Elena Shneiwer Responsabile Sostenibilità e Patrimonio Artistico di CDP | ESG News

Intervista

Shneiwer (CDP): dimensioni ESG fondamentali nelle valutazioni degli investimenti

Due anni fa, con il Piano Strategico 2022-2024, Cassa Depositi e Prestiti ha cambiato veste e messo con convinzione la sostenibilità al centro della propria strategia per supportare la crescita del Paese. A partire da quattro sfide primarie – promuovere la crescita inclusiva e sostenibile, favorire la digitalizzazione e l’innovazione, contribuire al ripensamento delle catene del valore e sostenere attività per contrastare il cambiamento climatico e tutelare l’ecosistema – CDP ha individuato dieci campi di intervento su cui concentra la propria operatività, in linea con gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs) dell’ONU, e si è dotata di una serie di policy e di modelli ex ante ed ex post che integrano le dimensioni ESG nelle valutazioni degli investimenti.

“Siamo passati da un modello bidimensionale di valutazione basato sul rischio-rendimento a uno tridimensionale, che aggiunge una dimensione fondamentale per CDP: l’impatto economico, sociale e ambientale” dichiara Elena Shneiwer, Responsabile Sostenibilità e Patrimonio Artistico di CDP in questa intervista a ESGnews, “Un cambio di passo, che nel 2022 ha permesso al gruppo di destinare circa il 70% del totale delle proprie risorse mobilitate (oltre 30 miliardi) a progetti collegati alla sostenibilità, trend che si è confermato anche nel primo semestre del 2023” sottolinea la Shneiwer.

In particolare, CDP ha introdotto nuove formule innovative che vanno nella direzione della finanza di impatto. “Stiamo premiando imprese ed enti locali che hanno obiettivi green, in particolare di riduzione dell’impronta emissiva e iniziando a orientare gli investimenti su fonti di energia pulita” continua la Responsabile Sostenibilità che conclude evidenziando l’importanza del coinvolgimento degli stakeholder: “Nel 2023 abbiamo promosso la nascita della ESG Community, un network di confronto ricorrente tra alcune delle maggiori realtà economiche italiane, per favorire sinergie e condivisione di buone pratiche tra le aziende”.

CDP ha una posizione unica in Italia per rilevanza e ruolo istituzionale. Come attuate la vostra mission di promuovere lo sviluppo sostenibile nel Paese?

Da oltre 170 anni Cassa Depositi e Prestiti ha un modello di business intrinsecamente sostenibile che, grazie a una gestione responsabile delle sue fonti di finanziamento (in primo luogo la raccolta postale), sostiene imprese, pubbliche amministrazioni e infrastrutture, generando impatti positivi sul territorio. Questo approccio è stato rafforzato ed accelerato con il Piano Strategico 2022-2024 che mette la sostenibilità al centro della strategia di Cassa, sia a livello strategico che operativo. Attraverso il Piano, infatti, CDP ha individuato dieci campi di intervento su cui concentra la propria operatività, settori in linea con gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs) dell’ONU che includono, per esempio, la transizione energetica, l’economia circolare, la tutela del territorio e le infrastrutture sociali presenti appunto anche nel nuovo Piano di Cassa.  A livello operativo, la nostra istituzione si è dotata di una serie di policy e di modelli ex ante ed ex post che integrano le dimensioni ESG nelle valutazioni degli investimenti. Siamo passati da un modello bidimensionale di valutazione basato sul rischio-rendimento a uno tridimensionale, che aggiunge una dimensione fondamentale per CDP: l’impatto economico, sociale e ambientale.

Un cambio di passo, che nel 2022 ha permesso al Gruppo di destinare circa il 70% del totale delle proprie risorse mobilitate (oltre 30 miliardi) a progetti collegati alla sostenibilità, trend che si è confermato anche nel primo semestre del 2023.

Nel primo semestre di quest’anno avete mobilitato più di 10 miliardi a sostegno dell’economia italiana. Quali sono stati i principali obiettivi di fondo in ambito sostenibile che hanno indirizzato la vostra azione?

In linea con il suo ruolo di Istituto Promozionale di Sviluppo, nel primo semestre del 2023 il Gruppo CDP ha impegnato risorse per circa 11,5 miliardi, consentendo l’attivazione di investimenti complessivi per 32,4 miliardi di euro, con un effetto leva di 2,8 volte le risorse impegnate nel periodo. Degli 11,5 miliardi impegnati da gennaio, il 71% (circa 8,2 miliardi) è stato destinato alle quattro sfide individuate dal Piano Strategico 2022-2024: promuovere la crescita inclusiva e sostenibile, favorire la digitalizzazione e l’innovazione, contribuire al ripensamento delle catene del valore e sostenere attività per contrastare il cambiamento climatico e tutelare l’ecosistema. In particolare, su questi temi abbiamo introdotto formule innovative come il “Prestito Green”, un plafond fino a 200 milioni a tassi vantaggiosi, in collaborazione con la Banca Europea degli Investimenti, per finanziare interventi green sul territorio. Un primo esempio di questa novità sono i 30 milioni concessi al Consorzio BIM (Bacino Imbrifero Montano) per interventi a sostegno del miglioramento del sistema idrico integrato della Valle d’Aosta.

Altra colonna della vostra road map è il ripensamento delle catene del valore, tema sempre più rilevante anche alla luce della direttiva CSDDD sul controllo della catena di fornitura e dei sempre più delicati rapporti geopolitici. Quali sono le linee guida in questo campo?

Il ripensamento delle catene del valore è una delle quattro sfide strategiche di CDP ed è associata a tre diversi campi di intervento: filiere strategiche, trasporti e nodi logistici e cooperazione internazionale allo sviluppo. Per CDP è un’area di intervento critica, per l’impatto sia dei recenti avvenimenti globali (come la pandemia e il conflitto in Ucraina) che della evoluzione normativa europea, che porterà a una rendicontazione non-finanziaria sempre più focalizzata sull’intera value chain. Nel primo semestre 2023 CDP ha dedicato la maggior parte delle risorse –  quasi 5 miliardi – a questa area, con l’obiettivo di favorire catene del valore sempre più moderne e sostenibili, anche attraverso lo sviluppo di segmenti ad alta tecnologia, stimolare una riduzione delle merci movimentate su gomma favorendo – per esempio – i trasporti su rotaia, abbattere i costi della logistica e mitigare la dipendenza da filiere strategiche estere favorendo una sempre maggiore diversificazione delle fonti, con uno sguardo anche allo sviluppo dei Paesi partner, grazie alla mobilitazione di risorse nella Finanza per lo Sviluppo e la Cooperazione Internazionale. Da ultimo, lavoriamo per una catena del valore sostenibile che parte dalla catena dei fornitori: in quest’ottica abbiamo appena approvato una nuova Politica sul Responsible Procurement volta a definire standard etici, economici, sociali e ambientali che non solo guidino CDP nella valutazione dei propri fornitori in ottica di premialità, ma ci consentano anche di verificare che le controparti si impegnino a loro volta a promuoverne i principi e a garantire il rispetto dei requisiti di sostenibilità nella loro catena di approvvigionamento, tramite la sottoscrizione da parte dei fornitori di un Codice di Condotta ispirato a principi ESG.

La vostra attività si focalizza sulla concessione di credito e sugli investimenti diretti. Quali sono le specificità di questi due strumenti sotto il profilo degli impatti sulla transizione?

Siamo un fattore abilitante dello sviluppo sostenibile delle nostre controparti e, grazie al nuovo modello di valutazione dei nostri interventi che coinvolge tutto il business di CDP, abbiamo sperimentato una serie di innovazioni che vanno nella direzione della finanza di impatto. Per esempio, lato imprese abbiamo introdotto i primi finanziamenti diretti collegati a obiettivi ESG, fra i quali l’impegno dell’azienda ad aumentare i livelli occupazionali in Italia, al raggiungimento dei quali si riduce il costo del finanziamento stesso. Rientrano in queste forme di premialità quelli concessi al Gruppo Lu.Ve, terzo operatore al mondo nel settore degli scambiatori di calore ad aria, e a Pietro Fiorentini, gruppo che opera lungo l’intera filiera del gas naturale. In questo scenario, ovviamente le grandi società sono più pronte ad affrontare questi cambiamenti e le sfide che ci aspettano. Per questo ci occupiamo anche e soprattutto di sostegno alle imprese di minori dimensioni. Per esempio, abbiamo lanciato il primo Basket Bond ESG, un programma di minibond che sostiene i piani di sviluppo sostenibile di PMI e Mid-cap italiane. Da inizio anno sono stati superati 100 milioni di emissioni in due tranche in favore di 13 aziende.

Il cambiamento climatico e la tutela dell’ecosistema sono una delle priorità del vostro piano strategico. Quali iniziative avete intrapreso su questo fronte?

Su questo tema abbiamo suddiviso la nostra operatività su tre campi di intervento: transizione energetica, salvaguardia del territorio ed economia circolare. Nel primo semestre 2023, CDP ha investito 1,6 miliardi a sostegno di ventotto imprese e quarantotto enti locali, destinando 913 milioni per la transizione energetica al fine di finanziare per lo più realtà italiane operanti nei settori infrastrutturali dell’energia elettrica e del gas naturale; 713 milioni a favore della salvaguardia del territorio (95% tramite 3 plafond dedicati a calamità naturali) e 20,5 milioni per iniziative di economia circolare. Come già detto, stiamo premiando imprese ed enti locali che hanno obiettivi green, in particolare di riduzione dell’impronta emissiva e iniziando a orientare gli investimenti su fonti di energia pulita.

Recentemente avete aderito al Manifesto “Imprese per le persone e le società” lanciato dal Global Compact Network Italia. A quali miglioramenti sul fronte sociale vi proponete di contribuire?

Questa decisione rappresenta un ulteriore passo nell’impegno di Gruppo sul lato sociale delle dimensioni ESG, che riteniamo fondamentale per assicurare che la transizione green sia anche “giusta”. Si tratta di un ambito storico dell’impegno di Cassa, associato da un lato al sostegno alle infrastrutture sociali, elemento chiave per assicurare la coesione  di territori e comunità (nel 2022 abbiamo sostenuto la costruzione, ammodernamento o adeguamento di oltre 1.600 tra scuole, università, strutture sanitarie, social e student housing) e dall’altro ai progetti per promuovere l’inclusione sociale che portiamo avanti attraverso la Fondazione CDP, come il Bando “A Scuola per il futuro” che mette a disposizione  1,5 milioni per iniziative di contrasto al problema della dispersione scolastica. Infine, siamo convinti che la responsabilità sociale parta dalle nostre persone: una convinzione che ha visto una crescente attenzione alla formazione (oltre 62.000 ore, +13% rispetto al 2021) e alla valorizzazione della diversità, equità e inclusione, con il 53% di donne fra le nuove dirigenti e circa il 50% fra le nuove assunzioni.

Sul fronte della raccolta accanto al tradizionale risparmio postale avete affiancato anche emissioni ESG. Quali gli effetti sulla vostra attività?

CDP è presente sul mercato dei capitali anche come emittente di Bond ESG già dal 2017. Ad oggi le emissioni obbligazionarie ESG collocate da CDP sono in tutto nove (sei social, due sustainability, uno Green) per un totale di 6 miliardi di euro e oltre 350 investitori coinvolti.

A febbraio 2023, CDP ha emesso il Green Bond Inaugurale 2023, la prima emissione obbligazionaria green, per un importo complessivo di 500 milioni di euro, destinata principalmente a investimenti infrastrutturali nei settori delle rinnovabili, dell’efficientamento energetico e idrico e della mobilità sostenibile.

In linea con il nostro modello di business “circolare”, queste emissioni sono destinate a sostenere progetti con un impatto positivo sulla transizione energetica, la crescita economica e l’occupazione. Per esempio, il Social Bond 2021 ha contributo a creare o mantenere circa 6.200 posti di lavoro a tempo pieno – di cui il 45% nelle regioni del Mezzogiorno – e ha avuto un impatto sul valore della produzione stimato in circa 840 milioni di euro, con effetti positivi anche su redditi e consumi privati.

La vostra azione punta anche molto sul coinvolgimento degli stakeholder..

In un contesto dove la sostenibilità è sempre più di “sistema”, sia per la spinta normativa che per le crescenti aspettative del mercato e della società civile, ascolto, dialogo e coinvolgimento con gli stakeholder sono una parte integrante della nostra strategia ESG. Per esempio, nel 2022 abbiamo introdotto le consultazioni con la società civile di condivisione delle nostre linee guida e policy e un Forum multistakeholder annuale, con un focus su giovani e sostenibilità. E nel 2023 abbiamo promosso la nascita della ESG Community, un network di confronto ricorrente tra alcune delle maggiori realtà economiche italiane, per favorire sinergie e condivisione di buone pratiche tra le aziende.