Nel contesto attuale caratterizzato da una forte crisi energetica legata allo scoppio del conflitto tra Russia e Ucraina, appare necessaria un’accelerazione degli investimenti in infrastrutture per promuovere una revisione del piano nazionale di approvvigionamento delle risorse energetiche. Un passaggio fondamentale per ridurre la dipendenza dell’Europa e soprattutto dell’Italia dall’importazione di gas russo. A parlare di questo tema è Nuveen – società di gestione con oltre 1,3 trilioni di dollari di AUM – che in occasione del Salone del Risparmio 2022, dodicesima edizione dell’evento organizzato da Assogestioni, ha organizzato una conferenza dal titolo “Investire in infrastrutture per l’energia pulita: il caso italiano”.
La societàdi gestione, forte della sua esperienza e delle iniziative intraprese sul territorio italiano ed europeo, approfondisce le opportunità di investimento in Italia e in Europa con due specialisti del mercato delle energie rinnovabili, Claudio Vescovo, Managing Director e Head of Credit Funds di Nuveen Glennmont Partners, e Francesco Cacciabue, Partner e CFO della Società.
In particolare, Glennmont Partners è il ramo di Nuveen che si occupa di gestire fondi specializzati in energie rinnovabili in Europa, con 2,7 miliardi di euro investiti dal 2009 in più di 30 progetti per le energie pulite, quali parchi eolici, solare fotovoltaico e biomasse, che insieme producono attualmente oltre 1.500 MW di energia in tutta l’Unione Europea.
Per intraprendere una strada efficace verso la transizione energetica, sottolinea Cacciabue, i governi devono concentrarsi su tre punti fondamentali: il costo dell’energia, soprattutto nel contesto inflattivo attuale; la decarbonizzazione, investendo in particolare su tecnologie e innovazione; la sicurezza energetica, puntando sulle rinnovabili e sull’approvvigionamento “in casa”, senza dipendere da Paesi terzi.
Trilemma energetico della transizione energetica
Anche Claudio Vescovo insiste sui vantaggi delle rinnovabili, sottolineandone i vantaggi principali: “Le fonti rinnovabili hanno la caratteristica di essere veloci nel processo di sviluppo e costruzione; di essere prodotte in casa, quindi consentono ai governi di non dipendere da terzi; infine, il prezzo di mercato è quello, non è volatile, perché risorse come il sole e il vento sono alla portata di tutti”.
Per contrastare la volatilità attuale e la dipendenza del nostro Paese dalle fonti energetiche russe, è sempre più importante investire in produzione di energia sostenibile sul territorio nazionale. Ed è proprio quello che cerca di fare Glennmont Partners, già prima dello scoppio della guerra. Infatti, come evidenzia Cacciabue, la società tra il 2015 e il 2016 ha iniziato a investire in un portafoglio eolico di oltre 300 MW, gestito da un team basato tra Roma e la Sicilia in modo tale che potesse controllare direttamente tutte le turbine. “Nell’ambito di questo portafoglio ci siamo focalizzati anche sullo sviluppo di batterie e sull’investimento in ricerca per l’idrogeno”, spiega Cacciabue. Il portafoglio in questione è stato messo sul mercato un anno da e si è aggiudicato Eni gas e luce, entrando a far parte della nuova Plenitude.
Infine, altro aspetto su cui si sono concentrati i due esperti, è l’importanza di avere un track record solido, quindi un’esperienza che consenta di gestire la volatilità del mercato energetico di oggi.