Mentre la quotazione di Plenitude resta a data da destinarsi in attesa di tempi migliori, prosegue l’attività e il delineamento del perimetro di attività della società benefit del cane a sei zampe.
Secondo quanto riportato dal Sole 24 Ore, il pool di banche interessate a Plenitude, tra cui vi sono Goldman Sachs, Credit Suisse, Mediobanca, Unicredit, Barclays, Bank of America, Bnp Paribas, Deutsche Bank ed Equita, avrebbe presentato un progetto di quotazione in cui è prevista l’unione delle attività di bioraffineria di ENI con le stazioni di servizio e le attività della mobilità sharing in un’unica business unit dedicata. La quotazione effettiva, secondo le indiscrezioni della testata, dovrebbe slittare al 2023 se le condizioni di mercato non consentiranno uno sbarco entro quest’anno.
Il gruppo, infatti, come stabilito nell’ultimo piano strategico 2022-2025 presentato a marzo, conta su una crescita della propria capacità di bioraffinazione fino a 6 milioni di MTPA (milioni tonnellate/anno) nei prossimi dieci anni, e sta valutando, soprattutto in Africa, la fattibilità di progetti di economia circolare attraverso la raccolta e valorizzazione di oli da cucina ed oli di scarto e la produzione di bio-feedstock che potrebbero essere utilizzate nelle bioraffinerie al posto dell’olio da palma.
Attività queste che stanno diventando strategie per le aziende cosiddette “hard to abate” nel settore dell’oil and gas.