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H&K RIBI report 2024

Asset Management: ecco i gestori con impegno e brand più sostenibili

Quali sono gli asset manager con i brand più sostenibili? Quelli, cioè, che hanno plasmato la propria organizzazione per incorporare la responsabilità nel proprio modo di investire e lo sanno tradurre in modo coerente nel proprio brand? Anche quest’anno ad attestarlo è arrivata la classifica della società Hirschel and Kramer (H&K) che, nella sesta edizione del report (disponibile qui) sul Responsible Investment Brand Index (RIBI), ha analizzato la capacità di quasi 600 gestori patrimoniali a livello globale di tradurre i propri sforzi in ambito ESG in un valore riconosciuto dal mercato e che possa essere rispecchiato nel posizionamento del brand

“Gli asset manager devono esprimere le proprie convinzioni e i propri obiettivi. Adesso più che mai” è lo slogan del report. L’indice rappresenta uno strumento efficace per comprendere quali società stanno avendo maggiore successo nel raggiungere gli obiettivi di sostenibilità e costituisce una fonte di informazioni rilevanti nel settore dell’asset management per misurare il livello di impegno dei gestori nel campo degli investimenti sostenibili

Le dieci migliori società, ovvero quelle con il punteggio complessivo più alto, sono tutte europee, ma non compaiono italiane nella top ten. Al primo posto c’è DPAM, seguita da Candriam e podio anche per UBS Asset Management. Tra gli italiani Etica Sgr è l’unico che, secondo lo studio, riesce a tradurre il proprio impegno in una immagine coerente, mentre Anima e Eurizon, pur avendo un commitment sulla sostenibilità, dovrebbero migliorare i propri sforzi nel farlo percepire come immagine.

L’edizione 2024 del report punta i riflettori sugli effetti che la completa integrazione dei principi di investimento responsabile nell’identità di un’azienda può avere sugli asset manager. Allineando la propria struttura all’investimento responsabile, le società possono affrontare con successo le complessità del panorama ESG. “Ora più che mai, gli asset manager devono esprimere le proprie convinzioni e i propri obiettivi su come raggiungere il duplice scopo di generare rendimenti per i propri investitori e di contribuire a un mondo migliore attraverso le proprie azioni”, si legge nel report.

La composizione dell’indice RIBI

Il RIBI è un indice che misura la forza del legame tra l’impegno di un asset manager nell’investimento ESG e la sua identità, indicando il livello di coerenzaautenticità e integrazione di questa dimensione nella cultura dell’azienda. Concentrandosi sull’identità del marchio e sulla qualità dell’espressione invece che sulla quantità (frequenza della comunicazione o numero di risorse investite), il RIBI fornisce una misura significativa dell’impegno dei gestori.

Le due dimensioni di valutazione dell’indice RIBI sono:

  • Il Commitment (“Impegno”): include cinque criteri ponderati, come il livello e la qualità dell’impegno e della gestione, la strategia e l’organizzazione dell’investimento responsabile. La fonte di valutazione si basa sui Principles for Responsible Investment Transparency Reports: sono presi in considerazione fino a 300 parametri per costituire i cinque criteri di livello superiore del rating Commitment. In particolare, i cinque criteri sono: organizzazione e strategia, Integrazione degli investimento responsabili nei processi di investimento, Engagement e gestione, risultati sostenibili e coinvolgimento dei policy maker e coincolgimento dei senior.
  • Il Brand (“Marchio”): comprende otto criteri, come la comunicazione di una dichiarazione di intenti, l’espressione di un sistema di valori, il legame con le ambizioni della società. Questa valutazione si basa sulla ricerca e sull’esperienza del soggetto.

Nel complesso, l’edizione 2024 del report di Hirschel & Kramer mostra stabilità in termini di Commitment (punteggio globale di Impegno di 2,10 quest’anno rispetto a 2,12 dell’anno scorso) e un leggero calo in termini di Brand (punteggio globale di Brand di 1,69 quest’anno rispetto a 1,90 dell’anno scorso). Questo calo nella valutazione del marchio potrebbe in realtà essere descritto come stabilità, poiché H&K ha alzato l’asticella nella metodologia di valutazione del brand.

Oltre alle due dimensioni, la coerenza di ciò che un gestore si impegna a fare in termini di investimento responsabile e di come lo proietta nel suo marchio è classificata anche grazie alle quattro categorie RIBI:

  • Avanguardista“: il gestore che è superiore alla media per quanto riguarda la valutazione delle due dimensioni, Commitment e Brand;
  • Tradizionalista“: il gestore che è superiore alla media per quanto riguarda il Commitment, ma inferiore alla media per quanto riguarda la valutazione del Brand;
  • Aspirante“: il gestore che si trova al di sopra della media nella valutazione del Brand e sotto la media nella valutazione del Commitment;
  • Ritardatario“: il gestore che è sotto la media in entrambe le dimensioni del RIBI. 

Evoluzione dell’impegno degli asset manager nell’investimento responsabile (Universo RIBI)

Fonte: RIBI Report 2024, Hirschel and Kramer.

Dai risultati del 2024 emerge che la categoria superiore degli “Avanguardisti” rimane estremamente competitiva, con solo il 20% delle aziende che hanno raggiunto il livello di ingresso in questa categoria. La maggior parte, il 46%, rientra ancora nella categoria dei “Ritardatari”, mentre il 23% è tra i “Tradizionalisti” e l’11% tra gli “Aspiranti”. H&K sottolinea un miglioramento in termini di riduzione di “Ritardatari”, che sono il 3% in meno rispetto allo scorso anno e l’8% in meno se confrontati con tre anni fa. “Ciò significa che più di 50 gestori patrimoniali hanno adottato misure per abbandonare il campo dei ritardatari e spostarsi in una delle altre tre categorie più avanzate”, si legge nel report.

Le 10 società che hanno ottenuto il miglior punteggio complessivo nel 2024 sono tutte europee, come nelle edizioni precedenti dei report sul RIBI: 

Tra queste, quelle presenti anche lo scorso anno sono DPAM, Candriam, Amundi, Impax Asset Management, Ecofi e Robeco. 

Un altro aspetto che si evidenzia nel report è che la top 10 globale è composta sia da grandi organizzazioni sia da piccole boutique, a dimostrazione del fatto che il successo degli investimenti responsabili dipende principalmente dalle convinzioni e dalle credenze che guidano le decisioni del management e non dalle dimensioni dell’azienda.

Gestori europei in testa

Come evidenziato nelle edizioni precedenti, l’approccio sostenibile all’investimento, espresso attraverso il Commitment e il Brand di un’azienda, progredisce a velocità diverse nelle varie regioni del globo. Infatti, i gestori patrimoniali europei continuano a essere in testa alla classifica, con valutazioni medie delle due dimensioni dell’indice ben al di sopra della media globale. Il divario nell’ultimo anno si è addirittura ampliato e il Nord America è la regione con il rating di impegno più basso (1,32, in calo rispetto all’1,66 del 2023). Data l’influenza degli Stati Uniti che detengono il maggior numero di asset manager e di AuM gestito, nel report gli autori manifestano una certa preoccupazione rispetto a questo dato.

Fonte: RIBI Report 2024, Hirschel and Kramer.

All’interno del panorama europeo, Benelux e Francia hanno i punteggi migliori sia in termini di Commitment (3,37 per il Benelux e 3,18 per la Francia) che di Brand (2,26 per il benelux e 2,31 per la Francia). Tra gli asset manager dell’Europa meridionale, invece, è importante sottolineare che figurano tre italiane, Etica Sgr, Anima Sgr e Eurizon Asset Management: la prima rientra tra gli “Avanguardisti”, mentre le altre due tra i “Tradizionalisti”. 

Fonte: RIBI Report 2024, Hirschel and Kramer.

Nel complesso, concentrandosi sulla regione leader, l’Europa, si osserva un miglioramento continuo con una percentuale più elevata di avanguardisti anno dopo anno. 

Percentuale di Avanguardisti in Europa nel tempo

Fonte: RIBI Report 2024, Hirschel and Kramer.

Conclusioni 

Nonostante il 2023, così come il 2022, abbia messo alla prova i gestori, Hirschel & Kramer ritiene che ci siano segnali di resilienza e progresso in termini di integrazione dei principi di investimento responsabile tra gli asset manager. Inoltre, le strategie di investimento sostenibile hanno una forte risonanza tra clienti e altri stakeholder, soprattutto in Europa. 

Per avere un ruolo attivo nel contribuire al processo di sviluppo sostenibile, gli asset manager devono esprimere le proprie convinzioni e i propri obiettivi con maggiore forza, oggi più che mai. “Coltivare una cultura della responsabilità rafforza le pratiche etiche, consolida l’identità del marchio, costruisce la fiducia dei clienti e migliora la resilienza anche con continui cambiamenti del settore”, si legge nel report. Ancorando la propria identità a uno scopo ben definito e a un solido sistema di valori, gli asset manager possono distinguersi, costruire culture di eccellenza, attrarre investitori con valori simili e trattenere i migliori talenti. “Ciò non solo favorisce le prestazioni e la crescita, ma contribuisce anche in modo significativo a un futuro più sostenibile”, conclude lo studio.