Un significativo impatto economico, sociale e ambientale è tra gli obiettivi fondamentali del Piano 2022-24 di Cassa Depositi e Prestiti (CDP). I risultati complessivi saranno disponibili a inizio 2025, ma il dato che probabilmente riesce meglio a rappresentare la direzione del percorso di CDP è la crescita delle risorse (nel 2023 l’83% del totale) nei dieci campi di intervento previsti dal Piano Strategico allineati agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda 2030 dell’ONU. Le risorse del 2023 sono state impiegate per sostenere la crescita di oltre 12.200 imprese e 1.660 enti pubblici, con impatti positivi sul tessuto economico e su quello sociale.
Per singole linee strategiche, nel 2023 oltre 9 miliardi sono stati destinati a filiere strategiche a livello nazionale e internazionale, con oltre 6.000 aziende nella piattaforma di Business Matching. Oltre 2 miliardi sono stati impiegati per la crescita inclusiva e sostenibile a favore, ad esempio, di 438 strutture scolastiche e sanitarie e di circa 1.200 posti letto in alloggi sociali e circa 15.600 posti letto per studenti universitari fuori sede, grazie anche alla gestione dei fondi PNRR. Ulteriori 2 miliardi ad iniziative per il cambiamento climatico e la tutela dell’ecosistema, in particolare a progetti per la transizione energetica, per efficientare la rete idrica e promuovere l’economia circolare. A giugno 2023 è stato intrapreso un percorso per decarbonizzare il portafoglio (riduzione del 30% dell’intensità emissiva entro il 2030 rispetto al 2022) e in meno di 6 mesi l’intensità emissiva è stata ridotta del 7%. A tracciare un quadro sui risultati già ottenuti e le prospettive di CDP in ambito sostenibilità è Gaia Ghirardi, Chief sustainability officier di CDP, intervistata da ESGnews.
CDP è la principale istituzione pubblica a sostegno dell’economia, con un’ottica di capitale paziente. Come misurate l’impatto generato?
Abbiamo cambiato il paradigma tipico degli investitori finanziari che guardano al binomio rischio-rendimento a favore di un sistema basato su rischio, rendimento e impatto. Può apparire come un cambiamento astratto, ma in realtà per CDP si è tradotto in un meccanismo concreto attraverso l’adozione di un modello di valutazione di impatto ESG.
Più nel dettaglio, il modello di valutazione di impatto si integra nel processo decisionale interno, dalla fase di origination alla delibera delle operazioni, affiancando le valutazioni dei profili di rischio, delle condizioni finanziarie e degli aspetti legali e di compliance e contribuendo a guidare l’intenzionalità delle scelte di CDP in ottica di sostenibilità.
È un approccio metodologico che bilancia la componente sociale, ambientale ed economica, prendendo in considerazione una serie di elementi. Tra questi, la coerenza dell’operazione con gli orientamenti definiti nel Piano Strategico 2022-2024, per indirizzare l’azione del Gruppo verso il sostegno alla crescita sostenibile. Viene inoltre analizzata la maturità e sostenibilità delle controparti in relazione al loro settore di riferimento e alla capacità di indirizzare i temi materiali, in termini di strategia, governance e reportistica ESG, oltre che alla capacità di gestione delle controversie. Si esamina la qualità dell’operazione in termini di potenziali impatti ambientali, sociali ed economici sia positivi sia negativi, dell’entità di tali impatti e del ciclo di vita. A sostegno di questa analisi, vengono condotti studi specializzati su aspetti tecnico-economici di progetti strategici e a maggior complessità, tenendo conto delle caratteristiche progettuali, delle esperienze tecniche della controparte e dell’architettura tecnica degli interventi proposti. Infine, si considera l’addizionalità dell’operazione, ossia la capacità di colmare i gap di investimento in settori e territori in cui gli operatori di mercato non riescono a mobilitare risorse adeguate, o di attrarre risorse supplementari.
In sintesi, si ha l’obiettivo di potenziare il processo decisionale di CDP, rispondere alle crescenti esigenze di un mercato sempre più attento ai temi ESG e a guidare la selezione di progetti ad alto impatto. Inoltre, si mira a favorire la creazione di un portafoglio che, oltre a garantire un ritorno finanziario, produca significativi impatti a livello ambientale, sociale e di governance.
Per contribuire allo sviluppo sostenibile del Paese avete erogato nel corso del 2024 quasi 12 miliardi e avete uno stock di crediti di 126 miliardi. Quali sono i criteri con cui allocate le risorse tenendo conto anche dell’impatto?
Il Gruppo CDP si propone di contribuire attivamente al progresso del Paese, promuovendo azioni volte ad affrontare le grandi sfide dell’Italia attraverso 10 ambiti di intervento chiave: transizione energetica, economia circolare, salvaguardia del territorio e della risorsa idrica, infrastrutture sociali, mercato dei capitali, digitalizzazione, innovazione tecnologica, sostegno alle filiere strategiche, cooperazione internazionale allo sviluppo, trasporti e nodi logistici. Per ciascuno di questi ambiti sono state definite delle Linee Guida Strategiche e Settoriali, che individuano le aree di intervento e le priorità operative per l’azione di CDP. Partendo da un’analisi del contesto di riferimento e da un confronto della performance italiana per identificare i principali gap di mercato, le Linee Guida evidenziano le aree e le priorità strategiche su cui CDP può intervenire, considerando anche eventuali fattori abilitanti. Per ogni priorità, viene poi definito qualitativamente il livello di addizionalità dell’intervento e individuato uno specifico indicatore di risultato, coerente con un modello di valutazione d’impatto complessivo, che consente di monitorare ex post l’operatività di CDP.
Negli ultimi anni, grazie a questo modello, abbiamo introdotto le prime forme di premialità, ovvero finanziamenti che premiano le aziende che si danno l’obiettivo di ridurre la propria impronta emissiva o aumentare il livello occupazionale. Al raggiungimento di questi obiettivi, l’azienda beneficia di una riduzione del costo del finanziamento per l’azienda stessa.
Per guidare invece la nostra operatività, ci siamo dotati di un insieme di politiche generali, come il finanziamento e l’investimento responsabile, e settoriali, come ad esempio nei settori dell’energia, dei trasporti e dell’agrifood, che integrano gli aspetti di sostenibilità nel nostro modello di business. Queste politiche includono liste di esclusione e azioni prioritarie, sviluppate in conformità con dichiarazioni, convenzioni, standard, principi, linee guida e raccomandazioni generalmente accettate a livello internazionale. Tutte le politiche di sostenibilità prevedono una revisione periodica, almeno ogni tre anni, per adeguarle ai cambiamenti normativi, di contesto e di strategia. In un’ottica di trasparenza e coinvolgimento dei nostri stakeholder, prima dell’approvazione in CdA, le politiche vengono sottoposte a una consultazione e un confronto con esperti e rappresentanti della società civile – oltre 400 in due anni – e post approvazione vengono diffuse internamente ed esternamente e pubblicate in una sezione dedicata del sito di CDP.
All’inizio di quest’anno vi siete classificati tra le banche più sostenibili del mondo per Sustainalytics. Come avete fatto a ottenere questo prestigioso riconoscimento?
Sì, è vero, il nostro continuo impegno in materia di sostenibilità è stato premiato da parte di Morningstar Sustainalytics, uno dei principali player nel campo della valutazione, ricerca e analisi ESG, che sostiene gli investitori di tutto il mondo nello sviluppo e nell’implementazione di strategie di investimento sostenibili.
Il risultato è frutto di diversi fattori, tra cui la solida gestione dei rischi ESG a livello di governance aziendale, che ha consentito a CDP di raggiungere la posizione di “Leader” di mercato nella relativa categoria. Inoltre, sul giudizio ha giocato un ruolo importante la forte integrazione della strategia di sostenibilità all’interno del core business, testimoniata, tra le altre cose, dalle 12 policy ESG introdotte in due anni e dal ruolo di CDP nell’ambito della finanza sostenibile, insieme all’adozione di criteri ESG per la valutazione e il monitoraggio delle attività di finanziamento e investimento, ha giocato un ruolo cruciale. Sustainalytics ha inoltre apprezzato le nostre iniziative per promuovere lo sviluppo del capitale umano, anche in termini di diversità, equità e inclusione, con un incremento delle donne in posizioni manageriali. Anche la gestione delle questioni etiche aziendali è stata riconosciuta grazie a rigorose politiche in materia di antiriciclaggio e anticorruzione.
Infine, il miglioramento del rating premia anche il grado e la qualità della nostra disclosure aziendale, sottolineando l’elevato grado di trasparenza e responsabilità verso gli stakeholder. Tra le iniziative di coinvolgimento, spiccano il Forum Multistakeholder, appuntamento annuale di ascolto che ha coinvolto circa 750 stakeholder in presenza e più di 7.000 online in due edizioni, e la nascita di una community ESG con alcune delle principali realtà economiche italiane. La valutazione del mercato, è sempre fondamentale per noi, poiché ci permette di evitare autoreferenzialità e di capire se stiamo effettivamente progredendo. Quest’anno, oltre all’importante risultato ottenuto con Morningstar Sustainalytics, siamo entrati nel gruppo di testa di tutte le agenzie di rating, nonostante le loro diversità metodologiche, a conferma del fatto che abbiamo saputo fare un salto di qualità a 360° e ne stiamo raccogliendo i frutti.
Sul fronte del personale avete ottenuto la Certificazione per Diversità e inclusione. Quali iniziative hanno caratterizzato la vostra attività nell’area “social”?
L’ottenimento della Certificazione di Parità di Genere UNI/PdR 125:2022 e dell’Attestato di conformità allo standard internazionale ISO 30415 “Human Resource Management – Diversity e Inclusion” riflettono la volontà di investire sulla nostra Governance per assicurare che diversità ed inclusione siano al centro delle attività, valorizzando il capitale umano nelle scelte strategiche.
CDP punta con decisione a creare un ambiente di lavoro aperto, rispettoso e inclusivo, in cui ogni persona possa esprimere il proprio potenziale. Ad agosto 2022 il Gruppo ha adottato la prima Policy Diversità, Equità e Inclusione, che definisce i principi ispiratori e le modalità operative per promuovere per promuovere questi valori sia verso gli stakeholder interni che esterni, con interventi su quattro macro ambiti: persone, business, fornitori, cultura e comunicazione.
Nel corso del 2023 la Politica è stata aggiornata al fine di formalizzare e consolidare specifici aspetti quali: l’adozione di un linguaggio più inclusivo, l’introduzione di sistemi di controllo delle violazioni per garantire l’effettiva attuazione delle politiche aziendali, e l’impegno concreto nell’eliminazione del gender pay gap. Inoltre, è stato istituito il Comitato Diversità, Equità e Inclusione, responsabile della redazione e monitoraggio del piano “Percorso DE&I” e del suo confronto con la Commissione Bilaterale, composta in misura paritetica da rappresentanti sindacali e componenti datoriali, per raccogliere suggerimenti. Infine, CDP ha rafforzato il suo impegno nella promozione della dignità e del rispetto per ciascuna persona, condannando ogni forma di intimidazione, bullismo o molestia.
Il “Percorso DE&I” ha portato alla realizzazione di diverse iniziative, tra cui un corso di e-learning obbligatorio sul tema degli Unconscious Bias rivolto a tutta la popolazione aziendale, un percorso di “Leadership inclusiva” che ha coinvolto AD e prime linee e che si è progressivamente esteso a tutto il top management; un “Inclusion Lab” rivolto a tutti i dipendenti non responsabili; un workshop sul Linguaggio Inclusivo e il potenziamento di misure volte a garantire equità, inclusione e pari opportunità nei processi di gestione delle risorse umane. In aggiunta, sono stati promossi eventi divulgativi e di sensibilizzazione sia interni sia esterni all’organizzazione. È stato aggiornato anche il Codice Etico per rafforzare l’impegno del Gruppo CDP nella diffusione dei valori della diversità e dell’inclusione.
Come CDP calcolate le emissioni del vostro portafoglio e che obiettivi vi siete posti?
In linea con il Piano Strategico 2022-2024, che identifica la lotta al cambiamento climatico come una delle principali sfide del Paese, e considerato il ruolo fondamentale della finanza nel conseguire gli obiettivi degli accordi internazionali sui cambiamenti climatici, nel primo semestre del 2023, il CdA ha approvato il primo target di riduzione dell’impronta carbonica del portafoglio di finanziamenti.
In particolare, questo obiettivo, parte integrante del Piano ESG, prevede la riduzione del 30% dell’intensità emissiva del portafoglio entro il 2030 rispetto al 2022, in linea con lo scenario STEPS dell’International Energy Agency. Il target si applica al portafoglio di finanziamenti diretti gestito da CDP e, in particolare, i finanziamenti alle imprese, alle infrastrutture e alla cooperazione internazionale, per un totale di circa 42 miliardi di portafoglio creditizio analizzato al 31 dicembre 2022. Questo perimetro è caratterizzato da standard di rendicontazione adeguati e rappresenta l’ambito in cui CDP ha le leve per incidere. Il calcolo delle emissioni di gas a effetto serra finanziate si basa sullo standard maggiormente condiviso nella comunità finanziaria internazionale, ovvero la metodologia sviluppata dalla Partnership for Carbon Accounting Financials.
Nel 2023, il gruppo ha compiuto notevoli progressi verso il raggiungimento degli obiettivi stabiliti nel Piano ESG. A fine 2023, come anticipato, il portafoglio di finanziamenti analizzato ha registrato una diminuzione di circa il 7% dell’intensità emissiva complessiva rispetto alla baseline del 2022. Per favorire il raggiungimento del target, CDP sta lavorando per la piena integrazione delle variabili legate alle emissioni di gas serra nei processi interni di valutazione, monitoraggio e reportistica a sostegno delle scelte decisionali.