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Lombard Odier, natura, energia e salute al centro della transizione ecologica

Esplorare in profondità le possibili traiettorie di sviluppo della transizione verso un’economia ecologica, evidenziandone le innumerevoli opportunità, ma anche i rischi reali. Questo è l’argomento su cui si è concentrato il contributo della società di gestione Lombard Odier presso ConsulenTia, la rassegna annuale organizzata da Anasf (Associazione Nazionale Consulenti Finanziari) dedicata ai consulenti finanziari, 

Partendo dall’analisi del sistema Italia ed evidenziandone i punti di forza, oltre che le aree di progresso, Lombard Odier ha coinvolto persone che praticano tutti i giorni la sostenibilità nella loro professione, al fine di inquadrare le principali tendenze di sviluppo dei prossimi anni, anche a seguito dell’impatto a breve e lungo termine provocato dai recenti eventi geopolitici.

Per Andrea Illy, presidente di Illycaffè e co-presidente di Regenerative Society Foundation, fare business sostenibile porta valore e vantaggi competitivi all’azienda. “Prima di essere business, la sostenibilità è una filosofia. La filosofia d’impresa obbliga a camminare a testa alta e a non classificarsi come azienda parassita”, spiega Illy, aggiungendo che “tutto questo porta al concetto di corporate citizenship, per cui un’azienda deve rispondere alle proprie responsabilità sociali, culturali e ambientali rispetto alla comunità”. 

“Un altro elemento necessario per essere un’azienda sostenibile è porre attenzione alla propria strategia – evidenzia Illy – che nel nostro caso significa avere un rapporto diretto con gli agricoltori di caffè, cercando di implementare e migliorare le pratiche agronomiche rispetto alla sostenibilità ambientale”. “Inoltre, serve un approccio rigenerative, che per noi di Illy significa rafforzare il circolo virtuoso che coinvolge produttori e consumatori”. “Non c’è modo peggiore per distruggere il valore di un’azienda che essere carenti sul piano della sostenibilità”, avverte il presidente di Illy. “Per il nostro settore sicuramente è fondamentale concentrarsi sull’impatto che il nostro sistema produttivo ha sull’ambiente”, conclude Illy.

Di impronta ecologica e, quindi, dell’impatto delle attività economiche sull’ambiente, parla anche Paolo Vineis, professore ordinario di Epidemiologia Ambientale dell’Imperial College di Londra

“L’impatto è sicuramente economico, ma anche della salute, sebbene questo aspetto venga spesso sottovalutato, anche alla COP26”, afferma Vineis. 

“Per cercare di contenere le conseguenze degli impatti su ambiente e salute, tra cui siccità, scarsità nell’approvvigionamento alimentare, diffusione di malattie infettive ecc., occorre passare da un’economia cosiddetta estrattiva ad una circolare o rigenerativa. Purtroppo, la politica è in ritardo su questo, ma la finanza può avere un ruolo decisivo. Conviene, anche da un punto di vista economico, agire quanto prima”, continua Vineis. 

Anche Raimondo Orsini, direttore della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile è convinto che sia necessaria un’azione urgente. “I costi del non fare sono più alti di quelli del fare”, afferma Orsini rispetto al ruolo che la finanza può assumere nel fronteggiare i danni climatici, che “in pochi anni possono ridurre il PIL addirittura dell’8%”. 

“Il tema dell’energia è particolarmente importante, soprattutto in questo momento delicato. – prosegue Orsini – Il 77% dell’energia italiana proviene dall’estero ed è per lo più legata ai combustibili fossili”. “Ora però – sottolinea il direttore della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile – ci troviamo in un’epoca favorevole per compiere adeguatamente la transizione già iniziata”. L’obiettivo secondo Orsini deve essere quello didiversificare l’approvvigionamento il più possibile, puntando sulle rinnovabili. 

Un chiaro esempio di quanto un cambio di paradigma sia ormai necessario è la crescente affermazione e diffusione delle B Corp. Ne ha parlato durante l’evento Paolo DI Cesare, co-fondatore di Nativa, la prima B Corp in Italia. 

“Le B Corp sono aziende che hanno capito che è necessario aggiornare il sistema operativo. In particolare, per quanto riguarda il motivo per cui esiste l’impresa, quindi la vocazione. – spiega Di Cesare – Nel caso delle B Corp questo coincide con finalità che, pur includendolo, vanno oltre il profitto”. “Inoltre, le B Corp si contraddistinguono come aziende che hanno deciso di misurare l’impatto tramite strumenti adeguati”, continua Di Cesare. 

Se qualcuno avesse dei dubbi sui rendimenti finanziari di una B Corp, il fondatore di Nativa è categoricamente rassicurante: “Le B Corp hanno addirittura un livello di performance superiore a quello delle altre aziende, perché oggi guardare con attenzione agli aspetti della sostenibilità è qualcosa da cui non si può più prescindere”.