Paciarotti | ESGnews

Intervista alla consulente Cristina Paciarotti di Banca Generali

Nel lungo periodo tutti beneficiano degli investimenti ESG: clienti, ambiente, aziende e società

Investire in maniera sostenibile conviene e i risparmiatori iniziano a comprenderlo. Sta infatti aumentando l’interesse per i prodotti ESG e l’attenzione degli investitori ai temi di sostenibilità non sembra essere frenata dalle crisi geopolitiche ed energetiche attuali. A guidare le preferenze, oltre alla volontà di agire con un impatto positivo su ambiente e società, anche la consapevolezza che nel medio-lungo termine i prodotti ESG battono quelli tradizionali in quanto a performance. Tra le ultime ricerche a dimostrarlo, un’analisi di Morningstar ha rilevato che, tra gli 8mila prodotti domiciliati in Europa analizzati, i 2mila con caratteristiche ESG hanno ottenuto performance migliori di quelli non sostenibili negli ultimi 10 anni. 

Per soddisfare da un lato l’esigenza degli investitori di puntare sui fondi sostenibili e dall’altro le strette normative, i consulenti finanziari si sono formati sempre di più sulle tematiche ESG e sono pronti ad offrire prodotti sostenibili ai clienti. Uno strumento importante per i professionisti è il questionario sulle preferenze di sostenibilità che è stato integrato nel modello di profilatura MiFID II, che permette al consulente finanziario di indagare l’interesse del cliente per gli investimenti ESG e raccogliere eventuali preferenze sulle tematiche di sostenibilità.

“Solitamente non consiglio mai un solo settore o una sola tematica ESG, sarebbe davvero difficile scegliere anche perché, secondo me, i temi sono altamente interconnessi” dichiara Cristina Paciarotti, consulente Banca Generali nonché segretaria Anasf per le Marche e componente di Anasf giovani, in questa intervista a ESGnews, “In un’ottica di lungo periodo non si può prescindere dall’avere degli investimenti sostenibili: ne beneficiano i clienti, ma anche l’ambiente, le nostre aziende, la società e le generazioni future” rivela la consulente che è stata tra le prime a conseguire, ad aprile 2021, la certificazione EFPA ESG Advisor.

Quando ha iniziato a occuparsi di investimenti sostenibili?

Ho iniziato la mia professione di consulente finanziario nel 2018 e allora non si sentiva ancora molto parlare di investimenti sostenibili, non avevamo nemmeno gli “strumenti” per poterli analizzare ed identificare. Nel 2021 però, appena è uscita la possibilità di ottenere una apposita certificazione, quella di EFPA ESG Advisor, mi sono subito iscritta ai corsi ed ho sostenuto e superato l’esame. Da allora ho continuato a formarmi e a proporre investimenti sostenibili: per me averne almeno una parte nei portafogli è davvero imprescindibile e costruirli ora, grazie alla innovativa piattaforma che la mia mandante mi mette a disposizione, è diventato davvero facile per me e coinvolgente per i clienti.

Da quando è stato inserito il questionario sulle preferenze di sostenibilità nella MiFID II com’è cambiato il suo modo di comunicare al cliente su questi temi? 

Ho usato l’inserimento delle preferenze nel questionario in due modi: se avevo già intuito o avevo già notizia dell’interesse del cliente circa i temi sostenibili, utilizzavo le domande come momento di confronto. Se invece il cliente che avevo di fronte mi dichiarava di non sapere nulla a riguardo, le utilizzavo come spunto per avviare una conversazione, dare una prima “infarinatura” sulla sostenibilità, puntando molto l’attenzione sulla sua importanza.

Qual è la sfera ESG di maggiore interesse per i suoi clienti? 

I clienti, in linea con quello che anche il coinvolgimento generale, hanno più interesse per le tematiche ambientali inizialmente. Questo è il tema più trattato anche a livello di mass media, quindi la loro attenzione è maggiore. Tuttavia, quando poi iniziamo anche a parlare di sostenibilità a livello sociale e a livello di governance aziendale anche queste tematiche suscitano molto coinvolgimento. Per esempio, ad una mia cliente molto attenta alle questioni del gender pay gap e della parità di genere, ho fatto sottoscrivere senza esitazione uno strumento che avesse determinate caratteristiche di apporto contributo alla lettera S di ESG. Ad un mio giovane cliente ingegnere presso una multinazionale che effettua gestione di impianti rinnovabili, invece, ho proposto un prodotto “green”, vista la sua attenzione ai temi della sostenibilità ambientale.

La situazione in Medioriente ha già esacerbato un contesto di crisi legato all’inflazione e all’instabilità geopolitica. Nota un calo nell’interesse degli investitori verso i temi ESG? 

No, chi aveva sottoscritto investimenti su tematiche ESG perché spinto soprattutto da una convinzione etica non ha assolutamente minor interesse sulle tematiche. Anzi! 

Quali sono adesso i temi e i settori su cui puntare per investimenti che rispettino i criteri ESG e al tempo stesso garantiscano nel tempo buoni rendimenti?

Gli studi hanno dimostrato che gli investimenti sostenibili, proprio perché hanno una migliore gestione del rischio ed una migliore analisi dei fondamentali, generano mediamente rendimenti migliori rispetto a quelli che non lo sono. Solitamente non consiglio mai un solo settore o una sola tematica ESG, sarebbe davvero difficile scegliere anche perché, secondo me, i temi sono altamente interconnessi (per esempio se ci sono rischi per il clima, è molto probabile che ci siano dei rischi anche per le imprese). In un’ottica di lungo periodo non si può prescindere dall’avere degli investimenti sostenibili: ne beneficiano i clienti, ma anche l’ambiente, le nostre aziende, la società e le generazioni future.