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Crisi idrica

Siccità: arriva il commissario straordinario nazionale

Contro la siccità che colpisce l’Italia, il governo schiera una cabina di regia fra i ministri e un commissario straordinario nazionale. Lo stabilisce il decreto legge sulla crisi idrica che è stato approvato dal Consiglio dei ministri e che prevede inoltre la semplificazione delle procedure per gli interventi sulla rete, per l’utilizzo delle acque depurate in agricoltura e per i dissalatori.

L’obiettivo di cabina di regia e commissario per la crisi idrica è individuare gli interventi necessari e realizzarli tempestivamente. Le due strutture avranno il potere di sostituire gli enti locali e i concessionari che non fanno le opere, e di attuarle al posto loro.

La cabina di regia è incardinata alla Presidenza del Consiglio e presieduta dal premier o, su sua delega, dal ministro delle Infrastrutture. Comprende i ministri delle infrastrutture, dell’ambiente, del PNRR, dell’agricoltura, della protezione civile, degli affari regionali e dell’economia, oltre al sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega agli investimenti pubblici.

Il suo primo compito è fare entro 30 giorni una ricognizione delle opere urgenti e di quelle da affidare al commissario straordinario. Il ministero di Salvini ha fatto sapere che entro un mese ci sarà la prima riunione della cabina.

Il commissario sarà nominato entro 10 giorni dall’entrata in vigore del d.l con decreto del premier, e resterà in carica fino al 31 dicembre 2023, con a disposizione una struttura fino a 25 persone.

Il suo mandato è realizzare gli interventi urgenti di cui è incaricato dalla cabina di regia, monitorare la situazione su tutto il territorio nazionale e l’attuazione delle opere necessarie. Può intervenire con poteri sostitutivi in caso di inadempienza, previa delibera del Cdm, e può revocare le concessioni.