indice
Clima: fuori dall’Accordo di Parigi e via libera alle trivelle
Nel suo discorso inaugurale Trump ha posto l’energia tra le priorità della sua agenda e, come ci si poteva aspettare, ha ignorato completamente il cambiamento climatico. Il neo presidente nel suo speech ha dichiarato lo status di “emergenza energetica nazionale”, legando proprio all’incremento dei prezzi dell’energia il detonatore che ha innescato l’inflazione. La risposta è cancellare tutte le norme a favore delle energie alternative e dei manufatti (dalle auto agli impianti delle case) green e riprendere a trivellare a tutto spiano per abbassare il prezzo del petrolio e dell’energia, chiaramente prodotta tramite idrocarburi.
“Ordinerò a tutti i membri del mio Gabinetto di utilizzare i vasti poteri a loro disposizione per sconfiggere l’inflazione record e ridurre rapidamente costi e prezzi. La crisi dell’inflazione è stata causata da spese eccessive e dall’aumento dei prezzi dell’energia, ed è per questo che oggi dichiarerò anche un’emergenza energetica nazionale. Noi trivelleremo, e trivelleremo ancora! L’America tornerà a essere una nazione manifatturiera e abbiamo qualcosa che nessun altro paese manifatturiero avrà mai: la maggiore quantità di petrolio e gas di qualsiasi altro Paese sulla Terra, e lo useremo, come fanno gli altri. Abbasseremo i prezzi, riempiremo di nuovo le nostre riserve strategiche fino all’orlo e esporteremo energia americana in tutto il mondo. Torneremo a essere una nazione ricca, e sarà proprio quell’oro liquido sotto i nostri piedi ad aiutarci a farlo” sono le parole di Trump.
“Con le mie azioni di oggi”, prosegue il presidente degli Stati Uniti, “porremo fine al Green New Deal e revocheremo l’obbligo dei veicoli elettrici, salvando la nostra industria automobilistica e mantenendo la mia sacra promessa ai nostri grandi lavoratori dell’industria automobilistica americana. In altre parole, potrete acquistare l’auto che preferite. Costruiremo automobili in America di nuovo a un ritmo che nessuno avrebbe mai potuto immaginare solo pochi anni fa”.
Diversity stop: da oggi esistono solo due generi maschile e femminile
Basta con la diversity. Trump dichiara la fine di ogni politica di difesa delle minoranze, siano di colore o di genere. E a proposito di genere afferma che ce ne saranno solo due: maschile e femminile.
“Questa settimana”, afferma Trump, “porrò anche fine alla politica governativa di ingegneria sociale basata su razza e genere in ogni aspetto della vita pubblica e privata. Forgeremo una società basata sul merito e senza distinzioni di colore. Da oggi, per la politica ufficiale del governo degli Stati Uniti esistono solo due generi: maschile e femminile”.
Riprende la corsa agli armamenti
“Come nel 2017, costruiremo di nuovo l’esercito più forte che il mondo abbia mai visto. Valuteremo il nostro successo non solo in base alle battaglie vinte, ma anche alle guerre che eviteremo” dichiara Trump.
Bisognerà sperare che si riescano ad evitare guerre. Le mire di supremazia prospettate da Trump lasciano qualche dubbio. Dalla volontà di “riprendersi” il canale di Panama, al desiderio di ribattezzare il Golfo del Messico in Golfo d’America. Non a caso il recentissimo rapporto del WEF (World Economic Forum) indicava che lo scoppio di una guerra mondiale era considerato come uno dei principali rischi nei prossimi due anni individuati dal panel degli interpellati.
Iniziano le deportazioni degli immigrati clandestini
La lotta all’immigrazione clandestina, soprattutto dal Messico è sempre stata uno dei punti fermi del programma elettorale di Trump, che annuncia misure dure anche verso chi oramai negli Stati Uniti vive, lavora e ha una famiglia.
“Per prima cosa, dichiarerò un’emergenza nazionale al nostro confine meridionale. Tutti gli ingressi illegali verranno immediatamente bloccati e inizieremo il processo di rimpatrio di milioni e milioni di criminali clandestini nei luoghi da cui provengono. Reinstallerò la mia politica “Rimani in Messico”. Metterò fine alla pratica del “catch and release” (cattura e rilascio) e invierò truppe al confine meridionale per respingere l’invasione disastrosa del nostro Paese”. Nel mirino, e questa è una grossa sfida, anche le gang dei cartelli della droga.
Dazi, free speech e vaccini
Quello dei dazi è un punto fermo del programma di Trump, che punta a scardinare gli equilibri attuali del commercio globale. Tuttavia, una volta innescata la guerra, sarà difficile prevedere quali saranno le conseguenze sulle catene del commercio internazionale.
La questione del free speech è insidiosa perché, nella pratica, si lega alla possibilità di esprimersi, anche in modo aggressivo o diffamante, o attraverso campagne di disinformazione che potranno più facilmente diffondersi con l’abolizione del fact checking da parte di alcuni social, come Meta. E proprio la disinformazione è il rischio numero uno nei prossimi due anni, secondo lo studio del WEF.
Infine per i vaccini ci sarà il reintegro (con pagamento degli arretrati) dei membri dell’esercito che si erano rifiutati di ricevere il vaccino anti-Covid. “Firmerò un ordine per impedire che i nostri soldati siano sottoposti a teorie politiche radicali e sperimentazioni sociali durante il servizio”, ha precisato Trump.