Oggi, la scelta di una bottiglia di vino sugli scaffali italiani (e non solo) è un atto sempre più consapevole. L’analisi delle tendenze di acquisto nel settore vinicolo evidenzia una formula decisionale dinamica, con un consumatore sempre più sofisticato nelle sue scelte. In questo scenario, l’etichetta assume un ruolo cruciale, trasformandosi in un sistema di metadati dove sigilli e certificazioni, attestanti standard produttivi e impegni specifici, influenzano significativamente le decisioni d’acquisto.
Un focus specifico sul ruolo della sostenibilità nelle decisioni di acquisto è fornito dall’edizione 2024 del “Valore delle certificazioni nel percepito di produttori e consumatori” di Nomisma Wine Monitor, presentato in occasione del Report Annuale di Valoritalia. Lo studio, basato su interviste a imprese vitivinicole italiane e consumatori nazionali e scandinavi (Svezia e Norvegia), approfondisce la correlazione tra certificazioni e competitività, i nuovi trend di consumo e il valore percepito dei vini DOP, biologici e sostenibili. ll report analizza la percezione del valore aggiunto delle certificazioni, evidenziando come i consumatori scandinavi attribuiscano maggiore importanza alla tutela della biodiversità e al rispetto del patrimonio territoriale rispetto alla sola riduzione di input chimici, priorità per gli italiani.
Indice
Il peso delle certificazioni nelle scelte dei consumatori
I risultati evidenziano una forte consapevolezza della rilevanza della sostenibilità tra le aziende vitivinicole italiane, con il 93% che la considera un tema cruciale. Questo si traduce in una crescita costante delle certificazioni ottenute, passando dal 15% nel 2021 al 28% nel 2024. Le previsioni aziendali indicano un aumento dell’interesse dei consumatori nei prossimi due anni per vini sostenibili (74%), biologici (62%) e a basso contenuto alcolico (46%), considerati trend consolidati.
L’importanza delle certificazioni emerge chiaramente anche dalle preferenze dei consumatori italiani nel 2024 per i prodotti alimentari in generale. Sebbene il prezzo e le promozioni rimangano fattori dominanti (82%), la sostenibilità e il rispetto ambientale si attestano a un significativo 73%, con una notevole crescita rispetto al 55% del 2020. Il marchio DOP/IGP (70%) supera in rilevanza la certificazione biologica e la notorietà del marchio del produttore (entrambi al 51%).
Tuttavia, si riscontrano differenze significative tra i consumatori italiani e quelli scandinavi nell’interpretazione dell’etichetta vinicola. Mentre il 64% degli italiani verifica la presenza di denominazioni DOP/IGP, solo il 33% degli svedesi e norvegesi attribuisce la stessa importanza a questo elemento, privilegiando invece i marchi biologici o di sostenibilità (33% vs 28%). Per quanto riguarda il valore aggiunto del vino sostenibile, gli italiani citano primariamente la riduzione di pesticidi e fertilizzanti (48%), mentre i consumatori scandinavi sono più sensibili al rispetto dell’ecosistema, della biodiversità e del patrimonio territoriale.
Entrambi i gruppi di consumatori concordano sul potenziale di crescita nei prossimi anni per i vini con packaging in vetro leggero e a bassa gradazione alcolica, indicando una crescente attenzione verso l’impatto ambientale complessivo del prodotto e verso opzioni di consumo più moderate.
Il futuro del vino è italiano e sostenibile
L’importanza crescente della sostenibilità nel mercato vinicolo italiano è ulteriormente avvalorata da recenti indagini sulle preferenze dei consumatori, dove i cosiddetti “bollini” in etichetta si posizionano come il secondo criterio di scelta dopo i prezzi e le promozioni. In particolare, le indicazioni di “100% italiano” (che influenzano il 71% degli acquirenti) e le certificazioni relative alla sostenibilità e al “prodotto nel rispetto dell’ambiente” (che guidano le scelte del 73% dei consumatori) rivestono un ruolo primario. Questo dato evidenzia una crescente sensibilità ambientale da parte dei consumatori italiani, che premiano attivamente l’impegno delle aziende verso pratiche produttive sostenibili.
Il marchio DOP/IGP si conferma un elemento rilevante per il 70% degli intervistati, sottolineando come il legame con il territorio e la tradizione rimane un fattore importante nella scelta del vino italiano. Tuttavia, è significativo notare come la sostenibilità e il rispetto ambientale superino in rilevanza la certificazione biologica e la notorietà del marchio del produttore, entrambi attestati al 51%. Questo suggerisce una potenziale evoluzione nelle priorità dei consumatori, dove l’impegno concreto verso la sostenibilità sta acquisendo un peso decisionale maggiore rispetto a certificazioni specifiche o alla semplice riconoscibilità del brand. La trasparenza riguardo alle pratiche ambientali adottate e la garanzia di un prodotto realizzato nel rispetto dell’ecosistema appaiono, quindi, come fattori sempre più determinanti per intercettare le preferenze del mercato italiano.
Il mercato vinicolo è caratterizzato da una crescente influenza dei fattori legati alla sostenibilità e alle certificazioni sulle decisioni di acquisto. Sebbene le denominazioni di origine rimangano un elemento di rassicurazione per il consumatore italiano medio, la sensibilità verso le pratiche ambientali e le certificazioni correlate è in netta ascesa, con differenze significative nelle priorità tra i mercati nazionali e nordici. Questo scenario impone alle aziende vitivinicole una comunicazione trasparente e mirata sui propri impegni in termini di sostenibilità, valorizzando le certificazioni ottenute come strumenti chiave per intercettare le mutevoli esigenze dei consumatori.