Verso la fine del trimestre abbiamo registrato un forte rialzo del prezzo di gas e petrolio che ha portato alla sovraperformance dei titoli del settore energia. Banche ed energia sono state le due aree del mercato più vantaggiose per noi nel trimestre. I risultati sono stati positivi anche per le società del settore costruzione, come Kingspan e Saint-Gobain, che sono particolarmente esposte alla transizione energetica verso net zero, ma anche in alcune grandi aree di spesa come la produzione di semiconduttori, gli impianti per la produzione di automobili, soprattutto di veicoli elettrici.
Un altro evento importante è stata la risalita dei rendimenti obbligazionari, in particolare dei rendimenti reali. L’ascesa dei rendimenti obbligazionari reali negli ultimi due/tre anni è stato un fenomeno particolarmente interessante e significativo. Crediamo che i mercati stiano iniziando ad assorbire il fatto che l’equilibrio tra le forze inflazionistiche e deflazionistiche si sia spostato a favore di quelle inflazionistiche, per cui le banche centrali dovranno frenare l’inflazione attraverso i rialzi dei tassi, mantenendo i tassi più alti più a lungo.
Inoltre, la transizione energetica, la transizione verso il net zero, richiederà l’impiego di ingenti capitali su scala globale e per lungo tempo. Pertanto, potrebbe modificare gli equilibri tra risparmio e investimenti, facendo salire i tassi di interesse. Queste sono le variabili macro principali, in particolare per l’azionario.
Riteniamo di doverci concentrare sulle valutazioni e sulle aree del mercato che presentano le migliori tendenze operative, come banche ed energia. Crediamo inoltre che il rendimento del free cash flow e da dividendi, oltre alla crescita degli utili, sia ancora positivo nei segmenti in cui investiamo, principalmente banche ed energia. Crediamo che ci siano ottime tendenze di crescita strutturale nel lungo termine nei segmenti correlati alla transizione energetica. Ci sono società come Kingspan, Saint-Gobain, Prysmian, Schneider, Atlas Copco che sono un po’ costose ma che sono di ottima qualità, con una crescita positiva.
Altri segmenti su cui abbiamo puntato e che continuiamo ad apprezzare nel lunghissimo termine, come il lusso o i semiconduttori, potrebbero fare un passo indietro nel breve/medio termine, ma faranno bene nel lungo periodo.
Per quanto concerne i tassi di interesse siamo probabilmente vicino al picco. Crediamo però che ci vorrà parecchio tempo prima che i tassi scendano, e le banche centrali continueranno a lottare contro l’inflazione più che la deflazione. È un cambiamento molto importante. Per le banche, gli utili continueranno ad aumentare, non perché prevediamo che i tassi di interesse saliranno ancora, ma più che altro per la previsione del mercato di un calo dei tassi. Ciò è meno probabile che accada. Crediamo che le banche continueranno a registrare un aumento degli utili. Questo è un segmento che resta interessante, così come l’energia.
Non ci piace mettere a confronto crescita e valore. Crediamo che dia un’errata interpretazione del paradigma di investimento. Se dovessimo farlo, comunque, possiamo dire che i titoli value continueranno a fare meglio di quelli growth. Continueremo ad assistere alla svalutazione di molti titoli che hanno iniziato a svalutarsi lentamente negli ultimi due anni e mezzo.