Dialogo con il management delle società su cui si investe e azionariato attivo guidano la strategia ESG del Fondo Cometa che nel 2023 ha votato in più di 150 assemblee dei soci di tutto il mondo e per l’anno in corso conta di intervenire alle assemblee di 200 società tra italiane ed estere. Con 25 anni di esperienza e oltre 440.000 iscritti il Fondo Pensione Cometa è il più importante fondo pensionistico attivo in Italia, nato nel 1997 con un accordo tra le organizzazioni di categoria delle imprese (Federmeccanica, Assistal e Intersind) e dei lavoratori (Fim, Fiom, Uilm e Fismic) per assicurare ai lavoratori dell’industria metalmeccanica e delle installazioni di impianti l’integrazione della copertura pensionistica offerta dal sistema previdenziale obbligatorio. Riccardo Realfonzo, Presidente del Fondo Pensione Cometa in questa intervista a ESG News delinea le strategie con cui il fondo integra le tematiche di sostenibilità nella gestione del suo portafoglio, i criteri di selezione dei gestori e le contromisure in caso di sanzioni o condanne per greenwashing delle aziende oggetto di investimento. E perché è necessario, e quali caratteristiche debba avere, uno strumento di investimento diretto sui mercati che permetta alla previdenza complementare italiana di giocare un ruolo importante per lo sviluppo dell’economia nazionale, riducendo il flusso degli investimenti oltre confine.
Cometa è il principale fondo pensionistico in Italia e ha scelto di integrare le tematiche di sostenibilità nella propria politica di investimento. Come realizzate questo obiettivo?
Siamo consapevoli del ruolo importante che Cometa può svolgere in qualità di investitore istituzionale nel campo della tutela ambientale, sociale e nel rispetto della governance, al fine di creare valore per i propri aderenti e per la società nel suo complesso. Il percorso di Cometa è iniziato nel 2010 con l’adesione al Principles for Responsible Investment (PRI). Negli anni abbiamo poi sempre più affinato la nostra capacità di analisi del portafoglio azionario e obbligazionario corporate a un monitoraggio periodico in termini di performance climatiche e in generale ESG. In sostanza vogliamo continuamente migliorare il profilo di sostenibilità del portafoglio. A questo scopo abbiamo istituito un tavolo di lavoro permanente con i gestori per confrontarsi sull’attuazione delle linee guida ESG del Fondo nei mandati assegnati e sulla qualità ESG del portafoglio dei gestori, considerati i vincoli e i target indicati dal Fondo. Nel tavolo con i gestori Cometa ha illustrato gli aspetti ESG da considerare e monitorare.
A quali KPI fate riferimento?
Cometa ha introdotto espliciti obiettivi di miglioramento del profilo ESG di portafoglio, i cui livelli, tramite l’introduzione di specifici indicatori di performance, vengono monitorati. Questi KPI sono stati condivisi con i gestori per verificare la loro capacità di monitoraggio, l’allineamento delle metodologie ed infine la capacita di introiettare nel portafoglio gestito i percorsi migliorativi dei KPI individuati. Monitoriamo poco meno di 50 indicatori. L’attenzione di Cometa nel tavolo con i gestori si sta concentrando su obiettivi di portafoglio da monitorare e migliorare progressivamente relativi allo score generale ESG, alle controversie severe legate alla biodiversità, alla sicurezza e salute dei lavoratori, all’utilizzo di lavoro minorile, a forme di discriminazione legate alla diversità della forza lavoro, all’energia rinnovabile, alla percentuale di presenza femminile tra i lavoratori. Inoltre esaminiamo gli indicatori relativi agli obiettivi di sviluppo sostenibile ONU relativi alla parità di genere, a lavoro dignitoso e crescita economica, alla riduzione delle disuguaglianze e alla lotta contro il cambiamento climatico. Gli emittenti con performance ESG modeste, e/o coinvolti in gravi controversie, possono essere inseriti in una watch list di verifica periodica ed essere oggetto di iniziative di dialogo o partecipazione al voto assembleare.
Quali sono i criteri con cui selezionate le case di investimento a cui affidate i mandati di gestione?
Il processo di selezione dei gestori è ben definito e dettagliato dal nostro organo di vigilanza Covip: il Cda individua preliminarmente i criteri generali di investimento tenuto conto anche della propria popolazione di aderenti, successivamente viene pubblicato un bando pubblico, e i partecipanti sono analizzati secondo criteri oggettivi di valutazione quantitativa e qualitativa. All’interno di questo processo Cometa ha introdotto anche una stringente valutazione ESG delle società partecipanti. I gestori delegati sono stati pertanto selezionati con particolare attenzione sotto il profilo ESG. In particolare, sono state valutate le loro politiche di investimento ESG e l’adesione ai PRI; la qualità della gestione delle tematiche legate al cambiamento climatico; l’adozione dei Principi Italiani di Stewardship promossi da Assogestioni, associazione delle società di gestione del risparmio.
Chiedete che presentino dei rating?
Nella valutazione del gestore chiediamo sempre quale sia l’ultimo rating assegnato, sia a livello di gruppo sia per l’attività specifica di gestione di portafoglio.
Avete posto una clausola in caso di greenwashing? Ci può spiegare come funziona e come può essere attivata?
Come definito nelle convenzioni, ciascun gestore delegato si impegna a promuovere aspetti di sostenibilità ambientale, sociale e di governance (ESG) nei processi decisionali riguardanti gli investimenti e a rispettare le linee guida per l’investimento socialmente responsabile presenti nella politica di sostenibilità e la politica di impegno del Fondo tempo per tempo vigenti. I rischi ESG sono, quindi, integrati nelle decisioni di investimento direttamente dai gestori selezionati ed inoltre vengono incorporati nel sistema di controlli ex post da parte del Fondo. La loro valutazione viene effettuata in occasione del monitoraggio annuale di sostenibilità del comparto, in cui i rischi ESG vengono identificati dall’advisor ESG, elaborati dalla funzione finanza di Cometa e discussi con i gestori. Gli stessi gestori sono monitorati in quanto Cometa ha introdotto la facoltà di recedere dalla convenzione con clausola risolutiva espressa in caso di sanzioni o condanne per greenwashing della società titolare del mandato. Crediamo comunque che la relazione con i gestori sia fondamentale ed anche per questo abbiamo abbiamo istituito il tavolo di lavoro permanente con i gestori. Quello è il luogo del confronto sull’attuazione delle linee guida ESG del Fondo nei mandati assegnati e sulla qualità ESG del portafoglio dei gestori.
Recentemente Cometa ha mostrato un approccio da investitore attivista nelle assemblee. Come nasce questa attitudine e quali sono i vostri obiettivi?
Abbiamo deciso di invertire il classico approccio dell’engagement che vedeva prima il dialogo con le aziende e solo successivamente l’eventuale partecipazione al voto assembleare quasi come momento di rottura. Consideriamo fondamentale il dialogo ed il confronto diretto con le imprese, al fine di incoraggiare le imprese stesse verso comportamenti virtuosi e sostenibili in materia di responsabilità sociale. D’altro canto, l’assemblea societaria è il momento cruciale attraverso il quale le imprese dialogano con i loro stakeholder e dunque vediamo la partecipazione al voto come la massima espressione di dialogo. Attraverso la sua politica di voto, Cometa fa sentire la propria voce nelle Assemblee delle società in cui investe e che abbiano all’ordine del giorno temi fondamentali legati alle conquiste e ai valori condivisi tra le parti sociali dell’industria metalmeccanica e che qualificano il CCNL di categoria: salute e sicurezza sui luoghi di lavoro, crescita e stabilità occupazionale, integrazione dei lavoratori migranti, pari opportunità, tutela della maternità e paternità, sostegno alle iniziative di welfare contrattuale, formazione dei lavoratori, difesa dell’ambiente e trasparenza in materia di governance aziendale. Nel 2023 abbiamo votato in ben 151 assemblee dei soci di tutto il mondo. Per il 2024 Cometa abbiamo individuato 200 società nelle quali intervenire alle Assemblee. Si tratta di 143 società estere selezionate o per criticità evidenziate nel 2023 o per la rilevanza dei pacchetti azionari in nostro possesso o per potenziali criticità; 32 società estere analizzate l’anno scorso in cui non sono state riscontrate particolari criticità; 25 società italiane.
Come si stanno muovendo gli altri fondi pensione su queste tematiche?
Vediamo che l’attività di Cometa su questi temi ha ricevuto molta attenzione e, voglio spingermi a dire, innescato uno slancio in avanti da parte dell’insieme dei fondi pensione. Con piacere partecipiamo alla discussione in seno ad Assofondipensione, l’associazione dei fondi pensione, che proprio in questi giorni sta varando un progetto di voto comune tra i fondi pensione che enfatizza il ruolo dei fondi pensione negoziali come investitori istituzionali, con una forte valenza sociale in tema di democrazia economica. Noi vogliamo dare una mano per far crescere questo importante progetto.
Un altro dei suoi obiettivi è quello di creare uno strumento di investimento garantito dei risparmi dei fondi pensione nell’economia reale, supportando la crescita delle PMI. Come stanno andando le interlocuzioni con il governo?
Nonostante il grande impegno di Assofondipensione con il Progetto Economia Reale, realizzato con Cassa Depositi e Prestiti, il volume di investimenti diretti nel Paese da parte dei fondi negoziali, e della previdenza complementare nel suo insieme, è ancora troppo contenuto. E così, purtroppo, il copioso risparmio previdenziale delle famiglie italiane finisce spesso per finanziare lo sviluppo di sistemi produttivi concorrenti. È giunta l’ora di prendere atto pragmaticamente della presenza di una rilevante strozzatura di mercato, che impedisce un afflusso adeguato del risparmio previdenziale in Italia, e intervenire con una misura di politica industriale finalizzata ad incentivare l’investimento di questo risparmio nel sistema produttivo ed infrastrutturale italiano. La proposta che ho avanzato da tempo, che è stata condivisa da tutte le parti istitutive di Cometa, e che ho presentato nel febbraio scorso alla Commissione Bicamerale sulla previdenza complementare, punta ad introdurre uno strumento che permetta ai consigli di amministrazione dei fondi pensione di investire mediante strumenti “diretti” nelle infrastrutture sociali e nell’apparato produttivo italiano, grazie a un meccanismo di protezione dei rendimenti alla scadenza del progetto, che tuteli il risparmio dei lavoratori che aderiscono ai Fondi. Questa proposta ha suscitato dibattito e registro che, in occasione di un recente convegno tenutosi a Roma, il Presidente della Bicamerale Alberto Bagnai ha sottolineato l’opportunità di approfondire la riflessione sulle possibili modalità di realizzazione di quella proposta. Noi siamo del tutto disponibili al dialogo e al confronto.
C’è un’area, tuttavia, che potrebbe essere migliorata: la diversity del board. Come mai solo due donne su 12 componenti, per un organo che è anche espressione dei lavoratori?
Argomento che è stato tema di riflessione in Cometa e per il quale sono particolarmente sensibile: come può Cometa votare nelle aziende per promuovere un’adeguata diversity dei board e non esprimerla adeguatamente in casa propria? Ritengo che il processo da seguire sia esattamente in linea con il nostro spirito di engagement. Prima di tutto sensibilizzare le nostre fonti istitutive che attraverso il voto di aziende e lavoratori esprimono gli organi associativi del Fondo, e per il futuro aprire un confronto per una modifica statutaria che possa formalizzare un’adeguata diversity in tutti gli organi di Cometa. A maggio si insedierà il nuovo Cda di Cometa e sono certo che potremo vedere i primi segnali concreti di questo cammino.