Il 28 novembre 2023, l’autorità britannica di regolamentazione delle imprese di servizi e dei mercati finanziari (Financial Conduct Authority, FCA) ha presentato la nuova normativa UK sui fondi ESG (Environmental, Social, Governance). Si tratta del tanto atteso Sustainability Disclosure Requirements (SDR), accompagnato da un sistema di etichettatura per i prodotti di investimento. La pubblicazione comprende un pacchetto sostanziale di misure volte a migliorare la fiducia e la trasparenza dei prodotti di investimento sostenibili e a ridurre al minimo il greenwashing.
Nel dettaglio, a partire dal 2024, sono circa 50.000 le entità finanziarie ad essere coperte dalla nuova normativa del Regno Unito. Ma queste potranno aumentare in tempi brevi, dato che la FCA ha già annunciato che prevede di estendere la portata delle regole a un panorama più ampio di società in un secondo momento.
Tra le imprese coinvolte da subito, vi sono aziende regolamentate dalla FCA (il gruppo più numeroso), soggette in particolare alla nuova regola anti-greenwashing. Queste imprese devono garantire che le informazioni fornite ai clienti siano chiare e non fuorvianti, dando ai clienti gli strumenti necessari per verificare qualsiasi affermazione di sostenibilità. Altre aziende interessate dall’SDR sono quelle che gestiscono prodotti di investimento per investitori al dettaglio, come le società di gestione patrimoniale e i servizi di gestione del portafoglio. Tali aziende sono soggette alle nuove norme sull’informativa sui fondi ESG del Regno Unito.
Infine, ad essere interessati sono anche i distributori di prodotti di investimento, tra cui i consulenti finanziari, che dovranno conformarsi alla normativa mostrando le etichette in modo ben visibile accanto alle informative sui prodotti rivolte ai consumatori.
La nuova normativa, che apparentemente sembrerebbe di interesse unicamente degli operatori finanziari domiciliati in UK, interessa invece tutti, o almeno i Paesi europei, dato il loro stretto legame con Londra, uno dei mercati finanziari globali più importanti. Ecco perché è utile conoscere le caratteristiche della SDR.
Indice
Cos’è l’SDR
La Sustainability Disclosure Requirements (SDR) and investment labels Policy Statement, che illustra nel dettaglio le regole che si applicheranno ai fondi sostenibili domiciliati nel Regno Unito, arriva dopo due anni di intenso lavoro della FCA.
In particolare, il nuovo pacchetto contiene:
- Una regola anti-greenwashing per garantire che le dichiarazioni siano corrette, chiare e non fuorvianti;
- Le quattro etichette di sostenibilità menzionate, per aiutare i consumatori a orientarsi nel panorama dei prodotti e rafforzare la fiducia;
- Regole sull’uso della terminologia, al fine di garantire che l’uso dei termini legati alla sostenibilità sia accurato;
- Informazioni rivolte ai consumatori, per facilitare la comprensione delle caratteristiche dei prodotti di sostenibilità;
- Informazioni su come le aziende gestiscono i rischi e le opportunità legati alla sostenibilità;
- Requisiti per i distributori dei fondi, con l’obiettivo di garantire che le informazioni sui prodotti siano disponibili ai consumatori.
Nel grafico sono illustrate le tempistiche di attuazione di tutte le componenti della nuova normativa britannica sui fondi.
Tempistica di implementazione
Norma anti-greenwashing
La pietra angolare del quadro di divulgazione della sostenibilità della FCA è la norma anti-greenwashing, che affronta una preoccupazione diffusa nel settore. Questa regola, la prima ad entrare in vigore a maggio 2024, richiede che le dichiarazioni di un determinato prodotto o servizio siano in linea con i suoi attributi effettivi. Sottolineando i concetti di chiarezza e accuratezza, la norma mira a contrastare le dichiarazioni fuorvianti sulla sostenibilità, garantendo che gli enti finanziari adottino pratiche di comunicazione responsabili e trasparenti.
Le quattro etichette di investimento sostenibile
Per facilitare gli investitori a adottare un processo decisionale di investimento informato, la FCA ha introdotto quattro etichette di investimento di sostenibilità, ciascuna con criteri distinti, ma tutte prevedono una soglia minima del 70%.
La categoria Sustainability Focus identifica i fondi con una chiara attenzione agli investimenti sostenibili, che investono quindi in asset con un focus sulla sostenibilità delle persone o del pianeta. L’etichetta Sustainability Improvers, invece, riconosce i fondi che investono principalmente in asset che potrebbero non essere sostenibili adesso, ma che hanno intenzione di migliorare la proprie pratiche di sostenibilità nel tempo. La terza, Sustainability Impact, evidenzia i fondi con un impatto positivo significativo sulla sostenibilità. Infine, Sustainability Mixed Goals, si riferisce ai fondi che perseguono una strategia mista che comprende vari obiettivi di sostenibilità.
Il vantaggio portato da queste etichette è legato al fatto che esse forniscono un quadro standardizzato, offrendo agli investitori una comprensione più chiara del profilo di sostenibilità di un fondo. In base al sistema di categorizzazione dei fondi, i gestori patrimoniali del Regno Unito devono condividere le informazioni sulle caratteristiche di sostenibilità dei loro prodotti prima di stipulare un contratto e successivamente in modo continuativo. E se gestiscono beni superiori a 5 miliardi di sterline, devono anche fornire informazioni a livello di società ed entità.
Le quattro etichette dei fondi ESG
Queste regole ampliano i requisiti di divulgazione già esistenti, che si basano sui suggerimenti della Task Force sulle informazioni finanziarie legate al clima (TCFD). La Financial Conduct Authority (FCA), inoltre, prevede di aggiornare ulteriormente queste regole per allinearle ai più recenti standard di sostenibilità dell’International Sustainability Standards Board (ISSB).
Regole sull’uso della terminologia
Riconoscendo il potere del linguaggio nel modellare le percezioni e la politica di investimento, la FCA impone norme più severe sull’uso di termini legati alla sostenibilità. A partire dal 2 dicembre 2024, queste regole si applicano ai gestori di fondi autorizzati nel Regno Unito e ai gestori britannici di fondi di investimento alternativi. Le linee guida mirano a garantire che termini come “verde”, “net-zero” e “responsabile” siano utilizzati in modo responsabile e accurato nei materiali di marketing. Tuttavia, i fondi non etichettati possono comunque utilizzare questi termini, soggetti a condizioni specifiche e all’informativa obbligatoria rivolta ai consumatori.
Obblighi di divulgazione e reporting
La dichiarazione della FCA delinea requisiti completi di divulgazione e rendicontazione volti a migliorare la trasparenza. La misura include informazioni rivolte ai consumatori, che consentono agli investitori di comprendere le principali caratteristiche della sostenibilità e informazioni su come le aziende gestiscono i rischi e le opportunità legati alla sostenibilità. La direttiva impone un’informativa precontrattuale dettagliata, un’informativa continua a livello di prodotto e un’informativa a livello di entità, rivolta sia agli investitori istituzionali che ai consumatori che cercano informazioni approfondite.
In questo contesto, la FCA ha inoltre osservato che la tassonomia verde del Regno Unito dovrebbe essere allineata con i requisiti di divulgazione per garantire che le attività incluse nel campo di applicazione soddisfino uno standard di sostenibilità credibile.
Modifiche della SDR rispetto alle proposte originali
Inizialmente prevista per la fine del secondo trimestre del 2023, la FCA ha ritardato la pubblicazione del documento contenente la nuova normativa a causa dell’ampio periodo di consultazione e del feedback. Confronto che si è mostrato decisivo per la delineazione della normativa, dato che in base ai feedback ricevuti dagli operatori del settore, la FCA ha apportato alcune modifiche alla bozza di normativa che aveva previsto, relative a:
- Esclusione della gestione del portafoglio: i portafogli discrezionali sono stati esclusi dall’ambito delle etichette di investimento e dei regimi di informativa, riflettendo le preoccupazioni del settore sulla fattibilità;
- Regole di denominazione e marketing: riconoscendo le critiche alle proposte iniziali, la FCA ha rivisto le regole di denominazione e marketing per consentire ai gestori patrimoniali di promuovere fondi non etichettati con caratteristiche ESG, a condizione che aderiscano a linee guida specifiche;
- Introduzione di una quarta etichetta: l’etichetta “Sustainability Mixed Goals” accoglie fondi con strategie di sostenibilità miste, affrontando una categoria che non rientrava perfettamente nelle tre etichette originali;
- Proroga della data di attuazione: la data di attuazione della norma anti-greenwashing è stata prorogata al 31 maggio 2024, fornendo un periodo di consultazione per nuove linee guida.
SDR e SFDR a confronto
Sebbene l’SDR sia generalmente considerata la risposta del Regno Unito alla SFDR (Sustainable Finance Disclosure Regulation) dell’UE, i due regimi sono lungi dall’essere allineati. Ognuno con le proprie peculiarità, però, punta a fornire una definizione e classificazione chiara dei prodotti, l’SDR tramite le etichette e l’SFDR con le categorie articolo 6, 8 e 9.
Tra le differenze sostanziali tra SDR e SFDR, spicca il fatto che il Regno Unito non prevede il concetto di “non arrecare danni significativi” (DNSH), ritenendolo troppo restrittivo nella fase iniziale. L’SDR inoltre non include alcun riferimento all’allineamento della tassonomia (sebbene la FCA preveda di farlo in futuro). Infine, nella normativa britannica non c’è alcun riferimento ai principali indicatori di impatto avverso (PAI).
Nonostante le loro diversità, però, le due normative non confliggono e possono essere utilizzate parallelamente se necessario, come ha sottolineato nel documento di consultazione la FCA.
Morningstar: Sustainability Focus sarà la categoria più utilizzata
Per adeguarsi alla nuova normativa, nei prossimi mesi i gestori patrimoniali rivedranno le loro linee di prodotti per valutare quali fondi si qualificheranno per le etichette. In un approfondimento, Morningstarha analizzato il contesto attuale del mercato britannico per cercare di prevedere quali fondi saranno etichettati e quali etichette saranno privilegiate. Lo scopo è quello di valutare come potrebbe essere il mercato dei fondi britannici con marchio di sostenibilità entro la fine dell’anno.
Nell’analisi, Morningstar ha preso in esame i fondi inclusi nel suo database che rientrano nel campo di applicazione del regolamento e che presentano termini legati alla sostenibilità nei loro nomi. Sono stati così identificati 410 fondi, che rappresentano circa il 23% dei fondi disponibili per la vendita nel Regno Unitocon termini legati alla sostenibilità nei loro nomi.
Distribuzione dei 410 fondi britannici con termini legati alla sostenibilità nei loro nomi
Dallo studio di Morningstar si nota che “sostenibile” e “sostenibilità” sono i termini più comuni, utilizzati da 208 fondi britannici, seguiti a grande distanza da “ESG” (43), “responsabile” (25), “etico” (23) e “clima” (17). Il termine “Impact” è utilizzato solo da sette fondi.
Dopo aver analizzato l’universo, Morningstar ha intervistato 15 gestori patrimoniali che commercializzano attivamente fondi nel Regno Unito. La maggior parte ha dichiarato di essere ancora nella fase iniziale di lettura e interpretazione delle norme prima di passare alla fase successiva, ma alcuni di loro sono stati in grado di comunicare il numero di fondi che ritenevano idonei a ricevere un’etichetta e quale etichetta avrebbero preferito utilizzare per ciascun fondo. Partendo da questo confronto, Morningstar ha stimato che circa 300 fondi (poco più dell’8% dei fondi domiciliati in UK, per un valore di circa 110 miliardi di sterline) opterebbero per una delle quattro etichette, in uno scenario ottimistico.
Tra questi 300 fondi, in base all’analisi dell’agenzia di ricerca, l’etichetta più diffusa sarà quella di Sustainability Focus (46% dei prodotti etichettati), seguita da Sustainability Mixed Goals (31%), Improvers (12%) e Impact (11%).
Stime sull’etichettatura del mercato dei fondi ESG alla fine del 2024
Altro risultato interessante della ricerca di Morningstar è che il 52% dei 300 fondi considerati offrirà un’esposizione ai mercati azionari, mentre circa il 31% sarà costituito da fondi di allocazione. Il reddito fisso rappresenterebbe solo l’8% circa dei fondi etichettati.
Stime sull’asset class dei fondi etichettati alla fine del 2024
Un dato, sottolinea Morningstar, che in realtà non stupisce più di tanto. L’azionario, infatti, rimane l’asset class in cui è più facile integrare i fattori ESG. L’integrazione dei fattori di sostenibilità nelle strategie a reddito fisso, invece, deve affrontare diversi problemi, tra cui la disponibilità e la qualità dei dati.