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Rapporto investimenti sostenibili e rischi climatici

Bankitalia: come ha decarbonizzato il portafoglio nel 2022 (-36% l’intensità carbonica)

Banca d’Italia continua a rendere più sostenibili gli investimenti del proprio portafoglio finanziario. In particolare, nel 2022 l’intensità carbonica media ponderata del portafoglio azionario diretto (Weighted Average Carbon Intensity-WACI) è più bassa del 32% rispetto all’indice di mercato preso come riferimento ed è scesa del 36% rispetto a fine 2020, a fronte di una riduzione del 16% per l’indice di riferimento. Al contempo, per le obbligazioni societarie, la diminuzione nel biennio è stata del 16% e il dato del 2022 – pari a 109 tCO2 eq – è inferiore del 18% rispetto all’indice di riferimento. Per quanto riguarda i titoli di Stato, la quota di obbligazioni verdi è cresciuta in un anno dallo 0,7% al 2,8%. Sono questi alcuni dei risultati emersi dal Rapporto sugli investimenti sostenibili e sui rischi climatici sul 2022 pubblicato da Bankitalia e che analizza i portafogli non di politica monetaria dell’istituto.

Il rapporto è articolato in quattro capitoli che illustrano il processo decisionale della gestione dei portafogli, le strategie d’investimento, il sistema di gestione dei rischi, i risultati di sostenibilità conseguiti e gli obiettivi. Il documento risponde agli impegni presi dalla banca nel 2021 con la Carta degli investimenti sostenibili di comunicare periodicamente i risultati delle strategie di investimento sostenibile per i portafogli non di politica monetaria e di contribuire alla promozione della cultura della sostenibilità nel sistema finanziario e tra i cittadini.

Nel rapporto l’istituto bancario nazionale esplicita l’obiettivo di gestire i propri investimenti non di politica monetaria in coerenza con gli Accordi di Parigi e con gli obiettivi climatici dell’Unione europea. L’effettivo raggiungimento di questo obiettivo dipenderà però dal rispetto degli impegni di neutralità climatica assunti dalle imprese e dai governi degli Stati in cui la banca investe. La banca ha infatti sottolineato che i progressi riscontrati in merito all’intensità carbonica riflettono il peso e la struttura settoriale degli investimenti italiani, caratterizzati da una maggiore incidenza dei comparti dei servizi pubblici, energia e industria e lo stile di gestione che privilegia informazioni previsionali come gli impegni di decarbonizzazione delle imprese, anziché applicare esclusioni basate sulle emissioni storiche di gas serra.

Come ricordato da Bankitalia, con il rapporto l’Istituto dà inoltre attuazione all’impegno assunto insieme alle banche centrali dell’Eurosistema per l’applicazione di principi di investimento sostenibili e responsabili ai portafogli non di politica monetaria. L’impegno prevede da quest’anno la diffusione periodica di informazioni relative ai rischi climatici per tali investimenti.

I meccanismi di governo

Nel 2022 l’assetto di governo adottato dall’istituto per le scelte di investimento è rimasto invariato. Il governo degli investimenti della Banca d’Italia è quindi responsabilità del Direttorio, del Comitato Strategie e rischi finanziari e del Comitato per gli investimenti.

Sui temi della sostenibilità il Comitato Cambiamenti climatici e sostenibilità, presieduto da un membro del Direttorio, svolge funzioni di indirizzo strategico e di coordinamento. Non ha compiti direttamente connessi con gli investimenti, ma promuove analisi sui rischi e sulle opportunità relativi ai profili ESG, che contribuiscono all’affinamento delle metodologie per gli investimenti sostenibili dell’Istituto. Il comitato è assistito dal nucleo cambiamenti climatici e sostenibilità, che coordina i lavori sui temi ESG presso i vari dipartimenti della banca, anche grazie alla collaborazione di un gruppo di contatto permanente costituito dagli specialisti in materia.

Sia le proposte di allocazione di lungo periodo (allocazione strategica) del portafoglio finanziario e delle riserve valutarie della banca sia le proposte di allocazione di breve periodo (gestione tattica) sono elaborate dalla funzione di gestione del rischio, in collaborazione con le funzioni deputate alle operazioni di mercato e alla ricerca economica. La proposta di allocazione strategica, formulata annualmente, integra aspetti finanziari e considerazioni sul rischio climatico e di sostenibilità degli emittenti privati. Viene sottoposta per un parere preventivo al Comitato Strategie e rischi finanziari e infine approvata dal Direttorio. La verifica periodica della convergenza del portafoglio finanziario verso l’allocazione strategica spetta al Comitato per gli investimenti. Un meccanismo di governo analogo viene adottato anche per la gestione del fondo pensione complementare per i dipendenti della Banca d’Italia.

Fonte: Rapporto sugli investimenti sostenibili e sui rischi climatici sul 2022, Banca d’Italia

La strategia di investimento combina criteri finanziari ed ESG

Dal 2019 la strategia di investimento della banca combina tra loro criteri finanziari e di sostenibilità. Con il Piano strategico 2023-2025 l’istituto ha rafforzato ulteriormente l’impegno per l’integrazione dei due aspetti. Alla fine del 2022 gli investimenti finanziari esaminati nel rapporto pubblicato (portafoglio finanziario in euro, riserve valutarie e fondo pensione complementare) ammontavano a 169,2 miliardi di euro, composti prevalentemente da titoli di Stato dell’area dell’euro e dei paesi che emettono le principali valute.

Fonte: Rapporto sugli investimenti sostenibili e sui rischi climatici sul 2022, Banca d’Italia

La banca ha scelto di non ricorrere a strategie di investimento basate sull’esclusione degli emittenti dei settori economici a maggiore impronta carbonica, ma di favorire, all’interno di ciascun settore, le imprese più impegnate nella transizione. A questo fine i modelli di selezione dei titoli azionari e delle obbligazioni societarie sono stati rivisti per tenere conto degli impegni di decarbonizzazione delle aziende.

Inoltre, lo scorso anno è stato costituito un portafoglio tematico, incentrato sulle imprese dell’area dell’euro che con le loro attività produttive possono contribuire maggiormente alla transizione verso un’economia a basse emissioni; ed è stato avviato un dialogo con le imprese responsabili della gran parte delle emissioni di gas serra riferibili al portafoglio azionario, per approfondire i loro piani di transizione e per illustrare la strategia di investimento sostenibile della banca.

Per i titoli di Stato, la strategia di sostenibilità ritenuta più adatta è quella di investimento in obbligazioni verdi (green bond) emesse da Stati, organismi sovranazionali e agenzie di emanazione pubblica.

Fonte: Rapporto sugli investimenti sostenibili e sui rischi climatici sul 2022, Banca d’Italia

La gestione dei rischi legati alla sostenibilità

I rischi legati alla sostenibilità -tra i quali quelli derivanti dal cambiamento climatico, dalla perdita di biodiversità, da condizioni sociali e lavorative deteriorate e da meccanismi di governo delle imprese inadeguati – possono influire sui profili di rischio finanziario e di rendimento dei portafogli. Si riflettono inoltre sul benessere delle persone, sulla stabilità finanziaria e dei prezzi, sulla crescita effettiva e potenziale dell’economia, e dunque sugli obiettivi istituzionali delle banche centrali. Per queste ragioni l’istituto integra i fattori climatici e di sostenibilità nei modelli di gestione dei rischi di portafoglio, a partire dalla fase di allocazione strategica.

La selezione degli investimenti prende avvio dai risultati di un modello che minimizza la perdita di capitale che si potrebbe verificare, nell’orizzonte di un decennio, negli scenari economico-finanziari più avversi, contestualmente, attraverso specifici vincoli, si migliora (o almeno si preserva) di anno in anno il punteggio ESG dei portafogli e si riduce progressivamente l’intensità carbonica media ponderata degli investimenti nei titoli di emittenti privati.

Nella fase successiva di selezione dei titoli, l’integrazione dei criteri di sostenibilità avviene con modalità differenziate per ciascuna classe di attività finanziaria. Per gli investimenti diretti in azioni e obbligazioni societarie, l’obiettivo è il miglioramento del punteggio ESG e degli indicatori climatici rispetto sia al passato sia all’indice di riferimento. Il controllo del rischio climatico avviene tenendo conto non tanto del livello delle emissioni storiche, quanto della sua variazione e dei piani di transizione delle imprese.

Fonte: Rapporto sugli investimenti sostenibili e sui rischi climatici sul 2022, Banca d’Italia

Gli indicatori e gli obiettivi ESG di Bankitalia

Gli indicatori analizzati sono relativi sia ai rischi climatici sia agli altri rischi di sostenibilità. L’indicatore dell’intensità carbonica media ponderata del portafoglio azionario diretto (WACI) è diminuito del 32% rispetto all’indice di mercato preso come riferimento ed è sceso del 36% nel confronto con il dato della fine del 2020, a fronte di una riduzione del 16% per l’indice di riferimento.

La riduzione, sottolinea l’istituto bancario nazionale, è effetto della riallocazione del portafoglio verso titoli con minori emissioni di gas serra e della diminuzione dell’intensità carbonica media dell’indice di riferimento. I miglioramenti riscontrati nell’indice sono legati tra l’altro ai progressi delle imprese nei percorsi di decarbonizzazione; questi progressi sono testimoniati dalla crescita delle aziende con impegni e obiettivi climatici validati dall’SBTi, salite in termini di peso dal 43% dell’indice del 2020 al 70% del 2022.

Per le obbligazioni societarie, la diminuzione nel biennio è stata del 16%. Il dato del 2022 è inferiore del 18% rispetto all’indice di riferimento. Per quanto riguarda i titoli di Stato, la quota di obbligazioni verdi è cresciuta in un anno dallo 0,7 al 2,8 per cento. Anche gli indicatori del portafoglio del Fondo pensione complementare evidenziano un miglioramento degli indicatori climatici per le azioni e le obbligazioni societarie.

Fonte: Rapporto sugli investimenti sostenibili e sui rischi climatici sul 2022, Banca d’Italia

Relativamente alle altre dimensioni della sostenibilità, i portafogli azionari e di obbligazioni societarie mostrano punteggi ESG aggregati superiori agli indici di riferimento. Alcuni dati, come per esempio quello relativo alla diversità di genere negli organi di amministrazione, sono migliori dell’indice per tutti i portafogli analizzati.