L’Autorità di controllo dei mercati del Regno Unito ha stilato una guida per evitare l’uso improprio dell’etichetta ESG nei fondi comuni. La Financial Conduct Authority (FCA), l’ente britannico di regolamentazione, ha deciso di intervenire poiché la costante crescita della domanda di investimenti ESG e sostenibili da parte degli investitori ha comportato un incremento della loro rilevanza nei mercati europei, rispetto alla quale non sempre la qualità dell’offerta si è rivelata all’altezza.
La richiesta di autorizzazione di nuovi prodotti ESG o di rimodulazione delle strategie di investimento è oramai all’ordine del giorno. Un rapido cambiamento, che l’authority giudica favorevolmente in quanto va incontro alle esigenze dei risparmiatori, ma che richiede anche la capacità di rispondere rapidamente a nuove sfide quali il miglioramento dei dati e delle metriche ESG. Altrimenti si rischia di perdere la fiducia degli investitori.
La FCA ha quindi scritto una lettera rivolta ai gestori di fondi in cui fissa alcuni principi sulla progettazione, la distribuzione e la divulgazione dei fondi di investimento ESG al fine di evitare pratiche di greenwashing. Gli asset manager devono essere in grado di supportare in modo concreto e con un’informativa trasparente le proprie dichiarazioni e gli slogan relativi all’ambiente, alle pratiche sociali e alla governance, E per maggiore chiarezza ha citato alcuni esempi di cosa non si deve fare affinché un fondo di investimento sia effettivamente ESG o sostenibile.
Ma qual è la ricetta dell’Authority inglese per un fondo realmente ESG? Il primo dei principi è la coerenza tra l’etichetta del fondo e la materialità delle aziende che compongono il portafoglio. Inoltre è necessario dotarsi di una policy e degli obiettivi ESG stabiliti a monte del processo di investimento.
A questi principi va aggiunta la presenza di una strategia di investimento chiara e facilmente reperibile affinché i consumatori siano in grado di valutare la reale natura del portafoglio di investimento rispetto alle tematiche ESG. Simultaneamente le società di asset management che decidono di commercializzare un prodotto finanziario sostenibile devono divulgare anche la propria politica di stewardship e dimostrare la qualità delle fonti dei dati ESG che vengono usati come input nel processo di investimento.
L’uso proprio del acronimo ESG è un elemento da verificare con molta attenzione dato che ci sono esempi in cui l’uso di questa terminologia non era coerente alla natura stessa del fondo di investimento. L’obiettivo di queste proposte è preservare l’interesse dei consumatori, che possono essere influenzati nello loro scelte di investimento da slogan non corretti.
Tra gli esempi di pratiche da evitare, la FCA cita un fondo che dichiarava di investire in società che impattano positivamente l’ambiente, mentre non era in grado di fornire dati chiari a supporto di questa mission. In un altro caso, analizzando il portafoglio di un fondo l’Authority ha notato che nella Top10 delle aziende presenti nel portafoglio, due società avevano un livello di emissioni molto elevato. Oppure di un fondo passivo ESG che tracciava un indice non ESG e dal quale non erano neppure state studiate delle esclusioni.