Orsted, multinazionale danese che produce energia elettrica, ha sottolineato il forte contributo dei combustibili fossili sui conti 2021, che hanno aiutato a compensare le difficoltà registrate nelle rinnovabili. La società, che si definisce il leader mondiale degli impianti eolici offshore, ha infatti archiviato il 2021 con un margine operativo lordo di 23 miliardi di corone danesi (poco più di 3 miliardi di euro), in crescita del 30% rispetto all’anno precedente grazie agli 8,5 miliardi di corone di introiti derivanti dall’ingresso di alcuni partner Borssele 1 & 2 e Greater Changhua 1, senza i quali il margine sarebbe stato in calo rispetto al 2020 e in linea con le previsioni.
Ma, se il risultato finanziario ha assecondato le aspettative, non altrettanto si può dire per i contributi delle diverse attività. Il vento è stato scarso, non ha soffiato a sufficienza e con la velocità necessaria, un fattore che, unito alla crisi energetica e a problemi del sistema di protezione via cavo in alcuni dei parchi eolici offshore, ha causato un minore contributo da parte dei parchi eolici. Tuttavia questo calo è stato compensato dalle prestazioni particolarmente buone delle attività degli impianti di cogenerazione e del gas.
L’azienda, beniamina dei fondi ESG, ha registrato nel 2021 un calo dell’utile netto di circa il 35% a 10,8 miliardi di corone danesi, mentre conta di recuperare nel prossimo anno in cui prevede di raddoppiare il risultato bottom line (stimato tra i 19 e i 21 miliardi di corone danesi – oltre 2 miliardi di euro) grazie alla nuova capacità che sarà installata. Nel 2022, è previsto l’avvio di due dei più grandi parchi eolici offshore del mondo, Hornsea 2 nel Regno Unito e Greater Changhua 1 & 2a a Taiwan, attualmente in costruzione.
Allo stesso tempo, nel 2021 il rendimento del capitale investito (ROCE) è stato pari al 15 % ed è restata invariata la quota del 90% di produzione di energia e calore da fonti rinnovabili.
Il CdA ha raccomandato un dividendo di 1,68 euro, per azione, in aumento dell’8,7% e in linea con la politica di dividendi.
“Abbiamo affrontato con successo le sfide durante l’anno, mantenendo le nostra attività pienamente operative a tassi normali di disponibilità. Abbiamo, inoltre, guadagnato 4,5 GW di capacità eolica offshore nelle gare d’appalto e nelle aste, corrispondenti al 25 % della capacità totale aggiudicata nel 2021 e al 50 % al di sopra della nostra ambizione strategica, che ci eravamo prefissati, di aggiungere 3 GW di vento offshore all’anno”, ha commentato Mads Nipper, presidente del gruppo e amministratore delegato di Orsted. “Per quanto riguarda l’Onshore, abbiamo aggiunto 1,2 GW di capacità costante attraverso la crescita organica e le acquisizioni in Europa e negli Stati Uniti, e abbiamo installato la nostra millesima turbina eolica onshore. Questi contributi hanno aumentato la nostra capacità costante a 26,1 GW (partivamo da 20,4 GW alla fine del 2020) e ci mantiene sulla buona strada per realizzare la nostra ambizione di raggiungere una capacità rinnovabile costante a 50 GW entro il 2030“.
Il gruppo sta inoltre attendendo l’approvazione finale dell’IPCEI (Importanti Progetti di Comune Interesse Europeo) da parte della Commissione UE, e il successivo impegno di finanziamento, per quattro progetti e ha avviato diversi partenariati con l’obiettivo di esplorare e sviluppare l’idrogeno rinnovabile e i combustibili “verdi”, compreso l’e-methanol, sia negli Stati Uniti che in Europa.
“Poiché abbiamo dimostrato che l’eolico offshore su larga scala è fattibile e scalabile, continueremo ad applicare il nostro coraggio e la nostra capacità di innovare, scalare, e accelerare la trasformazione dei sistemi energetici mondiali e quindi continuare ad essere un catalizzatore per un mondo che possa dipendere interamente da energia rinnovabile.” ha concluso Nipper.