L'opinione di Polina Kurdyavko di RBC BlueBay

Obbligazioni, quattro motivi per investire nel debito dei mercati emergenti

È il momento giusto per investire nel debito dei mercati emergenti? La risposta a questa domanda dipende dall’orizzonte di investimento. Per gli investitori con un orizzonte a più breve termine, attratti dal rendimento della classe d’investimento e che desiderano conseguire rapidamente un utile, potremmo raccomandare una certa cautela. Infatti, prevediamo che il ritiro della liquidità a livello globale determinerà quasi certamente una maggiore volatilità nel 2024, anche se probabilmente a un livello minore rispetto ai due anni precedenti.

In effetti, individuare il momento esatto in cui i movimenti di mercato toccano un minimo può essere un’operazione rischiosa, nel migliore dei casi, e del tutto insensata nello scenario peggiore. Una strategia molto più efficace consisterebbe nell’incrementare l’esposizione verso i mercati emergenti lentamente, nell’arco di un certo periodo di tempo, al fine di compensare una parte della volatilità.

Quattro motivi per scegliere il debito dei mercati emergenti

Di contro, per gli investitori a lungo termine, individuiamo molte ragioni per investire in questa asset class. Tra queste, la prima riguarda il miglioramento dei fondamentali. Il prolungato periodo caratterizzato da prezzi elevati delle materie prime si è rivelato un fattore decisamente positivo per molti paesi esportatori di commodity, che sono riusciti a ridurre i loro deficit fiscali e delle partite correnti. Anche il turismo globale ha registrato un incremento, aiutando i titoli di credito di diversi Paesi, come la Turchia o quelli caraibici, dove sono stati generati gettiti e imposte aggiuntivi. Inoltre, la crescita si sta riaffacciando nei Paesi emergenti, e ciò consente che alcuni parametri, come il rapporto debito/Pil, calino leggermente.

Polina Kurdyavko, Head of BlueBay Emerging Markets di RBC BlueBay

In secondo luogo, i trend inflazionistici stanno ancora registrando un miglioramento in tutto l’universo dei mercati emergenti, ma sono presenti alcune eccezioni. Dal 2020 le banche centrali dei paesi emergenti stanno adottando una serie di politiche monetarie per lo più ortodosse, il che le aiuta ad anticipare la curva rispetto ai mercati sviluppati. Il rendimento di questa asset class rimane molto interessante: si è attestato all’8,5% tra la fine del 2023 e inizio anno, il rendimento più alto per l’indice dal 2010.

In terza battuta, riteniamo che la classe d’investimento dei titoli sovrani dei mercati emergenti abbia ormai superato il picco dei default: ciò significa che molte attività distressed, negoziate a sconto e che già scontano dei default, dovrebbero generare ricavi solidi. La nostra analisi proprietaria per la classe d’investimento dei titoli societari dei mercati emergenti, mostra inoltre che i tassi di default dovrebbero essere inferiori alle aspettative dei mercati.

Infine, gli investitori spesso si preoccupano della possibile volatilità dei tassi core quando cercano di individuare il momento adatto per assumere un’esposizione verso la classe d’investimento dei mercati emergenti. Sebbene ciò sia ragionevole nella maggior parte dei contesti, riteniamo che, con un flusso cedolare ai massimi da 13 anni, la probabilità che tale asset class generi un rendimento totale positivo tra un anno sia piuttosto forte.

Pertanto, anche se prevedere il rendimento totale può essere azzardato, riteniamo che gli investitori dovrebbero restare fiduciosi: un flusso cedolare elevato offre il potenziale per compensare una volatilità non trascurabile, qualora si manifestasse. È una differenza sostanziale rispetto ad altre classi d’investimento core di tipo investment grade, che offrono cedole molto più basse.

Fatta questa premessa, le prospettive d’investimento dipendono in qualche modo dalla traiettoria finale dei Treasury statunitensi, notoriamente difficile da prevedere. In quanto specialisti del debito dei mercati emergenti, non pretendiamo di avere una sfera di cristallo. Tuttavia, osserviamo che i tassi sui mutui a tasso fisso negli USA sono i più alti degli ultimi 23 anni, un lasso di tempo in cui gli Stati Uniti hanno registrato almeno due recessioni consistenti. Anche la curva dei rendimenti sembra indicare una debolezza economica con una pronunciata inversione.