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Open-es lancia il Navigatore ESG: le 12 azioni prioritarie in ambito sostenibilità

Quali sono le azioni che un’azienda deve intraprendere per essere competitiva e sostenibile? Open-es, iniziativa di sistema di Eni che riunisce il mondo industriale, finanziario e istituzionale su una piattaforma digitale per coinvolgere e supportare le imprese nel percorso di misurazione e crescita sulle dimensioni della sostenibilità, ha lanciato un nuovo strumento, il Navigatore ESG, in cui ha individuato le dodici tematiche prioritarie in ambito ESG e dodici azioni concrete di base (6 per le PMI e 6 per le grandi imprese) su cui concentrarsi nel proprio percorso verso la sostenibilità.

Lo strumento, presentato ieri durante un webinar dedicato, ha recepito l’esperienza dell’ultimo anno di collaborazione tra i partecipanti della piattaforma e nasce proprio dalla volontà di Open-es di fornire requisiti di base da cui partire per intraprendere un percorso di sostenibilità aziendale.

Il primo passo, per ogni azienda che vuole incorporare le variabili ambientali, sociali e di governance nel proprio modello di business, è fare un’analisi per individuare gli “aspetti ESG rilevanti” per la propria impresa. Una valutazione che deve tenere conto delle specificità dell’impresa e che dipende anche dal settore di riferimento. “Una chiave di lettura per capire le proprie priorità può essere svolta partendo dall’esame di quattro macroaree – diritti umani, gestione value chain e stakeholder, emissioni e impatto ambientale, efficienza energetica” osserva Stefano Fasani, Program Manager di Open-es e Head of Procurement Innovation, People Knowledge & Change presso Eni.

Una volta individuati tali aspetti, il secondo step è raccogliere e monitorare i dati relativi. Tocca poi individuare almeno un focal point ESG e coinvolgere i dipendenti della propria azienda almeno in un programma formativo. La quarta azione importante per chi si avvia nel percorso di introduzione della sostenibilità nella propria attività è monitorare il consumo energetico e individuare le fonti di approvvigionamento – rinnovabili o non rinnovabili. A questo punto l’azienda dovrebbe essere in grado di calcolare le emissioni Scope1, quindi quelle dirette provenienti da tale consumo energetico. Infine, tra le prime sei azioni prioritarie in ambito ESG va inclusa l’istituzione, e comunicazione dell’esistenza, di un canale per ricevere segnalazioni di violazioni dei diritti umani.

Per le imprese di grandi dimensioni, molte delle quali sono già soggette a obblighi in ambito ESG e dovrebbero già aver coperto le prime sei azioni, le ulteriori sei riguardano, dopo l’analisi di materialità, la predisposizione di un programma ESG per i fornitori, il calcolo delle emissioni Scope 1 e 2, l’adozione di strumenti e metodologie per il calcolo dell’impronta idrica, l’adozione di strumenti di analisi degli impatti dell’intero ciclo di vita dei prodotti e servizi e, infine, l’inclusione degli obiettivi ESG nelle schede di performance e nei meccanismi retributivi del management.

Fonte: Navigatore ESG, Open-es

Questi requisiti, benchè divisi per dimensionalità aziendale, in realtà possono essere letti come una checklist di azioni concrete per valutare la propria compliance alle richieste normative, istituzionali e di mercato in ambito ESG. Sono quindi frutto di un’analisi effettuata su un campione di 2626 imprese, per lo più PMI, della community di Open-es, grazie alla quale è stata fatta una fotografia della situazione attuale, quindi su cosa si concentrano le imprese italiane e quali sono le richieste normative e di mercato in ambito sostenibilità, e sono state identificate le tematiche principali su cui focalizzarsi assieme alle azioni e agli strumenti per farlo.

Com’è stato elaborato il Navigatore ESG

Per arrivare all’individuazione delle 12 azioni prioritarie e delle 12 tematiche in ambito ESG è stata effettuata un’analisi con l’intento di individuare quali sono attualmente i temi ESG su cui le imprese italiane si stanno concentrando e quali sanno comunicare all’esterno – quindi il “dove siamo ora” – per poi confrontarle con la direzione istituzionale e normativa che si sta intraprendendo, quindi con i temi ESG più rilevanti per il contesto normativo e con gli aspetti che vengono verificati da banche e capo filiera nel rapporto con i propri clienti o fornitori. Per poi, infine, determinare in che modo arrivare agli obiettivi in ambito sostenibilità richiesti, tramite le azioni prioritarie per un’impresa competitiva e sostenibile e gli strumenti utili per rendere tali azioni concrete.

Fonte: Navigatore ESG, Open-es

Pertanto, è stato preso in esame un campione di 2626 imprese, per lo più PMI, della community di Open-es che nel 2021 hanno compilato il questionario proposto dalla piattaforma e che è risultato rappresentativo del comparto industriale italiano, sia con riferimento ai settori industriali che ne fanno parte, sia alla distribuzione delle imprese per ciascun settore.

Il modello ESG di riferimento è stato lo Stakeholder Capitalism Metrics definito dal World Economic Forum’s International Business Council in collaborazionecon Deloitte, EY, KPMG and PwC che individua quattro Pilastri ESG e 20 dimensioni di dettaglio.

Fonte: Navigatore ESG, Open-es

Su quali ambiti le imprese italiane si stanno concentrando

Per quanto riguarda la consapevolezza attuale in ambito sostenibilità delle imprese italiane e, dunque, i temi su cui le società hanno una policy o linee guida al riguardo e hanno una strategia e obiettivi chiari, l’ambito su cui c’è una maggiore copertura è quello riguardante le persone (“People”) e in particolare, le imprese si stanno preoccupando del benessere dei dipendenti. Al contrario, dall’analisi emerge la necessità di investire in formazione e consapevolezza sull’ambito “Planet” e “Value Chain”.

Fonte: Navigatore ESG, Open-es

Come immaginabile, l’indagine ha evidenziato che vi è un maggior presidio delle tematiche di sostenibilità da parte delle grandi imprese, che mostrano in media una copertura maggiore sui quattro pilastri del 18% rispetto alle PMI, e che i settori che stanno affrontando maggiormente i temi ESG sono quelli delle Multi-utilities, dell’ Energy Equipment Services e Metals&Mining. Non sono emerse inoltre significative differenze tra Nord, Centro e Sud.

Quali ambiti le imprese italiane sono in grado di misurare e rendicontare

Nonostante la crescente consapevolezza in ambito ESG, la capacità delle imprese italiane di misurare e rendicontare le performance ESG non è ancora soddisfacente. Eppure, come sottolineato dal Program manager di Open-es, è importante raccontare all’esterno le proprie iniziative e attività in ambito sostenibilità per guadagnare un posizionamento distintivo e maggiore competitività sul mercato. Pertanto, misurare e comunicare i risultati ESG sono i due aspetti che necessitano un cambio di passo a livello trasversale.

Fonte: Navigatore ESG, Open-es

Attualmente anche in questo caso l’ambito “People” è quello in cui le aziende rendicontano di più, ma in ambito ambientale (“Planet”) c’è un maggiore ambito di miglioramento in quanto sono sempre più alla portata di tutti gli strumenti e le metodologie necessarie allo scopo.

Anche in questo caso non emergono significative discrepanze tra imprese del Nord, Centro e Sud Italia, e anche in questo caso le grandi imprese mostrano performance migliori, mostrando di rendicontare maggiormente sulle tematiche di sostenibilità (mediamente +16%) rispetto alle PMI. Multi Utilities, Metals & Mining, e Telecommunication sono i settori in cui emerge un livello di capacità di misurazione e rendicontazione maggiore.

Le 12 tematiche prioritarie

Le due dimensioni di consapevolezza e misurazione sono poi state organizzate lungo una matrice, definendo così i quattro gruppi di azioni necessarie (A-B1-B2-C, nell’immagine) per migliorare le performance delle imprese su ciascuna tematica. Per esempio, quindi, sul fronte biodiversità c’è bisogno di una maggiore formazione e sensibilizzazione che possa accrescere sia la consapevolezza che la capacità di rendicontazione sul tema, mentre per quanto riguarda la dignità e l’uguaglianza è necessario un focus sulle performance essendoci già un buon presidio al riguardo – quindi alta consapevolezza e capacità di misurazione.

Fonte: Navigatore ESG, Open-es

Dal confronto poi tra le priorità normative, dunque i temi trattati nella Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD), nella Tassonomia ambientale europea delle attività ecosostenibili e nella proposta di direttiva sulla due diligence Corporate Sustainability Due Diligence Directive (CSDDD), e attenzionati dagli stakeholder e dagli investitori, con il presidio ESG delle imprese italiane analizzate, il gruppo di ricerca di Open-es ha individuato 12 tematiche prioritarie.

Queste sono: economia circolare, biodiversità, coinvolgimento stakeholder, utilizzo risorse idriche, gestione valuechain, cambiamento climatico, qualità organo di governo, efficienza energetica, obiettivi di governance, diritti umani, comportamento etico, dignità e uguaglianza.

Fonte: Navigatore ESG, Open-es