21 denunce tra stupro, tentato stupro o violenza sessuale negli ultimi cinque anni e una cultura pervasa di bullismo, molestie e razzismo; è quanto emerso da un rapporto pubblicato da Rio Tinto, multinazionale anglo-australiana che si occupa di ricerca, estrazione e lavorazione di risorse minerarie, la quale ha sottoposto i propri dipendenti a un questionario riguardante l’ambiente di lavoro.
Rio Tinto ha iniziato la valutazione nel marzo dello scorso anno e i partecipanti sono stati più di 10.000, quasi un quarto dei 45.000 dipendenti. Dal report risulta che circa il 30% delle donne e il 7% degli uomini hanno subito molestie sessuali sul lavoro e che il razzismo è “una sfida significativa” per gli impiegati in molte posizioni, soprattutto per le persone che lavorano in un paese diverso da quello di nascita o che si identificano in culture minoritarie in Australia.
L’amministratore delegato di Rio Tinto, Jakob Stausholm, ha affermato che i risultati sono stati spiazzanti e che l’azienda si impegnerà a implementare tutte le 26 raccomandazioni del rapporto dell’ex commissario australiano per la discriminazione sessuale Elizabeth Broderick.
“Non mi ero reso conto di quanto bullismo vi sia all’interno della società e soprattutto che sembra essere sistemico, assieme a molestie sessuali e razzismo… è estremamente inquietante.” ha dichiarato Stausholm.
Il gruppo ha affermato che le riforme si focalizzeranno sull’ impegno da parte della leadership societaria per creare un ambiente di lavoro sicuro e inclusivo, anche aumentando la diversità all’interno della società. L’intento è quello di garantire, inoltre, che le strutture dei siti minerari siano sicure e rendere più facile per il personale denunciare comportamenti intollerabili.