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World Economic Forum

Davos, effetto insediamento Trump, meno focus su urgenze sociali e ambientali

L’insediamento di Donald Trump alla Casa Bianca ha cambiato le prospettive del World Economic Forum di Davos, spostando il focus dei leader aziendali e politici dalle tematiche sociali verso obiettivi di crescita economica e produttività. L’evento, che tradizionalmente apre l’anno per i più influenti dirigenti d’azienda e decisori politici globali, si trova quest’anno a fare i conti con un’agenda più pragmatica e incentrata su fusioni, acquisizioni e riforme regolamentari.

Trump ha promesso una serie di interventi immediati per stimolare l’economia americana, tra cui ordini esecutivi per aumentare la produzione energetica e ridurre la burocrazia, generando entusiasmo tra i finanziatori statunitensi. Il clima economico negli USA è già più positivo rispetto ad altre regioni del mondo, con mercati azionari vicini ai massimi storici e una maggiore fiducia da parte degli investitori. Tuttavia, la prospettiva di dazi commerciali e tensioni geopolitiche suscita timori, specialmente tra i partecipanti europei e asiatici.

Secondo un’indagine condotta dal WEF tra esperti di diversi settori, il rischio di una “confrontazione geoeconomica” è considerato una delle principali minacce per i prossimi anni. Questo scenario è visto come una potenziale conseguenza delle politiche protezionistiche dell’amministrazione Trump, che potrebbero aumentare la pressione sui mercati globali. Nonostante ciò, molti dirigenti americani sembrano ottimisti, parlando di un “risveglio degli spiriti animali” che potrebbe alimentare un’ondata di nuove operazioni finanziarie.

Le priorità a Davos: Produttività, IA e M&A

L’agenda del WEF, sebbene ufficialmente ancora ricca di temi sociali e ambientali come i diritti LGBTQI+ e la crisi climatica, sta subendo una trasformazione. Secondo diversi partecipanti, le discussioni saranno dominate da questioni pratiche come la produttività aziendale, i ritorni sull’investimento nell’intelligenza artificiale e un aumento delle fusioni e acquisizioni (M&A). In un contesto di crescente complessità geopolitica, molti dirigenti ritengono che queste siano le aree su cui concentrarsi per garantire crescita e stabilità nel lungo termine.

Il ritorno di Trump sembra anche aver influenzato la percezione generale dell’evento. Alcuni partecipanti abituali hanno criticato l’alto costo di partecipazione rispetto ai benefici concreti, mentre altri sostengono che il Forum stia diventando meno rilevante nel catturare le dinamiche reali del mondo politico ed economico. “Quello che dice Trump è molto più importante di qualsiasi cosa accada a Davos”, ha dichiarato un dirigente della Silicon Valley, sottolineando come l’attenzione globale sia ora concentrata sugli sviluppi politici a Washington.

Il meeting di Davos è una tradizione per il mondo corporate e offre un’occasione per tracciare la rotta dell’anno. Tra i partecipanti di quest’anno ci sono i CEO di Uber, Bank of America, Pfizer, Salesforce e Coca-Cola. Tra i leader mondiali, ci saranno la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen, il cancelliere tedesco Olaf Scholz e il presidente argentino Javier Milei.