Salone del Risparmio

Generali Investments: crisi energetica freno di crescita o acceleratore?

Il conflitto tra Russia e Ucraina ha acuito la preesistente crisi energetica, facendo balzare i costi di energia e materie prime alle stelle. Termini come “stagflazione” o “recessione” sono pronunciati sempre più spesso. Le banche centrali hanno dovuto prendere provvedimenti sulla propria politica monetaria, cercando di limitare gli effetti dell’inflazione arginando gli effetti sulla crescita economica. Sono questi i temi su cui si è concentrata la conferenza di Generali Investments“Crisi energetica: freno alla crescita o acceleratore di cambiamento?”, in occasione del Salone del Risparmio 2022. 

Il dibattito, moderato da Giselda Vagnoni, direttore di Reuters Italia, ha visto la partecipazione di Paolo Scaroni, ex CEO di Enel ed Eni, Giordano Lombardo, CEO di Plenisfer Investments ed Emeric Preaubert, Chairman di Sycomore AM. Gli esperti hanno affrontato il tema della sicurezza energetica con un punto di vista di gestori del risparmio e, quindi, con l’obiettivo di delineare le strategie per supportare gli investitori a fronteggiare la volatilità e l’incertezza del contesto attuale. 

I tre hanno sottolineato l’importanza di affrontare la gestione dei portafogli puntando sempre di più sulle rinnovabili e su asset ESG (Environmental, Social, Governance), soprattutto alla luce della volontà dell’Europa di ridurre drasticamente le importazioni di gas dalla Russia. 

A tal proposito, Scaroni ha sottolineato che la “prima cosa da considerare è assicurare l’approvvigionamento energetico: per ridurre quello russo (il 45% del gas italiano), dove guardare? Il governo si è mosso tramite Eni, produttore di gas, andando in Algeria. Questo Paese ha offerto all’Italia 9 metri cubi di gas, ovvero un terzo di quello che importiamo dalla Russia; poi si è rivolto agli Stati Uniti. Seguendo questa strada, io credo che nel giro di 3 anni possiamo sopperire al gas russo”. 

Rispetto al problema dell’approvvigionamento si parla anche di “reshoring” (ovvero l’approvvigionamento all’interno del territorio nazionale, ndr), come ha evidenziato Lombardo, che specifica che “in alcuni casi si può parlare anche di freindshoring”, ovvero il rivolgersi a Paesi vicini per importare fonti energetiche.

Proprio le tensioni geopolitiche e le loro ripercussioni sulla finanza costringono gli esperti del settore a riconsiderare le modalità di allocazione delle risorse provenienti dai portafogli gestiti. Su questo punto, Lombardo ha spiegato che “nello scenario inflazionistico attuale non si può più puntare su azioni e reddito fisso. Bisogna ragionare più che mai sull’asset allocation per consigliare bene gli investitori”. 

Sulla questione delle rinnovabili, è evidente che, se è vero che c’è stata negli ultimi anni una spinta verso fonti energetiche sostenibili, è necessario un cambiamento nelle abitudini delle persone: “Il 2022 è l’anno record di consumo di petrolio nel mondo, con 102 milioni di barili al giorno. Quindi le rinnovabili ci piacciono, ma dobbiamo cambiare lo stile di vita”, ha affermato Scaroni.

La strada verso la transizione energetica è iniziata, ma è necessaria un’accelerazione per raggiungere gli obiettivi net-zero, prefissati dagli Accordi di Parigi e poi da iniziative europee più recenti, nel minor tempo possibile. “Per accelerare verso il net zero è inoltre fondamentale un mix di denaro, voglia di investire, processi autorizzativi veloci, accettazione dei cittadini in termini di impatto sul paesaggio di strutture come i pannelli solari e le pale eoliche. Solo così potremo raggiungere il 13-14% di rinnovabili nel 2030”, ha concluso Scaroni.