MSCI Net-Zero Tracker

MSCI: solo l’11% delle società quotate è allineato a +1,5°C

L’obiettivo di allinearsi agli obiettivi di Parigi resta ancora lontano per la maggior parte delle società quotate sui mercati globali. Le attuali politiche e sistemi di produzione delle società presenti sui listini porterà, senza un cambio di rotta, a un aumento della temperatura media globale di 2,9°C rispetto ai livelli preindustriali. Tra quelle che si avvicinano alle richieste dell’accordo sul clima, quasi la metà (46%) prevede di essere allineata con un riscaldamento futuro di 2°C e solo l’11% si allinea a un incremento della temperatura di 1,5°C. Sono questi i principali dati emersi dall’ultimo Net-Zero Tracker trimestrale pubblicato da MSCI, fornitore leader di strumenti e servizi di supporto decisionale per la comunità degli investitori globali.

Verso un aumento della temperatura media globale di 2,9°C

Fonte: MSCI Net-Zero Tracker, giugno 2022. 

Nel documento viene ribadita la necessità di un’azione urgente da parte delle società quotate del mondo per raggiungere l’obiettivo di 1,5°C fissato dall’Accordo di Parigi. Secondo gli scienziati, infatti, l’aumento della temperatura di 1,5°C rappresenta la soglia oltre la quale i rischi climatici catastrofici diventano più probabili e frequenti in modo significativo.

Per raggiungere tale obiettivo, tutte le società quotate in borsa dovrebbero ridurre l’intensità totale delle emissioni di carbonio dell’8-10% ogni anno fino al 2050. Eppure, secondo l’analisi di MSCI, solo il 39% delle società ha diminuito l’intensità delle emissioni di tale importo tra il 2019 e il 2020.

I risultati arrivano mentre le società quotate in borsa stanno per immettere nell’atmosfera quasi 10,8 miliardi di tonnellate (gigatoni) di emissioni dirette di gas serra Scope 1 quest’anno, con un aumento di circa lo 0,7% rispetto all’anno scorso ma con un calo del 5,6% rispetto al picco pre-pandemia, secondo MSCI.

Emissioni GHG Scope 1 delle società quotate

Fonte: MSCI Net-Zero Tracker, giugno 2022. 

La maggior parte delle società quotate in borsa non ha fissato un obiettivo Net Zero

La definizione di un obiettivo è il primo passo verso la riduzione delle emissioni. Tuttavia, il Net-Zero Tracker ha rilevato che, nonostante le società che fissano obiettivi di azzeramento netto siano aumentate, solo il 45% delle 2.900 società dell’indice MSCI ACWI si è impegnato a raggiungere un obiettivo di decarbonizzazione.

Emissioni GHG per settore

Analizzando l’aumento implicito della temperatura per gruppo industriale, il settore dell’energia è quello che si allinea con l’aumento di temperatura più alto, pari a 6,8°C. Seguono automobili e componenti (4,4°C), materiali (4,1°C) e servizi pubblici (3,4°C). 

Fonte: MSCI Net-Zero Tracker, giugno 2022. 

Emissioni GHG per area geografica

A livello globale, nessuna regione è ancora in linea con l’obiettivo dell’Accordo di Parigi, il che evidenzia la necessità di un’ampia azione da parte delle società quotate, dei responsabili politici e degli investitori.

In tutte le regioni, le società quotate stanno immettendo gas serra nell’atmosfera a un ritmo tale da superare le soglie climatiche fondamentali. Tuttavia, l’analisi di MSCI prevede che le aziende delle economie sviluppate diventino più efficienti in termini di emissioni di carbonio rispetto a quelle delle economie emergenti. 

Fonte: MSCI Net-Zero Tracker, giugno 2022. 

Miglioramenti marginali per mantenere un aumento di 1,5°C

Piccola nota positiva è che si è allungato il tempo che manca alle aziende per esaurire la loro quota del budget globale di carbonio per limitare il riscaldamento a 1,5°C. Nell’ottobre 2021, infatti, MSCI aveva calcolato che le società quotate erano sulla traiettoria per provocare un aumento della temperatura globale di 3°C, mentre nell’ultimo Net Zero Tracker questa cifra è scesa a 2,9°C. 

Inoltre, le società quotate in borsa consumeranno la loro quota del budget globale per le emissioni di carbonio con tre mesi di ritardo rispetto alle previsioni precedenti, basate sulla loro attuale produzione di gas serra. Il budget per limitare il riscaldamento a 1,5°C, infatti, sarà esaurito entro febbraio 2027, anziché novembre 2026, come indicato in precedenza dai dati MSCI.

Fonte: MSCI Net-Zero Tracker, giugno 2022. 

I 10 maggiori emittenti dell’indice MSCI

I 10 maggiori emittenti dell’indice MSCI ACWI IMI sono stati calcolati in base alle emissioni totali di gas serra nei 12 mesi conclusi il 31 maggio 2022. 

È interessante notare che Saudi Aramco, che ha la più grande impronta di carbonio di tutte le società quotate in borsa, è anche diventata la società di maggior valore al mondo grazie all’impennata dei prezzi del petrolio in seguito all’invasione dell’Ucraina da parte della Russia. Da parte sua, la società, che mira a raggiungere l’obiettivo Net Zero entro il 2050, ha dichiarato di prevedere un’escalation delle sue emissioni fino al 2035, poiché deve rispondere all’aumento della domanda globale di petrolio. Questa realtà sottolinea la drammaticità della necessità di soddisfare l’urgente domanda di energia al costo di immettere più gas serra nell’atmosfera e illustra la sfida che si presenta agli investitori allineati allo zero netto nel breve termine.

Fonte: MSCI Net-Zero Tracker, giugno 2022. 

Il valore di accelerare l’azione per il clima

Secondo l’IPCC, per avere una possibilità di contenere l’aumento delle temperature entro 1,5°C, le emissioni globali di gas serra dovrebbero raggiungere il picco al più tardi nel 2025, scendere del 43% entro il 2030 e azzerarsi entro il 2050. Sebbene sia tecnicamente possibile, le traiettorie delle emissioni delle società quotate (e dei Paesi) suggeriscono l’entità della sfida.

MSCI avverte che permettere che le emissioni aumentino nel breve termine per sostituire l’energia russa e poi cercare di compensare queste emissioni extra in un secondo momento aumenterebbe notevolmente il costo della transizione verso un futuro di energia pulita.

Tuttavia, sottolinea il fornitore di servizi finanziari statunitense, gli investitori potrebbero avere più influenza sulla transizione verso l’energia pulita di quanto pensino. Gli azionisti potrebbero essere in grado di fare pressione sulle aziende energetiche affinché distribuiscano guadagni inaspettati sotto forma di dividendi più alti, che gli investitori potrebbero reinvestire in soluzioni di energia rinnovabile come parte delle loro strategie Net Zero, suggerisce l’analisi. Oppure gli azionisti potrebbero usare la loro influenza per sollecitare le società energetiche a reinvestire direttamente i profitti inattesi nelle energie rinnovabili. Entrambe le opzioni delineate da MSCI illustrano il valore della determinazione e dell’azione collettiva per promuovere gli investimenti su scala necessaria per un’economia a zero emissioni.

Emissioni GHG europee

Fonte: MSCI Net-Zero Tracker, giugno 2022.