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Evento

UniCredit, il primo ESG Day

Dare forza a una transizione giusta ed equa (“Empowering a just and fair transition”, in inglese). Non solo uno slogan, ma un mantra per UniCredit , quindi qualcosa di realmente sentito dal gruppo bancario paneuropeo che lo scorso 9 novembre ha dedicato una giornata intera alla cultura della sostenibilità e alla sua diffusione, organizzando il suo primo ESG Day – Empowering a Just and Fair Transition. L’evento è stato pensato da UniCredit come momento di formazione sui temi ESG per dipendenti e cittadini al fine di promuovere nuove modalità di pensiero per proteggere il futuro dell’umanità e del pianeta.

La giornata ha visto la partecipazione di oltre 11.000 persone, sia online che di persona, presso le sedi della banca a Milano, Gae Aulenti e Lampugnano. I partecipanti, tra cui dipendenti, clienti e partner hanno animato il dibattito, diviso in tre panel, focalizzandosi su cambiamento climatico, sfide sociali e biodiversità.  

È una visione di compliance all’approccio ESG ampio quello emerso dalla giornata promossa dalla seconda banca d’Italia per dimensioni che parla di un’idea di sostenibilità legata al “fare buon business” e alla soddisfazione quotidiana dell’ aver lavorato in armonia con le esigenze e le necessità ambientali e sociali.

Filo conduttore della giornata, la necessità di adottare il cosiddetto “Cathedral thinking”, ossia di avere chiara una visione del futuro e gettare le fondamenta anche se chi inizia i lavori non potrà goderne i frutti tempisticamente, bensì li lascerà alle generazioni future.

L’evento è stato poi stimolato, oltre che dagli interventi dei panelist, da quelli di dell’Amministratore Delegato e Responsabile per l’Italia di UniCredit, Andrea Orcel, della Responsabile del Group Stakeholder Engagement, Joanna Carss, e della Responsabile del Group Strategy & ESG, Fiona Melrose, dell’imprenditore della moda sostenibile, nonché Amministratore Delegato e Co-fondatore di WRÅD, Matteo Ward, e di Telmo Pievani, Professore Ordinario presso il Dipartimento di Biologia dell’Università di Padova.

La sessione di apertura, intitolata “The road ahead: Safeguarding the climate in troubling times”, ha coinvolto Angela Morelli, CEO e co-fondatrice di InfoDesignLab, Silvia Pavoni, fondatrice e redattrice di FT Sustainable Views, Xavier Lerin, Senior Research Manager di ShareAction, Massimo Catizone, Global Head of ESG Advisory, UniCredit, Paloma Lopez Imizcoz, ESG Manager, NB Renaissance, Francesca Perrone, Head of ESG & Start Lab Italy, UniCredit, e il moderatore Giuseppe Zammarchi, Head of ESG Metrics, Policies & Disclosures, UniCredit.

I relatori hanno concordato che il cambiamento climatico è una minaccia incombente e che le banche e la finanza hanno un ruolo cruciale nel promuovere la transizione a modelli “neutrali” dal punto di vista climatico. Per raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione, inoltre, molto importanti sono la collaborazione tra le organizzazioni e il co-design. Da questo punto di vista, c’è ancora lavoro da fare per promuovere la trasparenza, l’ownership e una governance forte, ma le nuove start-up promotrici di una visione ESG compliant – sia dal punto di vista dell’innovazione, con l’utilizzo di strumenti digitali e di intelligenza artificiale per misurare il consumo di risorse o l’estrazione di materie prime con emissioni minime, sia da quello dell’operatività aziendale, sostenitrice di una cultura inclusiva, forniscono motivo di ottimismo.

È seguito poi, il secondo panel dal titolo “The social debate: Putting the ‘S’ centre stage”, moderato da Rossella Iorio, Head of ESG Service Excellence, UniCredit, con la partecipazione di Giovanna Melandri, ex Ministro della Cultura italiano e ora Presidente di Human Foundation e Ambasciatore GSG, Enrico Giovannini, Professore dell’Università di Tor Vergata e Direttore dell’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile, Ilaria di Mattia, Head of ESG Strategy & Implementation di UniCredit, Silvia Cappellini, Direttore Generale di UniCredit Foundation, Stefano Zamagni, Professore di Economia Civile dell’Università di Bologna, Matteo Ward e Rossella Iorio.

Zamagni in apertura ha evidenziato come le teorie finanziarie classiche, che supportavano la tesi che investire sugli aspetti sociali comportasse una riduzione del fatturato, sono state provate essere false dai più recenti studi accademici, i quali hanno invece dimostrato proprio il contrario e quindi come investire nella dimensione sociale aumenti i ricavi. La criticità principale quando si approccia a questi temi resta però la misurazione quantitativa perché la sfera social, a differenza di quella ambientale, incorpora considerazioni soggettive. Quindi permane la necessità di trovare standard di valutazione riconosciuti a livello globale. Per il professore, è inoltre importante tenere a mente che un’azienda produttiva ha connotati differenti da una società che possa essere definita produttiva e quindi la mentalità con cui si approcciano i problemi è cruciale.

Questo è uno dei motivi per cui la formazione sulle tematiche di sostenibilità riveste un ruolo determinante nella transizione e, secondo Giovannini, le istituzioni come UniCredit hanno il compito di far comprendere ai clienti e alle proprie persone il valore della cultura ESG, anche attraverso la promozione di modelli di investimento nuovi, come l’impact investing, aggiunge la Melandri.

Durante il panel poi i relatori hanno sottolineato che, in un’Europa sottoposta a pressioni sociali e politiche, in cui gran parte della popolazione si trova in difficoltà economiche, l’istruzione è la chiave per migliorare le condizioni individuali. In particolare, è stata evidenziata la necessità di ridurre i tassi di abbandono scolastico e di mantenere gli studenti nel sistema educativo. Uno sforzo sostenuto dalla rinnovata partnership di UniCredit Foundation con TeachForAll, del valore di 5,5 milioni di euro.

Infine, una sessione dedicata a biodiversità ed economia circolare. Il panel ha visto la partecipazione di Tim Flannery, consigliere capo dell’Australian Climate Council, Telmo Pievani, Andreas Wagner, Head of Division Promotional Loan & Startup and Succession Financing di UniCredit HVB, Juergen Kern, Director Corporate Strategy and Sustainability di Group KfW, e moderato ancora una volta da Rossella Iorio.

La sessione si è concentrata sul legame intrinseco tra cambiamento climatico e biodiversità. Con l’aumento della temperatura terrestre, mutano gli habitat e le condizioni di sopravvivenza di specie animali e vegetali. I relatori hanno sottolineato che gli ecosistemi sono strettamente interconnessi e interdipendenti e questo equilibrio può essere rapidamente distrutto. La questione è relativamente recente e per questo la portata degli impatti, non solo per la biodiversità e il Pianeta in generale, ma in primis sulla specie umana è in parte ignota.

Ma possiamo proprio attingere alla natura per affrontare la crisi. “ Gli ecosistemi sono esempi di economia circolare” dichiara Pievani, “quindi possiamo guardare alla natura e imparare”.  Il professore ha inoltre ricordato che il PNRR ha messo a disposizione per la biodiversità 320 milioni di euro e che l’Italia è il Paese in Europa con la più alta biodiversità e percentuale di aree protette.

“L’ESG è uno dei nostri cinque imperativi strategici e cerchiamo di incorporarlo in tutto ciò che facciamo come banca”, ha concluso Fiona Melrose, Head of Group Strategy & ESG di UniCredit commentando l’evento, “Lo scopo di questa giornata è stato quello di arricchire il nostro dialogo continuo con i principali stakeholder, creando uno spazio per discussioni d’impatto su alcune delle sfide più critiche che dobbiamo affrontare oggi. Questo dialogo è fondamentale per aiutarci a perfezionare il nostro approccio mentre continuiamo il nostro percorso per essere la banca del futuro dell’Europa.”