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Russia-Ucraina: gli effetti sul mercato per i principali asset manager e strategist

L’attacco di Vladimir Putin a Kiev desta la preoccupazione del mondo della finanza. Mentre i prezzi di gas e petrolio vanno al rialzo (rispettivamente +33% e +7%), le Borse europee registrano un forte calo: Francoforte crolla del 3,3%, Parigi del 3,1% e Londra del 2,4%. Peggio di tutte, però, è Piazza Affari con un calo del 3,5%, un effetto dei titoli fortemente esposti verso la Russia come Unicredit, Intesa Sanpaolo e Pirelli. 

In un contesto di forte crisi delineato da una grave volatilità dei mercati, gli esperti di alcune delle più importanti società di gestione si sono pronunciati sull’escalation delle ostilità tra i due Paesi. 

GAM Investments

“Fino alla scorsa settimana quasi tutti gli analisti concordavano sul fatto che Putin non sarebbe entrato con le proprie truppe in Ucraina e invece, dopo aver riconosciuto ufficialmente la Repubblica di Donetsk e di Luhansk, ha prima mosso il suo esercito nella regione del Donbas, poi ha iniziato un attacco alle postazioni militari Ucraine – afferma Paolo Mauri Brusa, gestore del team Multi Asset Italia di GAM (Italia) SGR – Gli scenari che si aprono, purtroppo, sono di grande incertezza”. 

Se per molti Paesi europei, fortemente dipendenti dall’import di materie prime come gas e petrolio, l’aumento del prezzo di questi beni ha degli effetti gravi in termini economici, Mauri Brusa spiega che la dipendenza di Mosca dall’afflusso di capitali esteri è relativa (dato che gode di un debito pubblico ridotto, una bilancia dei pagamenti in surplus e uno stock di riserve in valuta estera molto alto rispetto agli altri Paesi emergenti). Quindi, le sanzioni finanziarie predisposte finora non avrebbero grandi risultati. Ciò che rappresenta effettivamente una grossa perdita economica (55 miliardi di metri cubi di gas all’anno in meno) per il Cremlino è la negata richiesta fatta da Putin alla Germania di dare il via libero al gasdotto sottomarino più lungo del mondo. Ma l’opera è fortemente osteggiata da Stati Uniti, Ucraina e alcuni stati membri della Nato, perché ritengono aumenterebbe di molto la dipendenza dell’Europa dalla Russia. 

Secondo l’esperto di GAM Italia in questo momento di grande incertezza, “fino a quando la situazione non si stabilizzerà e la diplomazia potrà tornare nuovamente a lavorare per una risoluzione politica della crisi, la volatilità sui mercati resterà elevata”. “Se la crisi dovesse protrarsi a lungo – conclude Mauri Brusa – un impatto negativo sulla crescita economica, in particolare dell’Eurozona, sarà inevitabile”.

Per Tim Love, Investment Director responsabile delle strategie azionarie dei paesi emergenti di GAM Investments, la preoccupazione più importante per i mercati emergenti è il costo del petrolio. “Le sanzioni alla Russia porterebbero a un aumento dei prezzi del petrolio e a un aumento generale dei premi al rischio delle azioni dei mercati emergenti”, afferma l’Investment Director, “Crediamo che questo sarebbe positivo per l’Arabia Saudita e per i titoli petroliferi degli emergenti nel complesso, ma negativo per l’Europa orientale”.

“Con l’invasione dell’Ucraina delle truppe russe, si possono aspettare sanzioni molto più dure. Un problema di chiarezza sorgerebbe se si verificasse una guerra economica ibrida progettata per generare un cambio di regime verso un governo pro-Mosca senza truppe. Ci aspettiamo che la risposta occidentale sia divisa in questo scenario, ma in generale sarebbe più intensa se si verificasse prima delle elezioni di metà mandato degli Stati Uniti nel novembre 2022”, aggiunge Love.

Bluebay Asset Management

“A novembre abbiamo recepito con serietà le preoccupazioni dei governi occidentali sui rischi di un attacco della Russia all’Ucraina, e di conseguenza abbiamo ridotto l’esposizione di tutti i nostri fondi”, spiega Timothy Ash, Senior Emerging Market Sovereign Strategist di Bluebay AM. Con l’aggravarsi della situazione, secondo l’analista di Bluebay, è evidente che le performance degli asset russi non potranno che peggiorare, con un arresto di investimenti e crescita e un conseguente peggioramento del tenore di vita. Per quanto riguarda l’Ucraina, secondo Ash, qualora Mosca imponesse a Kiev un nuovo regime, gli asset del Paese non sarebbero più investibili.

“I rischi di contagio sono significativi per l’Europa emergente e in particolare per la Turchia” – avverte Ash e conclude rivelando che la preoccupante stagflazione globale che rischia di essere provocata dai prezzi energetici più elevati, farebbe cadere in sofferenza i Paesi importatori di energia di tutto il mondo.

Invesco

Secondo gli analisti di Invesco, le reazioni dei mercati finanziari all’inasprirsi del conflitto fra Russia e Ucraina non sono sorprendenti. Tuttavia, Luca Tobagi, Investment Strategist di Invesco, dà una chiave di lettura interessante ricordando che, se nel breve periodo per i mercati finanziari i rischi sono certamente elevati, non bisogna dimenticarsi però che nel medio-lungo termine lo scoppio delle ostilità è storicamente un’opportunità di acquisto. “Se prendiamo come esempio S&P 500, il mercato azionario americano, vediamo che dopo l’attacco di Pearl Harbour e l’ingresso degli Stati Uniti nella Seconda Guerra Mondiale, la forte correzione nel mercato azionario fu un’opportunità di acquisto nel medio-lungo periodo. Questo – avverte Tobagi – “non vuol dire che dobbiamo chiudere gli occhi e comprare, ma semplicemente vuole essere un invito a non vedere tutto nero”.

Columbia Threadneedle

Mentre la situazione in Ucraina si evolve, rimaniamo concentrati sul nostro processo di investimento: gestione attiva, essere investitori a lungo termine in società con forti bilanci e solidi fondamentali, utilizzando le nostre capacità di ricerca.

Come per altre importanti situazioni geopolitiche, prevediamo volatilità nei mercati e mentre investiamo con convinzione non ignoriamo l’impatto degli eventi a livello globale sulle società e sui settori in cui investiamo, oltre all’impatto sulle economie più in generale. Inoltre, incorporiamo queste considerazioni come parte del nostro approccio di investimento responsabile, fornendo una gestione degli asset che sostiene il benessere della società.

William Davies, Global Chief Investment Officer di Columbia Threadneedle Investments

Stiamo già vedendo un sentimento di risk off in tutti i mercati emergenti, dato che la possibilità di sanzioni imposte aumenta, anche se la Russia e l’Ucraina insieme comprendono circa il 3,5% dell’indice Emerging Market Debt in valuta forte.

I nostri portafogli azionari globali dei mercati emergenti hanno circa il 4,5% di investimenti in società russe con un’esposizione minima al rublo. Dal punto di vista del credito, la maggior parte delle società russe si trova all’estremità inferiore del rating Investment Grade e potrebbero essere declassate a High Yield a causa dei rischi di sanzioni.

Prevediamo un aumento dei prezzi dell’energia e dei cereali in tutti i mercati emergenti, che avrà probabilmente un impatto sulle materie prime a livello globale. Continueremo a monitorare la situazione e a garantire una gestione attiva dei nostri portafogli responsabilmente e mantenendo una prospettiva globale.

Fidelity International

Anche Salman Ahmed, Global Head of Macro and Strategic Asset Allocation di Fidelity International, sottolinea l’importanza di considerare i rischi più nel lungo termine. “Avevamo adottato un atteggiamento prudente già dal 4° trimestre dello scorso anno e alla luce degli eventi probabilmente lo manterremo. I due rischi più estremi sono un’estensione del conflitto agli stati baltici, cosa che attirerebbe una reazione della NATO, e le interruzioni su larga scala dell’approvvigionamento energetico europeo, dato che il 40% del gas europeo proviene dalla Russia. I mercati energetici sono infatti il canale macro globale chiave e qualsiasi escalation si aggiungerà ai rischi di stagflazione. Le sfide che devono affrontare i responsabili della politica monetaria, specialmente alla Banca Centrale Europea, sono diventate significativamente più complicate con un altro shock dal lato dell’offerta che colpisce il sistema” sottolinea il global head of allocation.

Salman Ahmed, Global Head of Macro and Strategic Asset Allocation di Fidelity International 

I mercati devono ora valutare come gli ultimi sviluppi influenzino le implicazioni macro a medio termine. La risposta dell’Occidente sarà fondamentale, dato che le sanzioni presentate fino ad ora sono state tiepide, nel migliore dei casi.
Su base tattica, la nostra allocation è orientata verso l’Asia, con un posizionamento sovrappeso rispetto al benchmark sulla Cina e sulle regioni ASEAN. Queste regioni hanno dei margini interessanti sulle valutazioni, grazie alle precedenti correzioni, alle politiche di sostegno e ai fondamentali economici, e sono relativamente ben isolate dalla situazione geopolitica” prosegue Ahmed..

Le prospettive per i prossimi 12 mesi potrebbero migliorare ulteriormente. Siamo ancora a metà del ciclo e c’è la possibilità che l’inflazione si moderi, permettendo alle banche centrali di essere più moderate. Tuttavia, i rischi a breve termine sono aumentati notevolmente, e molto dipenderà da come si svilupperà la situazione tra Russia e Ucraina. La gestione attenta del rischio nei prossimi mesi sarà fondamentale, con un focus sulla protezione dai ribassi e un attento monitoraggio dell’evoluzione di questa situazione dinamica e complicata. 
Per ora rimaniamo sottopesati in attività di rischio per riflettere i crescenti rischi di stagflazione e geopolitici, ma seguiremo attentamente gli sviluppi della situazione e cercheremo di rientrare nel rischio se vedremo il momento giusto e l’opportunità di farlo a lungo termine” conclude.

Amundi 

“L’escalation delle tensioni geopolitiche tra Russia e Ucraina, con l’ingresso di forze militari russe nella regione del Donbas, si aggiunge all’incertezza sulle azioni delle banche centrali per combattere le pressioni inflazionistiche”, avvertono gli esperti di Amundi. La crescente volatilità ha coinvolto sia azioni che obbligazioni. 

Gli analisti di Amundi spiegano poi che sul fronte europeo si deve ancora trovare un terreno comune per quanto riguarda le sanzioni da applicare, anche se alcune sono già state annunciate dal Regno Unito e Germania, che sta trattenendo la certificazione sul gasdotto Nord Stream 2. 

Anche Amundi come Bluebay avverte sul rischio di stagflazione che si prospetta, soprattutto in Europa, in seguito all’aumento dei prezzi delle materie prime che inciderebbero sulla preesistente inflazione. 

“Questo contesto richiede una maggiore cautela nell’asset allocation e nella costruzione del portafoglio attraverso una riduzione del rischio di credito su tutta la linea, una maggiore protezione degli asset di rischio e un riaggiustamento tattico della duration, che può svolgere un ruolo di copertura nei portafogli a reddito fisso”, commentano gli esperti di Amundi, ribadendo che la necessità di “un approccio prudente sulle attività di rischio, con una preferenza per le azioni – in particolare, il segmento value – rispetto al credito, e una maggiore attenzione al rischio di liquidità”.

Per quanto riguarda le ripercussioni sul mercato russo, Amundi evidenzia il calo delle azioni russe, con l’indice MOEX che ha perso oltre il 19% negli ultimi cinque giorni e più del 30% dal picco di ottobre e il rublo russo che si è indebolito contro il dollaro a circa 80.

“L’oro è salito sopra i 1.900 dollari/oncia per la prima volta da maggio 2021. Anche i Treasuries sono saliti tra la domanda di beni rifugio, con il rendimento del 10Y statunitense che si è spostato all’1,92%”.

“I rischi geopolitici sono difficili da valutare. Generalmente causano una deriva verso l’alto durante i periodi di volatilità, creando un overshooting iniziale del mercato in una ricerca di protezione, con un possibile sollievo una volta che i mercati digeriscono il flusso di notizie”, concludono gli esperti di Amundi.

Fonte: Amundi on IMF, World Economic Outlook database October 2021.

Loomis Sayles

Per il Macro Strategies Group di Loomis Sayles, affiliata di Natixis IM, si prospetta una situazione di conflitto piuttosto prolungata che peggiorerà il contesto inflazionistico. Questo comporterà una sorta di “tassa sulla crescita globale” e, secondo gli esperti, anche in assenza di sanzioni energetiche, i prezzi di petrolio e gas continueranno a salire. 

“Prevediamo anche un aumento dei prezzi dei prodotti alimentari: l’Ucraina è un esportatore netto di grano e l’interruzione della fornitura proveniente dall’Ucraina potrebbe avere un impatto significativo sui prezzi”, aggiungono gli analisti di Loomis Sayles.

Per quanto riguarda le banche centrali, il Macro Strategies Group ritengono che continueranno il processo di “restringimento” in corso. Gli Stati Uniti, infatti, hanno già raggiunto il picco dell’inflazione prima dello scoppio del conflitto, quindi la “Federal Reserve è sotto pressione per un rialzo: riteniamo andrà avanti con un aumento di 25 punti base a marzo”. 

Nel lungo periodo, gli esperti di Loomis Sayles si aspettano che anche la politica monetaria si complichi perché le banche centrali saranno esposte ai rischi di una potenziale stagflazione. 

“C’è un rischio di coda che le tensioni si intensifichino tra le truppe russe e NATO che confinano con l’Ucraina. Questo scenario potrebbe portare ad un impegno militare diretto con le forze della NATO. E questa è una possibilità che probabilmente non è ancora prezzata nei mercati”, concludono gli analisti. 

Fonte: Loomis Sayles.

Allianz Global Investors

“Con l’invasione dell’Ucraina da parte delle forze russe, la parola d’ordine per gli investitori deve essere vigilanza, poiché il conflitto potrebbe prendere forme diverse e i costi umanitari potrebbero essere enormi”, avverte Gregor Hirt, Global CIO Multi-Asset di Allianz GI.

Gregor Hirt, Global CIO Multi-Asset di Allianz GI.

Secondo l’esperto, inoltre, gli investitori già attenti dovrebbero adottare una posizione ancora più cauta in merito agli asset rischiosi. 

Anche l’analista di Allianz GI sottolinea che l’aumento dei prezzi delle materie prime avrebbe un impatto negativo in un contesto già dominato da un’elevata inflazione, con implicazioni per la crescita e potenzialmente anche per la politica monetaria.

J. P. Morgan 

Guardando ai titoli russi e ucraini, gli analisti di J. P. Morgan hanno stilato due liste, una di “outperformers” e una di “underperformers”. Tuttavia, i titoli più performanti sono certamente quelli che non hanno un’esposizione diretta allo scontro tra i due Paesi. 

Le aziende con “sensibilità positiva all’aumento del rischio Russia-Ucraina” sono Exxon Mobil (XOM), magnate del petrolio, EOG Resources (EOG), anch’esso produttore di petrolio, Lockheed Martin (LMT) e Northrop Grumman (NOC), entrambi leader nel settore aerospaziale, Mosaic (MOS), il più grande produttore statunitense di fertilizzanti a base di potassio e fosfato.

Morgan Stanley

I titoli che soffriranno di più sono quelli europei, secondo gli analisti di Morgan Stanley. Tra questi quelli che avranno un impatto negativo maggiore sono Yandex, società di servizi legati a internet, Evraz, società britannica produttrice di acciaio, Gobal Fashion Group, Technip Energies, azienda che si occupa di ingegneria e tecnologia per la transizione energetica, Coca-Cola, la società energetica austriaca OMV, Carlsberg e Nokian Renkaat, produttore di pneumatici finlandese.