Ursula von der Leyen | ESG News

La risposta alla corsa del gas

UE prepara intervento di emergenza sull’energia

L’Europa si prepara a un intervento di emergenza per rispondere al caro-energia. La presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, lo ha annunciato durante il Bled Strategic Forum, attualmente in corso in Slovenia. I ministri dell’Energia dell’UE si preparano a un Consiglio straordinario il prossimo 9 settembre per definire la strategia energetica per il blocco. Von Der Leyen ha sottolineato che l’UE deve farsi trovare pronta a una potenziale interruzione totale del gas russo e per questo bisogna mettere in campo le proprie forze su diversi fronti. A partire da una riforma strutturale del mercato dell’elettricità, su cui la Commissione sta lavorando, alla riduzione del consumo di gas, fino all’incremento delle rinnovabili che nei prossimi anni dovranno essere la fonte di approvvigionamento energetico principale dell’UE. È questo ciò che ha ribadito .

La presidente della Commissione ha sottolineato che vi è un urgente bisogno di mettere in piedi “un modello di crescita adatto alle sfide di questo secolo, a partire dal cambiamento climatico e dalla digitalizzazione di tutti i settori economici”, e di creare dunque “l’infrastruttura materiale della futura economia mondiale. Un’economia che sia davvero sostenibile per il nostro pianeta e che offra prosperità al maggior numero di persone. Perché gli investimenti e le infrastrutture contribuiscono a plasmare le regole del nostro mondo”.

In primo luogo, bisogna quindi porre fine alla dipendenza dai combustibili fossili e in particolare da quelli russi. “Il nostro lavoro in questo senso è ben avviato”, ha sottolineato la Van de Leyen, “Stiamo diversificando i nostri fornitori alla velocità della luce. Le forniture di gas da fonti diverse dalla Russia sono aumentate di 31 miliardi di metri cubi da gennaio di quest’anno. Questo compensa ormai i tagli russi alle forniture di gas all’Europa. Stiamo anche riducendo in modo sostanziale il nostro fabbisogno di gas importato. Perché dobbiamo prepararci a una potenziale interruzione totale del gas russo. Per questo abbiamo chiesto agli Stati membri di ridurre il consumo di gas del 15% e di conservarlo nello stoccaggio. In questo modo si possono risparmiare fino a 45 miliardi di metri cubi di gas naturale.”

Sul tavolo UE al momento c’è l’opzione di uno sganciamento del prezzo dell’energia sui mercati all’ingrosso da quello del gas ed è stato fissato al 9 settembre il Consiglio dei ministri dell’energia per discutere la proposta dell’introduzione di un tetto temporaneo (price cap) al prezzo del gas importato e usato ella produzione dell’energia elettrica. Nel frattempo, il prezzo del gas inizia a scendere (chiude in calo a 272 euro) e nel governo italiano c’è cauto ottimismo sulla proposta di del price cap europeo al prezzo del gas (il cavallo di battaglia di Mario Draghi in Europa), in particolare per una posizione di apertura da parte della Germania.

In ogni caso, il modo migliore per liberarsi però definitivamente dei combustibili fossili russi resta quello di accelerare la transizione verso le fonti energetiche rinnovabili. “Ogni chilowattora di elettricità che l’Europa genera da energia solare, eolica, idroelettrica, da biomassa e idrogeno ci rende meno dipendenti dai combustibili fossili russi. Quindi bisogna investire in questo” ha sottolineato la presidente. “Se si guardano i fatti, oggi il prezzo dell’energia eolica e solare è più conveniente dei combustibili fossili inquinanti. Per questo motivo, con la nostra iniziativa REPowerEU, investiremo insieme 300 miliardi di euro per accelerare la transizione verde. Per esempio, stiamo finanziando uno dei più grandi parchi eolici offshore del mondo nel Mare del Nord”. Oggi, inoltre, la Von der Leyen sarà in Danimarca per discutere di alcune iniziative riguardante un altro parco eolico offshore nel Mar Baltico.

Secondo la Von der Leyen, infatti, liberarsi dal “ricatto energetico russo” darà un maggiore potere per difendere le regole globali. “Questo deve essere il nostro prossimo approccio strategico. Porre fine alla nostra dipendenza dai combustibili fossili russi è solo il primo passo. L’aumento vertiginoso dei prezzi dell’elettricità sta mettendo a nudo, per diverse ragioni, i limiti dell’attuale struttura del mercato dell’elettricità. È stato sviluppato in circostanze completamente diverse e per scopi completamente diversi. Non è più adatto. Per questo motivo la Commissione sta lavorando a un intervento di emergenza e a una riforma strutturale del mercato dell’elettricità. Abbiamo bisogno di un nuovo modello che funzioni davvero e ci riporti in equilibrio”

“E poi” ha proseguito e concluso la presidente, ”dobbiamo guardare, ovviamente, oltre l’energia. Le transizioni verdi e digitali aumenteranno in modo massiccio il nostro fabbisogno di materie prime, si pensi al litio per le batterie, al silicio metallico per i chip, alle terre rare, per produrre magneti per i veicoli elettrici e le turbine eoliche. La domanda potrebbe raddoppiare entro il 2030. E se si considera la domanda europea di batterie al litio, si prevede un aumento del 40% annuo tra il 2020 e il 2025”. Ora, la buona notizia è che questo significa che il Green Deal europeo sta facendo progressi. La notizia non altrettanto positiva è che un solo Paese domina la lavorazione. Delle 30 materie prime critiche, oggi 10 provengono infatti per lo più dalla Cina. “Dobbiamo quindi evitare di cadere nella stessa dipendenza del petrolio e del gas. Non dobbiamo sostituire le vecchie dipendenze con nuove. Dobbiamo quindi assicurarci che l’accesso a queste materie prime non venga usato per ricattarci.” Per fare ciò, è necessario diversificare l’approvvigionamento e costruire nuovi legami con partner affidabili e affini in tutto il mondo. A questo scopo, tra due settimane Ursula Von der Leyen si recherà in Canada.