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Economia dell'acqua

Non possiamo più ignorare la crisi idrica globale

Non possiamo più ignorare la crisi idrica globale. Entro la fine di questo decennio la domanda globale di acqua dolce supererà la sua fornitura del 40%. È quanto evidenziato dal report Turning the Tide A Call to Collective Action pubblicato dalla commissione globale sull’economia dell’acqua (The Global Commission on the Economics of Water) e diffuso dal Guardian alla vigilia del vertice all’Onu di questa settimana. “Stiamo assistendo alle conseguenze non di eventi eccezionali, né della crescita demografica o dello sviluppo economico” sottolineano gli esperti autori del documento, “bensì della cattiva gestione dell’acqua a livello globale portata avanti per anni. Come dimostrano la scienza, la siccità e le problematiche che stiamo riscontrando negli ultimi mesi, ora ci troviamo di fronte a una crisi sistemica che è sia locale che globale”.

Le azioni collettive hanno portato il ciclo globale dell’acqua fuori equilibrio per la prima volta nella storia dell’umanità, causando danni crescenti alle comunità di tutto il mondo. Inoltre, i Paesi sono interconnessi non solo attraverso fiumi o corsi d’acqua sotterranei transfrontalieri, ma anche attraverso i flussi atmosferici di vapore acqueo. E oggi ci troviamo di fronte a un legame sempre più stretto tra l’acqua, il cambiamento climatico e la perdita di biodiversità. Secondo il dossier, i governi devono urgentemente smettere di sovvenzionare l’estrazione e l’uso eccessivo dell’acqua, e le industrie devono rivedere le loro pratiche dispendiose.

Per gli esperti i paesi devono iniziare a gestire l’acqua come un “bene comune globale”, perché la maggior parte delle nazioni dipende fortemente dai propri vicini e l’uso eccessivo, l’inquinamento e la crisi climatica minacciano l’approvvigionamento idrico a livello globale. Johan Rockstrom, direttore del Potsdam Institute for Climate Impact Research e autore principale del rapporto, ha spiegato che l’attuale mancanza di interesse reale e di azioni collettive concrete ed efficaci sull’acqua sta portando al disastro: “L’evidenza scientifica è che abbiamo una crisi idrica. Stiamo facendo un uso improprio dell’acqua, inquinandola e cambiando l’intero ciclo idrologico globale, attraverso l’impatto delle nostre azioni sul clima. È una tripla crisi”.

“Abbiamo bisogno di un approccio molto più proattivo e ambizioso. Dobbiamo mettere al centro giustizia ed equità, non è solo un problema tecnologico o finanziario” ha aggiunto Mariana Mazzucato, economista e docente all’University College di Londra, anche lei autrice principale del dossier.

Gli esperti hanno formulato sette raccomandazioni chiave, tra cui rimodellare la governance globale delle risorse idriche, aumentare gli investimenti nella gestione dell’acqua attraverso partenariati pubblico-privato, stabilire un prezzo adeguato dell’acqua – eliminando gradualmente i circa 700 miliardi di dollari annuali di sussidi all’agricoltura e alla risorsa idrica, che tendono a generare un consumo eccessivo di acqua e altre pratiche dannose per l’ambiente – e stabilire ‘partenariati per l’acqua giusta’ per raccogliere finanziamenti su progetti idrici nei paesi in via di sviluppo e a medio reddito. Alla base vi è la necessità di smettere di sottovalutare l’importanza dell’acqua per la sopravvivenza umana.