Dopo il dibattito dello scorso anno sull’inclusione di gas e nucleare nella tassonomia verde dell’UE, la Commissione europea si trova ora ad affrontare una nuova polemica che riguarda il settore dell’aviazione. L’istituzione europea, infatti, è divisa sulle regole di investimento da destinare all’aviazione, in un contesto in cui le compagnie aeree lottano per evitare di essere escluse da un’ambita classificazione “verde”, secondo quanto riferito da Reuters.
In particolare, il dibattito riguarda una proposta normativa prevista per quest’anno volta ad ampliare la tassonomia dell’Unione Europea, che contiene un elenco di investimenti favorevoli al clima progettato per indirizzare i fondi verso i settori che contribuiscono maggiormente agli obiettivi ambientali.
Lo schema europeo non vieta gli investimenti non ammissibili, ma limita gli investimenti che possono essere etichettati e contrassegnati come verdi. L’obiettivo è quello di fornire uno standard di riferimento per gli investimenti sostenibili, ma l’anno scorso si è arenato in un disaccordo quando l’UE ha etichettato come verdi gli investimenti del settore del gas e del nucleare.
Secondo Reuters, al momento la Commissione è divisa sull’opportunità di dichiarare verdi alcuni investimenti nel settore dell’aviazione, trovandosi di fronte alcuni funzionari dell’UE che si dichiarano favorevoli se soddisfano rigorosi standard ambientali e altri contrari a concedere un qualsiasi distintivo di compatibilità climatica a un settore con un’elevata impronta di carbonio.
Il settore del trasporto aereo produce il 2%-3% delle emissioni globali di CO2 – una quota destinata ad aumentare se non viene controllata – ed è considerata uno dei settori più difficili da decarbonizzare. Poiché si stima che gli aerei a emissioni zero non saranno disponibili nel futuro prossimo le opzioni per ridurre le emissioni includono il passaggio ad aerei più efficienti e l’uso di carburante per l’aviazione sostenibile (SAF), che però non è ancora prodotto su larga scala.
La questione che si pone alla Commissione è se concedere un’etichetta di compatibilità climatica agli aerei attualmente prodotti, che emettono CO2 ma in misura minore rispetto agli aerei più vecchi che vanno a sostituire, per incoraggiare una transizione più rapida.
I gruppi industriali, tra cui Airlines for Europe e l’Associazione Internazionale del Trasporto Aereo, hanno scritto alla Commissione a gennaio esortandola a etichettare alcuni investimenti nel settore dell’aviazione come “verdi” e a non rimandare la decisione a dopo la prossima legge. La motivazione che dovrebbe convincere la Commissione è che l’esclusione dell’aviazione danneggerebbe la capacità del settore di raccogliere fondi per tecnologie più pulite.
Alcuni gruppi ambientalisti, tra cui Trasporti e Ambiente, l’associazione europea per le organizzazioni non governative che operano nel campo dei trasporti e dell’ambiente e che promuovono il trasporto sostenibile in Europa, hanno manifestato la loro preoccupazione verso la possibilità che gli investimenti nell’aviazione vengano inclusi nella tassonomia. “La bozza dei criteri raccomandati nel 2022 per l’aviazione consente agli investimenti verdi di confluire in aerei “efficienti”, anche se voleranno esclusivamente con combustibili fossili”, si legge sul sito di Trasporti e Ambiente. “Certo, è meglio volare con aerei efficienti dal punto di vista del carburante, ma il risparmio di emissioni è solo del 15-20%. Questo non ha impedito alle emissioni di CO2 del settore di crescere in modo esponenziale negli ultimi decenni. Le emissioni di CO2 sono aumentate del 129% tra il 1990 e il 2017, nonostante l’efficienza energetica dei nuovi aerei sia migliorata del 18% nello stesso periodo”.
Inoltre, secondo l’associazione ambientalista, gli investimenti in aeromobili più efficienti avverrebbero con o senza la tassonomia. “Le compagnie aeree rinnovano costantemente le loro flotte per risparmiare sui costi del carburante. La tassonomia, quindi, non farebbe altro che apporre un’etichetta verde sulle attività abituali dell’aviazione, consentendo agli investimenti verdi di confluire in un settore dipendente dai combustibili fossili. I produttori di aeromobili saranno fortemente influenzati dai criteri della tassonomia. Recenti calcoli di Transport & Environment (T&E) dimostrano che, se questi criteri venissero adottati, potrebbero rendere ecologici oltre 7.000 aeromobili Airbus. Ciò rappresenta oltre il 90% dei futuri ordini di aeromobili di Airbus, nonostante questi continueranno a funzionare esclusivamente con cherosene fossile nel prossimo decennio”.
Secondo Trasporti e Ambiente la Commissione europea dovrebbe riconsiderare i criteri per l’aviazione. Questi dovrebbero approvare rigorosamente le nuove tecnologie con un reale potenziale di riduzione delle emissioni. Si tratta di aerei a emissioni zero e di carburanti sostenibili per l’aviazione.
Al momento la Commissione, sotto pressione per questo dibattito, non è ancora giunta ad una decisione finale, sebbene alcune voci trapelate dai colloqui interni e riportate da Reuters lascino pensare che l’aviazione sarà inclusa nel prossimo atto delegato.