Le autorità europee e il settore industriale hanno avvertito che il Reno, una delle principali vie d’acqua in Europa, è molto vicino alla chiusura al traffico commerciale per via dei bassissimi livelli d’acqua causati dalla siccità. Il Reno potrebbe quindi diventare un collo di bottiglia nella distribuzione tedesca, ostacolando i grandi flussi di gasolio e carbone.
Il Reno è il secondo più grande fiume dell’Europa centrale e occidentale dopo il Danubio. La maggior parte delle circa 200 milioni di tonnellate di merci trasportate sui fiumi tedeschi – dal carbone ai pezzi di ricambio per auto, dagli alimenti ai prodotti chimici – viene trasportata lungo questo fiume. La Waterways and Shipping Authority di Colonia ha dichiarato che i livelli insolitamente bassi per questo periodo dell’anno hanno costretto le chiatte a ridurre il carico per poter continuare a navigare sul fiume. Ciò comporta un aumento dei prezzi e una riduzione della velocità di trasporto. Mentre la Germania si prepara a un inverno di razionamento dell’energia elettrica, a causa della riduzione dell’80% dei flussi di gas provenienti dalla Russia, l’effetto a catena della riduzione del traffico fluviale sulla produzione di energia potrebbe rappresentare un serio problema. I bassi livelli d’acqua, che di solito si osservano molto più tardi nel corso dell’anno, riflettono le condizioni di siccità che stanno colpendo gran parte dell’Europa. Il Reno è una delle rotte di navigazione più importanti d’Europa. Circa l’80% del trasporto merci per vie navigabili interne dipende da questo fiume, che attraversa grandi città e porti come Colonia, Düsseldorf, Rotterdam e Basilea. È particolarmente importante per il trasporto di prodotti agricoli e materie prime, come carbone e petrolio, e per la produzione di prodotti chimici.
Negli ultimi anni, il settore manifatturiero tedesco ha subito forti pressioni quando il livello delle acque del fiume era basso. Gli analisti temono che l’economia tedesca stia scivolando in una recessione a causa di un contesto caratterizzato da inflazione elevata e crescita ridotta, da difficoltà nella catena di approvvigionamento e da pressioni dovute alla guerra in Ucraina, in particolare nel settore energetico. Gli industriali tedeschi prestano ora quasi lo stesso grado di attenzione al livello giornaliero dei fiumi e alla quantità di gas proveniente dalla Russia (20%, ovvero 33 milioni di metri cubi). I bassi livelli d’acqua osservati in passato hanno dimostrato l’impatto negativo che questi possono avere sull’economia.
Il 2018 è stato l’ultimo anno di secca per il Reno, con livelli d’acqua ridotti in alcuni punti a soli 30 cm, rendendo impossibile la navigazione delle chiatte da carico di maggiori dimensioni. Ciò ha spinto molti produttori a ricorrere a mezzi di trasporto alternativi o a utilizzare chiatte più piccole o parzialmente cariche, aumentando così i costi di trasporto per i produttori. Alcuni di essi sono stati addirittura costretti a sospendere la produzione, aumentando i costi e interrompendo le catene di approvvigionamento.
Un’analisi condotta dal Kiel Institute per misurare l’impatto economico legato ai bassi livelli d’acqua ha mostrato che in un mese di livelli d’acqua al di sotto della soglia dei 78 cm, la produzione industriale tedesca è circa l’1% inferiore rispetto a un mese con livelli d’acqua regolari. Nell’analisi del 2020, l’Istituto ha affermato che i bassi livelli d’acqua causano interruzioni dei trasporti che a loro volta innescano un calo economicamente significativo dell’attività.
I risultati dimostrano infatti che in un settore molto piccolo dell’economia, come quello della navigazione interna, fattori esogeni possono amplificarsi e avere effetti significativi a livello macroeconomico. Questo fenomeno è noto come “Effetto Farfalla (Butterfly Effect)”. Inoltre, si teme che questa volta l’impatto economico possa essere peggiore, perché le catene di approvvigionamento sono già state messe a dura prova dalla pandemia di Covid-19, dalla guerra in Ucraina che minaccia l’approvvigionamento energetico della Germania e dall’aumento dell’uso di chiatte più grandi (con pescaggio maggiore) sul fiume.
Sono in corso progetti per realizzare chiatte e navi a pescaggio ridotto, nonché per modificare il letto del Reno e prevedere meglio i livelli dell’acqua dopo la crisi del 2018, ma queste misure tardano a concretizzarsi. Bloomberg fornisce informazioni precise sulle aziende più colpite dalla “chiusura” del Reno. I più importanti produttori quotati con impianti lungo o vicino al Reno sono BASF, Wacker, EMS-Chemie, DSM, Umicore, Akzo-Nobel e Celanese. Le materie prime includono prodotti chimici, detriti, sabbia, carbone, metalli e prodotti a base di oli minerali. Il ridimensionamento del Reno non poteva arrivare in un momento peggiore dal punto di vista economico. Molte delle aziende che dipendono da questa via d’acqua si sono date da fare per ristabilire le catene di approvvigionamento già duramente colpite dalla pandemia, cercando al contempo di ricostituire con urgenza le proprie scorte.