ESMA | ESG News

Lotta al greenwashing

ESMA, online traduzione delle regole di etichettatura ESG per i fondi, quali sono le scadenze da rispettare

L’European Securities and Markets Authority (ESMA), l’autorità di regolamentazione dei mercati dell’UE, ha pubblicato le traduzioni in tutte le lingue ufficiali dell’UE delle sue Linee guida sui nomi dei fondi che utilizzano termini ESG o correlati alla sostenibilità. A questo link è possibile scaricare anche la versione in italiano. 

Le linee guida entreranno ufficialmente in vigore dal 21 novembre 2024, tre mesi dopo la pubblicazione delle traduzioni. Entro il 21 ottobre 2024, invece, le autorità nazionali competenti dovranno notificare all’ESMA se sono conformi (alle linee guida), non sono conformi ma intendono conformarsi o non sono conformi e non intendono farlo. Il periodo transitorio per i fondi esistenti prima della data di applicazione sarà di sei mesi, tali fondi dovranno dunque conformarsi alle nuove regole entro il 21 maggio 2025. Tutti i nuovi fondi creati a partire dalla data di applicazione, invece, devono essere immediatamente allineati alle nuove regole.

Le linee guida dell’ESMA in breve

Le linee guida sulle regole di etichettatura ESG per i fondi hanno l’obiettivo di rendere più chiaro il panorama degli investimenti sostenibili, in un contesto di rapida e continua diffusione di questo tipo di prodotti, e di proteggere gli investitori dal rischio di greenwashing

Dal testo delle nuove linee guida pubblicato lo scorso 15 maggio, si evince che l’ESMA ha ceduto alle pressioni degli investitori che hanno rilasciato il proprio feedback alla consultazione lanciata dall’autorità nel 2022, abbassando le quote di investimenti sostenibili in un portafoglio necessarie per utilizzare determinate etichette. Nella sua proposta iniziale, infatti, l’ESMA aveva introdotto una soglia pari alla percentuale minima di investimenti richiesti per supportare il nome di un fondo correlato ai criteri ESG, ovvero una soglia dell’80% di portafoglio ESG per l’uso di termini correlati ai criteri ESG e una del 50% per il ricorso alla parola “sostenibile” o a qualsiasi altro termine legato alla sostenibilità.

Nella versione definitiva delle linee guida, invece, se la soglia dell’80% di portafoglio è stata mantenuta, è stata rimossa la soglia del 50%, per dare maggiore libertà a chi ricorre a termini come “sostenibile”. Inoltre, è stata inserita una nuova categoria, quella di “transizione”, per consentire l’uso di etichette per identificare i fondi che includono investimenti non attualmente “green”, ma focalizzati su strategie di transizione. La nuova categoria include termini come “miglioramento”, “progresso”, “evoluzione” e “trasformazione”. La categoria di transizione prevede anche una soglia di investimento dell’80%, applicando allo stesso tempo esclusioni per i benchmark di transizione climatica (CTB), invece che per i PAB (Paris-Aligned Benchmark), come era stato suggerito inizialmente. L’obiettivo è di consentire investimenti in aziende che derivano parte dei loro ricavi dai combustibili fossili, ma che al contempo sono altamente concentrate sulla transizione. 

Per quanto riguarda la nuova terminologia proposta nelle linee guida, oltre all’espressione “transizione” e a quelle più generiche come “ESG” o “sostenibile”, l’ESMA ha introdotto termini relativi all’impatto, come “impact investing”, la separazione dei termini relativi al sociale e alla governance dai termini ambientali. Infine, nei casi in cui si utilizza una parola correlata alla “transizione”, i gestori di fondi dovrebbero essere in grado di dimostrare che gli investimenti si trovano su un percorso chiaro e misurabile verso la transizione sociale o ambientale.