Amazon: i nuovi standard per la catena di fornitura | ESG News

Bilancio di Sostenibilità

Amazon: ecco i nuovi standard per la catena di fornitura

Monitorare e comunicare i dati relativi alle emissioni di anidride carbonica. Migliorare le competenze e gli standard minimi su temi come la sicurezza sul luogo di lavoro, la parità di genere e il benessere dei dipendenti. Fissare obiettivi per la decarbonizzazione e convertire l’approvvigionamento energetico verso le fonti rinnovabili. Queste sono le principali richieste che Amazon sta ponendo ai propri fornitori di primo livello, e che chiederà di estendere a tutta la supply chain, secondo quanto riportato dal colosso statunitense nel suo report di sostenibilità 2022. In un momento che vede il lancio di Open-es in Italia, nuove direttive di disclosure e trasparenza relative alla catena di fornitura, una sempre più forte attenzione alla misurazione delle emissioni scope 3, e un rinnovato interesse per l’impatto di tutta la catena del valore, è curioso vedere come una delle più grandi imprese al mondo, che nel 2022 aveva un fatturato appena inferiore al PIL del Belgio nel 2021, si stia muovendo per definire standard ESG della supply chain. Il nuovo report di sostenibilità di Amazon offre un primo sguardo alle politiche dell’azienda in questo ambito, definite al fine di ottenere il net zero entro il 2040.

Gli standard di Amazon per la supply chain

Decarbonizzazione 

Nel bilancio di sostenibilità si legge che a partire dal 2023 Amazon aggiornerà gli standard della catena di fornitura, richiedendo una rendicontazione puntuale e obiettivi in base alle emissioni, mettendo il proprio know-how a disposizione dei fornitori per aiutarli nella transizione. Le emission scope 3 al momento rappresentano il 75% dell’impronta ambientale di Amazon, e la società riconosce che per ottenere il net zero al 2040 uno degli step fondamentali è quello di includere i fornitori nel cambiamento, supportandoli e guidandoli dove necessario. Amazon quindi fornirà prodotti e strumenti ai player della supply chain che si incamminino verso la decarbonizzazione, mentre, parallelamente, cercherà fornitori virtuosi per nuove opportunità commerciali. 

In particolar modo l’impresa, in qualità di maggiore acquirente di energia rinnovabile al mondo, vuole aiutare i fornitori nella transizione verso l’elettricità a zero emissioni – tanto più per settori energivori come costruzioni, trasporti e attrezzature tecniche. Nel 2022, 28 fornitori si sono formalmente impegnati a collaborare con Amazon per la decarbonizzazione della catena del valore, e 6 hanno delineato un piano di implementazione di energie rinnovabili. Nel 2023, l’azienda punta a includere un maggior numero di fornitori.

Tutela dell’ambiente

La maggior parte dei rifiuti prodotti da Amazon arriva dalle operazioni di gestione dei clienti, dai materiali che diventano obsoleti e dalle scorte in eccesso. In ottica di economia circolare, il gruppo si sta impegnando a ridurre i rifiuti e immettere più materiali possibili in un circuito di riciclo e riuso (idea di dematerializzazione), sia per i propri scarti che per i rifiuti generati da fornitori terzi, specialmente in fase di manifattura. Nel 2021 il colosso ha lanciato il programma Zero Waste to Landfill con 10 fornitori, e nel 2022 ha ampliato il progetto a 12 nuovi fornitori cinesi che producono i dispositivi Echo, Kindle, tablet Fire e Fire TV più popolari. La certificazione Zero Waste to Landfill di livello argento o superiore attesta tassi di diversione dei rifiuti in discarica oltre il 90%.

Per quanto riguarda la biodiversità e la tutela delle foreste, Amazon sceglie olio di palma certificato per i propri prodotti, utilizzando i crediti per l’olio di palma solo per piccoli volumi e rivedendo questi casi anno per anno con i fornitori al fine di indirizzare la catena di fornitura verso l’olio di palma prodotto sostenibilmente. L’azienda ha assunto impegni a tutela dell’ambiente per vari prodotti, tra cui carne, pesce, cacao, caffè, cotone, carta e legno. Per esempio, i brand d’abbigliamento di Amazon utilizzano etichette di cartone certificate FSC e cotone proveniente da coltivazioni organiche o parte del progetto Better Cotton. Per alcuni prodotti come la soia, Amazon sta lavorando con advisor esterni al fine di analizzare la catena di fornitura e stabilire dei target di sostenibilità nel corso del 2023. Per promuovere la misurazione degli impatti ambientali della catena di fornitura, specialmente nei capi di abbigliamento, Amazon incoraggia i fornitori nell’utilizzo dell’Higg Facility Environmental Module (FEM) per la valutazione delle prestazioni in sette aree di impatto, dalle emissioni atmosferiche alla gestione dei prodotti chimici, dei rifiuti e dell’acqua.

Benessere dei dipendenti

Amazon valuta regolarmente i rischi presenti nella catena di fornitura e collabora con fornitori di tutto il mondo per sostenere condizioni di lavoro sicure e salubri, giusti compensi, equità di genere (sia salariale che per possibilità di carriera), assunzione responsabile e meccanismi di reclamo efficaci. 

Per quanto concerne gli ambienti di lavoro, Amazon nel 2022 ha mantenuto la sua posizione nel programma Sustaining Competitive and Responsible Enterprises (SCORE) dell’ILO, volto a migliorare i luoghi di lavoro nelle PMI. Alla fine dell’anno, 62 fornitori asiatici erano iscritti alla formazione SCORE rispetto ai 50 del 2021. Sono stati tenuti corsi di formazione sulla sicurezza degli edifici e sugli incendi in più di 100 siti indiani, e altre sedi produttive tra Pakistan, Bangladesh, Cina e Vietnam sono state valutate in merito alla sicurezza elettrica.  Amazon ha avviato nuove partnership per affrontare problemi di assistenza sanitaria e di situazione di emergenza nella catena di fornitura. Per esempio, ha collaborato con la non-profit internazionale PATH per istruire i fornitori vietnamiti su questioni di salute fisica e mentale, sostenendo lo screening del benessere mentale di quasi 13 mila lavoratori e le loro famiglie, e della salute sul lavoro di oltre 6 mila lavoratori.

Salute e sicurezza sono anche state sostenute tramite il progetto RISE, Reimagining Industry to Support Equality, che ha formato 21 mila lavoratori con competenze sanitarie e finanziarie. Nel 2022 Amazon ha mosso nuovi passi per far progredire l’equità di genere nella catena di fornitura, aderendo all’International Center for Research on Women (ICRW) e al Gender Equity Worker Engagement Group (GEWEG), per cofinanziare nuovi strumenti e mettere a disposizione dei lavoratori dei moduli e-learning sull’equità di genere. Nella lotta al lavoro forzato, il gruppo dà la priorità a fornitori con commissioni di reclutamento e fattori di rischio identificati, ed offre corsi di formazione sulla schiavitù moderna e sul reclutamento responsabile anche in collaborazione con l’International Organization for Migration e la Responsible Business Alliance. Un totale di 66 fornitori ha partecipato a questi corsi. Nel 2022, di 702 reclami sollevati dai lavoratori in 88 siti tra sette paesi con meccanismi di reclamo indipendenti, il 95% è stato verificato o risolto, e il restante 5% era in sospeso o in indagine alla fine dell’anno.

Le sfide sul rispetto dei diritti umani nella catena di fornitura impattano milioni di persone e non si possono affrontare su scala senza il coinvolgimento di partner commerciali e altri enti del settore. Nel 2022 Amazon è entrato nella Indirect Spend Alliance (ISA), un gruppo di lavoro per identificare le aree di rischio condiviso per i diritti umani negli appalti e progettare un approccio unico di settore. L’azienda ha inoltre continuato a collaborare con i team regionali di Better Work e ha preso parte al Buyers Forum, una piattaforma per condividere insegnamenti e conoscenze in materia di diritti umani. Nello stesso anno, Amazon è stato uno degli investitori fornitori di Open Supply Hub, progetto di mappatura accessibile delle catene di fornitura di vari settori.

Supplier Assessment Criteria

Amazon ogni tre anni aggiorna i criteri in base a cui sceglie i componenti della sua catena di fornitura, compresi i supplier di servizi, i venditori, i partner di vendita, gli appaltatori e i subappaltatori. Gli standard vengono aggiornati in collaborazione con gli stakeholder esterni e le best practices di settore. Nel 2022 sono state rafforzate le protezioni in materia di salari equi, parità di retribuzione di genere, e sostegno alla salute fisica e mentale dei lavoratori. Nuovi criteri sono stati introdotti in merito alla potezione per i lavoratori con disabilità, i congedi parentali, l’intelligenza artificiale, la giustizia ambientale e la libertà dei lavoratori di interrompere il rapporto di lavoro senza penalizzazioni. Se Amazon sospetta che i prodotti dei fornitori non soddisfino gli standard, può richiedere una due diligence a prova della conformità ai requisiti per la supply chain e si riserva il diritto di rimuovere dal catalogo i prodotti non conformi.

Amazon valuta i fornitori di prodotti a proprio marchio fin dal primo contratto, e segue periodicamente lo sviluppo delle loro policy sociali e ambientali, con valutazioni divise nelle quattro macro categorie di lavoro, salute e sicurezza, ambiente ed etica, ciascuna con una serie di sotto categorie. I risultati della valutazione vengono segnalati come alti, medi o bassi a seconda della gravità, e Amazon richiede la formulazione di piani correttivi per i risultati di alto livello come condizione per continuare il rapporto lavorativo. I problemi di medio livello sono monitorati da vicino per eventuali progressi, e quelli di basso livello per un miglioramento ulteriore. Nel 2022, Amazon ha effettuato quasi 5600 valutazioni dei fornitori tra prime analisi (il 20%), valutazioni periodiche (56%) e verifiche correttive per problemi di alto livello (24%).

Percentuale di valutazioni a media o alta gravità. Fonte: Bilancio di sostenibilità 2022.