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Report ESG

MainStreet Partners: i risultati del Barometro ESG e di Sostenibilità 2025

Nel 2024, con l’entrata in vigore delle nuove regole sulla denominazione dei fondi su entrambe le sponde dell’Atlantico, la pressione regolamentare in ambito di finanza sostenibile ha continuato a intensificarsi, con il rischio di multe per chi non si adegua, oltre al danno reputazionale che ne consegue. E la stretta si fa sentire, tant’è che l’87% dei fondi ha superato il test di MainStreet Partner sulla conformità normativa, ma al contempo i nuovi gestori valutati nel 2024 hanno ottenuto un punteggio medio di 3,1 su 5, in diminuzione rispetto agli anni precedenti. Elemento che riflette l’inasprimento degli standard ESG e di sostenibilità, le discrepanze regionali nelle politiche di investimento sostenibile e una copertura fondi più ampia, che ora include una gamma più diversificata di gestori. È quanto emerge dal Barometro ESG e di Sostenibilità 2025 del provider londinese di dati ESG, Sostenibilità e Impact MainStreet Partners. Giunto alla quarta edizione il report annuale offre un’analisi approfondita delle tendenze ESG e di sostenibilità nel mercato europeo dei fondi, utilizzando la metodologia proprietaria olistica a tre pilastri del provider del gruppo Allfunds, che considera la società di gestione nel suo complesso, la strategia dichiarata dal fondo e infine le singole partecipazioni in portafoglio.

L’analisi, condotta dal team di ricerca interno della società, si basa su un universo in continua espansione di oltre 9.500 fondi ed ETF, per oltre 100.000 ISIN gestiti da oltre 460 asset manager. Su oltre 1.300 di questi fondi è stato applicato il rigoroso processo di ricerca di Livello II, che prevede un’analisi ancora più approfondita per valutarne l’allineamento normativo e il livello di sostenibilità.

“Per supportare i nostri clienti nell’evoluzione dello scenario normativo, nel 2024 abbiamo introdotto il sotto-pilastro Allineamento Normativo UE e rafforzato la valutazione delle partecipazioni dei fondi, considerando non solo l’esposizione, ma anche l’intenzionalità degli investimenti” ha dichiarato Neill Blanks, Managing Director di MainStreet Partners. “Questa continuità rappresenta un valore fondamentale per i nostri clienti, garantendo un riferimento affidabile per la costruzione dei portafogli, la definizione degli obiettivi e il monitoraggio delle performance di sostenibilità. Nel valutare la conformità regolamentare europea dei fondi, MainStreet Partners identifica i rischi di greenwashing suddividendoli in quattro categorie: coerenza, chiarezza, denominazione e linguaggio utilizzato. Complessivamente, l’87% dei fondi ha passato il test mentre la causa principale del mancato superamento è l’adozione di denominazioni non conformi”.

I risultati

In un panorama normativo sempre più complesso e in evoluzione continua, MainStreet Partners ha rafforzato la propria metodologia di rating per supportare asset manager e investitori nella gestione dei rischi di greenwashing e nel migliorare la trasparenza. Nel 2024 è stato introdotto un nuovo sotto-pilastro, l’Allineamento Normativo UE, applicabile alle strategie classificate come Articolo 8 o 9 secondo la SFDR, con l’obiettivo di garantire una maggiore coerenza tra dichiarazioni e investimenti reali. Inoltre, è stata estesa l’analisi delle partecipazioni in portafoglio, valutando non solo l’esposizione, ma anche l’intenzionalità dell’investimento, offrendo così un quadro più completo e strutturato dell’impatto sostenibile dei fondi.

Fonte: MainStreet Partners

Tra i principali risultati del Barometro emerge che il punteggio medio assegnato agli asset manager aggiunti nel 2024 è di 3,1 su un massimo di 5, in calo rispetto agli anni precedenti. Questo riflette l’inasprimento degli standard ESG e di sostenibilità, le discrepanze regionali nelle politiche di investimento sostenibile e una copertura fondi più ampia, che ora include una gamma più diversificata di gestori.

In tema di greenwashing, l’analisi ha evidenziato una riduzione del rischio per i fondi Articolo 9, con la percentuale di quelli considerati a rischio che è scesa al 3%. Tuttavia, il 23% dei fondi Articolo 8 ha ottenuto un punteggio inferiore a 3 su 5, soglia al di sotto della quale MainStreet Partners li considera a rischio di greenwashing, evidenziando la necessità di una maggiore trasparenza e coerenza nelle strategie ESG.

Un altro aspetto rilevante è la crescente cautela tra alcuni dei principali asset manager riguardo agli impegni ESG. Il Barometro evidenzia come alcune delle più grandi società di gestione abbiano abbandonato iniziative di riferimento nel settore, come la Net Zero Asset Managers Initiative (NZAM) e il Climate Action 100+ (CA100+), segnalando un atteggiamento più prudente, soprattutto negli Stati Uniti, rispetto agli impegni di sostenibilità assunti negli anni precedenti.

Evoluzione del panorama normativo

La percentuale di fondi Articolo 9 che hanno un allineamento nullo alla Tassonomia UE è leggermente cresciuta dal 58% al 60%. I fondi con un allineamento superiore al 30% sono invece diminuiti dal 2% all’1%. Questo potrebbe indicare le difficoltà persistenti nel soddisfare gli standard della Tassonomia UE ma potrebbe anche riflettere un aumento della trasparenza nella divulgazione dei dati relativi all’allineamento.

Fonte: MainStreet Partners

La quota di fondi che viola i criteri di esclusioni PAB (Paris-Aligned Benchmark) è stabile al 72%. Le violazioni delle esclusioni richieste invece dai CTB (Climate Transition Benchmark) sono aumentate dal 36% al 49%. Questo incremento è dovuto principalmente alla riduzione del numero complessivo di fondi soggetti alla regolamentazione, poiché molti di essi hanno preferito modificare il nome per adeguarsi.

Le violazioni più comuni tra i fondi PAB riguardano attività legate al carbone e violazioni dei principi del Global Compact delle Nazioni Unite, mentre le violazioni dei CTB sono legate alle armi controverse e a violazioni delle linee guida OCSE.

Fonte: MainStreet Partners

Tra i 36 fondi con etichetta SDR inclusi nell’analisi di Livello II di MainStreet Partners 9 sono Impact funds, con un punteggio ESG & Sostenibilità medio di 4,6, 25 sono Focus funds, con un punteggio ESG & Sostenibilità medio di 4,1. Entrambe le categorie superano invece lo standard Sustainability Assessed di MainStreet Partners, con un punteggio superiore a 4,0.

I rating dei fondi classificati Articolo 6, 8 o 9 della SFDR sono rimasti stabili: in media i fondi Articolo 6 hanno ottenuto un punteggio di circa 2,5 su 5,0, mentre i fondi Articolo 9 hanno ottenuto un punteggio di 4,4 su 5,0. I maggiori cambiamenti si sono registrati nell’ambito dei fondi Articolo 8, il cui punteggio medio è sceso a 3,3, rispetto al 3,5 del 2022.