L'opinione di Dario Mangilli di IMPact SGR

La sfida finanziaria delle fonti rinnovabili

Le risoluzioni della recente COP28, in cui è stata riconosciuta la necessità di abbandonare i combustibili fossili nei sistemi energetici e di accelerare l’azione nel prossimo decennio, si inseriscono in un contesto in cui i mercati finanziari hanno pesantemente penalizzato i titoli legati all’energia pulita e in cui le emissioni clima-alteranti sono cresciute di un altro 2%, a causa del record di produzione di petrolio e gas. Sarebbe invece necessaria una riduzione del 43% delle emissioni entro il 2030 per limitare il riscaldamento a 1,5°C. Attualmente, si stima che se tutti i paesi rispetteranno gli impegni presi in ambito climatico ed energetico, verrà raggiunto comunque un aumento della temperatura di 2,9°C, livello che, in base al consenso scientifico, causerebbe stravolgimenti climatici su larga scala. 

L’Agenzia Internazionale per l’Energia (IEA) ha dichiarato che entro i primi anni del 2030 saranno necessari 4.500 miliardi di dollari all’anno di investimenti in energia pulita, rispetto agli attuali USD 1 800 miliardi. 11

Il settore delle energie rinnovabili nel suo complesso ha dimostrato una notevole resistenza negli ultimi anni, ma il cambiamento delle condizioni generali del mercato ha portato segnali di tensione, soprattutto nel settore eolico. I fondamentali finanziari dei progetti di sviluppo di energia rinnovabile sono stati sconvolti dall’aumento dei costi di finanziamento e dei costi di input per le materie prime chiave, compresi i minerali critici. Ciò ha costretto gli sviluppatori eolici a richiedere revisioni al rialzo dei prezzi dell’elettricità. Molti progetti sono stati ritardati o cancellati.

Come riportato nell’ultimo Renewable Energy Market Update dell’IEA, molte aste di assegnazione di capacità rinnovabile sono andate deserte nel periodo 2022-2023, soprattutto in Europa. Nel 2022 la capacità non assegnata a livello globale ha raggiunto il livello più alto di sempre, con solamente l’85% della capacità totale assegnata, rispetto al 90-95% del 2020 e del 2021. L’Europa ha rappresentato 14 dei 20 GW di capacità messi all’asta che sono rimasti non assegnati a livello globale. Questa tendenza è proseguita nel 2023: un esempio eclatante si è avuto nel Regno Unito, quando un’asta per l’eolico offshore è rimasta senza offerte a settembre 2023.

Questa incertezza ha avuto conseguenze a cascata sulle catene di approvvigionamento, con gli impianti di produzione eolica che hanno operato a livelli molto inferiori rispetto alla capacità storica. Molti produttori di turbine eoliche del settore in Europa e negli Stati Uniti hanno registrato margini netti negativi per sette trimestri consecutivi negli ultimi due anni.

Il settore dell’eolico offshore è stato particolarmente colpito, con 12 GW di capacità eolica offshore che hanno subito ritardi o cancellazioni solo nel Regno Unito e negli Stati Uniti. Ørsted ha cancellato 4 miliardi di dollari dai progetti eolici offshore statunitensi. Anche BP ed Equinor hanno svalutato progetti per 800 milioni di dollari e Iberdrola ha cancellato un progetto da 800 MW negli Stati Uniti a causa di complicazioni finanziarie.

Anche il settore del solare fotovoltaico è stato esposto a pressioni sui costi e sui finanziamenti, ma per cause diverse. L’aumento dei costi di finanziamento ha rappresentato una preoccupazione per gli sviluppatori, ma il problema principale è stato l’emergere di un grande eccesso di capacità produttiva, il quale ha causato una riduzione della redditività degli operatori lungo tutte le catene di fornitura del solare fotovoltaico. Un aumento del 300% della capacità installata di energia pulita entro il 2030 è stato fissato come obiettivo dalla COP28. Affinché questo avvenga, il design delle aste per l’allocazione della capacità rinnovabile va ripensato, al fine di tenere conto delle fluttuazioni macroeconomiche, e i processi autorizzativi semplificati e velocizzati sia a livello nazionale che locale.