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Governance

Gli USA vogliono che anche le imprese europee abbandonino la diversity

Guerra dichiarata alla diversity anche fuori dagli Stati Uniti. Secondo quanto riportato dal quotidiano francese Les Echos, diverse decine di aziende francesi avrebbero ricevuto una lettera invitandole a dichiarare di non avere in atto nessuna politica di supporto della diversity, pena non essere ammessi alle gare per le commesse del governo americano. Una forma di imposizione al di fuori del territorio americano delle norme care all’amministrazione americana che ha inquietato l’establishment transalpino.

“Queste pratiche fanno parte di un modo di vedere le cose da parte del nuovo governo americana. E’ un modo di vedere diverso dal nostro” ha dichiarato una persona del ministero delle finanze francese, secondo quanto riportato dalla stampa estera. Dal punto di vista giuridico la richiesta non avrebbe potere per le imprese francesi, o europee. Tuttavia non è escluso che quelle che hanno attività legare agli ordini pubblici statunitensi decidano di oscurare le proprie politiche di diversità per non rischiare di essere estromesse dalle gare. In una situazione commerciale resa difficile anche dall’introduzione dei dazi.

Nella lettera si dice “Le aziende che stipulano contratti con il Dipartimento di Stato devono certificare che non applicano nessun programma DEI che violi alcune legge anti-discriminatoria” in quanto le politiche che favoriscono la diversity e l’inserimento di categorie sfavorite sono considerate discriminatorie. Le aziende per certificarlo devono compilare un questionario in cui dichiaravano di non farlo e che sarà soggetto alla False claim act che può dare atto a pene pecuniarie.

Dopo Francia e Spagna, anche l’Italia ha ricevuto l’allerta. Infatti l’ambasciata americana situata a Roma ha cominciato a inviare lettere alle imprese italiane fornitrici di beni e servizi, sottolineando loro l’importanza di adeguarsi alla linea americana in tema di politiche di Diversità, equità e inclusione (Dei) e di Diversità, equità, inclusione e accessibilità (Deia).
Le imprese dunque hanno cinque giorni per dichiarare se saranno conformi o meno alla linea di Trump rischiando, in caso di risposta negativa, di non poter più lavorare con il governo americano.