Sempre più società di asset management mettono in atto strategie di investimento che contribuiscano alla transizione verso sistemi di produzione a zero emissioni. È il caso di Lombard Odier IM, il gruppo bancario privato di asset management di Ginevra con più di 200 anni di storia. La società di gestione svizzera, infatti, utilizza una metodologia proprietaria, l’Implied Temperature Rise, per verificare che i target delle società che rientrano nei suoi portafogli siano allineati agli obiettivi di decarbonizzazione. La società dispone di diversi fondi che si focalizzano sui temi ESG, come la strategia a reddito fisso TargetNetZero, classificata come articolo 9 che consente agli investitori di allineare i propri portafogli agli obiettivi di Parigi. La strategia, che ha come benchmark l’indice Bloomberg Barclays Global, tiene conto delle stime prospettiche delle emissioni e dell’aumento di temperatura per arrivare a definire i titoli da selezionare. Attraverso il confronto con le società e le attività di engagement, la strategia TargatNetZero si propone di svolgere un’attività efficace sugli emittenti affinché allineino i loro modelli di business al net zero entro il 2050.
Abbiamo parlato nel dettaglio di questo strumento di analisi e della strategia TargetNetZero in questa intervista a Erika Karolina Wranegard, Portfolio Manager del team Fixed Income di Lombard Odier Investment Managers.
Quali sono, a suo avviso, le migliori opportunità da cogliere per la transizione verso la net zero economy, senza intaccare i ritorni degli investitori?
A differenza di gran parte del mercato, ancora orientato a sovrappesare le aziende “low carbon”, come quelle del settore tech, e a sottopesare i comparti ad alte emissioni, come l’acciaio e il trasporto marittimo, riteniamo che le opportunità di investimento più interessanti si trovino nelle aziende che attualmente presentano elevate emissioni di CO2, ma che hanno messo in atto delle strategie per ridurre fortemente le emissioni. Alla base della nostra visione ci sono due ragioni principali: da una parte sono proprio le aziende con maggiori emissioni che presentano un elevato potenziale a favore della riduzione e dall’altra sono proprio quelle che hanno le prestazioni meno efficienti che presentano un maggior potenziale di miglioramento delle valutazioni di mercato, contestualmente all’estensione della regolamentazione e al cambiamento delle abitudini dei consumatori.
Qual è la strategia di investimento TargetNetZero di Lombard Odier? Quali sono le caratteristiche che la contraddistinguono?
La strategia d’investimento a reddito fisso TargetNetZero è costituita da una gamma di prodotti che consentono agli investitori di allineare i loro portafogli agli obiettivi dell’Accordo di Parigi, volti a limitare l’innalzamento della temperatura globale al di sotto dei 2 gradi centigradi. Si basa sulla nostra metodologia interna Implied Temperature Rise, fondata su basi scientifiche e prospettiche, oltre che sulla peer reviewdell’Università di Oxford.
Grazie a questa metodologia possiamo valutare circa 10.000 società in base al loro grado di conformità al target dell’Accordo di Parigi. È la base di partenza su cui possiamo costruire portafogli ad alto e basso tracking error (sul lato del credito utilizziamo strategie con tracking error alto e basso, distinguendole tra “strategie LOS” – basso tracking e “strategie LOF” – alto tracking error) che consentono di ridurre il rischio di transizione degli investitori nel passaggio a un’economia net zero.
Quale tipo di società rientra nel portafoglio della strategia TargetNetZero? Può fornirci alcuni esempi?
Privilegiamo gli investimenti in società che presentano strategie di decarbonizzazione credibili nei settori dove è più difficile ridurre le emissioni. Il cementificio Holcim, parte dell’industria del cemento che rappresenta oltre il 5% delle emissioni globali di carbonio, è una società che vediamo come un’interessante opportunità d’investimento. Questa azienda presenta solide prospettive sotto il profilo finanziario e, attraverso i propri progressi in termini di decarbonizzazione, rappresenta un investimento che permette di avere un impatto sull’economia reale.
I target di Holcim al 2030 e i progressi raggiunti nel 2021
Con il progresso della normativa, sia in Europa con l’European green Deal, sia negli Stati Uniti con l’Inflation Reduction Act, la spinta verso la transizione climatica subirà un’ulteriore accelerazione. Alla luce di ciò, prevede un conseguente inserimento in portafoglio di società che non hanno ancora fissato obiettivi net zero, ma che hanno un potenziale per farlo?
Sì, siamo costantemente alla ricerca di nuove opportunità di investimento. Abbiamo un atteggiamento ottimistico nei confronti dei nuovi sviluppi tecnologici che possono consentire alle industrie tradizionali di ridurre rapidamente le emissioni di carbonio.
Bisogna tuttavia ammettere che ogni anno le emissioni di gas serra aumentano, un andamento che deve essere invertito arrivando a una diminuzione a un ritmo più sostenuto delle emissioni future per raggiungere lo zero netto entro il 2050. Le aziende che non hanno ancora iniziato il loro percorso di transizione dovranno probabilmente affrontare una crescente pressione sui costi dovuta al controllo normativo e all’aumento dei prezzi delle emissioni di carbonio, che potrebbero avere un impatto sulle spese in conto capitale disponibili per la transizione verso un mondo a zero emissioni.
In che modo misurate l’impatto degli investimenti?
Lo facciamo tramite la nostra metodologia Implied Temperature Rise, che include i trend storici delle emissioni, nonché una valutazione prospettica della decarbonizzazione dell’azienda. La metodologia è di tipo prospettico e prevede le emissioni future delle aziende. Valutiamo costantemente se un’azienda ha già intrapreso una traiettoria net zero, incorporando le emissioni storiche. Se le società ad alto tasso di emissioni si mantengono su una traiettoria inferiore ai 2 gradi entro il 2030 significa che hanno attuato solidi piani di decarbonizzazione e sono sulla strada giusta per ridurre ulteriormente le proprie emissioni.
In cosa consiste la tecnologia proprietaria Lombard Odier Implied Temperature Rise attraverso la quale riuscite a valutare quali emittenti sono allineati ai target di decarbonizzazione?
La nostra metodologia interna Implied Temperature Rise prevede una valutazione prospettica delle traiettorie di decarbonizzazione delle aziende. La metodologia si basa su dati scientifici, è orientata al futuro ed è sottoposta a peer review da parte dell’Università di Oxford.
Lombard Odier ITR parte dalla valutazione dell’impronta di carbonio considerando le emissioni scope 1, 2 e anche 3. Il LO-ITR calcola quindi il profilo delle emissioni future di una società utilizzando l’andamento storico delle stesse, i target in tema di cambiamento climatico e la valutazione di credibilità.
Questo ci permette di mettere a confronto emittenti dello stesso settore e di valutare quali aziende sono maggiormente esposte al rischio di transizione nel passaggio verso un’economia net zero.
Quali prospettive vede per il 2023 sul fronte del progresso nella lotta al cambiamento climatico?
Il 2023 sarà l’anno in cui vedremo interventi a favore del clima su larga scala. Finora si è lavorato molto per sviluppare strategie net zero. Con circa il 75% delle emissioni globali interessate da obiettivi a zero emissioni e obiettivi stabiliti da Stati, istituzioni finanziarie e aziende, la comunità globale si è mobilitata per combattere le emissioni di gas serra. Per il 2023 prevediamo che buona parte della spesa in conto capitale sia dedicata alla transizione verso un mondo a zero emissioni nette, investimenti che potranno iniziare ad avere effetto sulla riduzione delle emissioni a partire dal 2024.