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Lo shock energetico ha intaccato i margini delle aziende italiane, ma accelerato la transizione

Non più solo un’urgenza ambientale e un elemento chiave della strategia di decarbonizzazione dell’Unione Europea, la transizione energetica è diventata cruciale anche dal punto di vista della redditività di impresa, della compliance agli standard ESG della CSRD e volano di innovazione. Complice il rincaro prezzi dell’anno scorso dovuto alla guerra tra Russia e Ucraina e ai cambiamenti dello scenario energetico che il conflitto ha comportato, le aziende italiane hanno dovuto far fronte a uno shock che ha avuto forti impatti sulle performance economiche e finanziarie, in particolare per le pmi, e che ha rappresentato una chiave di volta per gli investimenti in efficenza energetica ed energia rinnovabile.

In particolare, una recente analisi di Deloitte, promossa da illimity e condotta su un campione di 27.000 piccole e medie imprese ha evidenziato nel biennio 2021-2022 un calo complessivo del ROE (Return on equity) pari a circa 37 miliardi di euro e una riduzione dell’utile conseguito da ciascuna piccola impresa pari in media a circa 300.000 euro. Lo studio, presentato in occasione della seconda edizione di Believe – Giving Energy To The Future, evento ideato dalla banca digitale e quest’anno dedicato proprio alla transizione energetica e ai nuovi modelli di crescita sostenibile, è stato integrato da una serie di interviste a un panel di imprenditori da cui è emerso che lo shock energetico è stato significativo per oltre metà delle aziende (quasi  il 68%) e a fronte dei rincari energetici, più del 50% delle imprese a campione ha affermato di aver avuto un impatto sulla marginalità superiore al 10%.

Se da un lato, per affrontare il nuovo scenario emergenziale il 46% delle imprese ha adottato politiche di rimodulazione degli orari o ha trasferito i maggiori costi sulla clientela, dall’altro, un’azione significativa ha riguardato il fronte energetico. Più di un terzo delle imprese (35,7%) ha infatti introdotto tecnologie e procedure volte a migliorare l’efficienza, il 29,5% ha avviato campagne di sensibilizzazione e il 26,8% ha attivato sistemi di monitoraggio e audit energetico.

Soprattutto, l’emergenza affrontata ha aumentato la consapevolezza tra le pmi della necessità di avviare un percorso di transizione energetica, ponendola al centro della propria strategia, in linea con quanto è stato già fatto e continuano a fare con la transizione digitale. Da questo punto di vista, infatti, se oggi il 50% degli imprenditori intervistati non adotta o adotta in maniera residuale politiche di efficientamento energetico, guardando al futuro il 58% delle imprese dichiara di avere allo studio nuove azioni volte ad efficientare maggiormente il consumo energetico. In particolare, circa il 33% delle imprese pensa a un maggior utilizzo di energie green e alla definizione di nuove policy aziendali, mentre il 21,5% ritiene potrebbero essere efficaci misure di riqualificazione e conversione degli edifici.

La strada da percorrere comunque è ancora tanta. C’è molta incertezza burocratica e non arrivano risposte politiche efficaci. Enrico Ferraresi, Partner Deloitte intervenuto all’evento di illimity, ha evidenziato la necessità di accelerare l’iter burocratico non solo per l’installazione dei nuovi impianti di energia rinnovabile, dove per ricevere le autorizzazioni necessarie i tempi di attesa viaggiano a una media di 8 anni, ma anche per gli impianti già in esercizio perché molti di questi in Italia stanno giungendo alla fine della vita utile.

Oggi, è emerso dall’analisi, l’86,4% delle pmi intervistate non dispone di impianti di produzione di energia rinnovabile e altrettante, se non di più non riesce ancora a cogliere la possibile opportunità di modelli come le comunità energetiche (il 95% dichiara di non avervi aderito e il 61% non prevede di farlo in futuro). E per questo è importante accompagnarle in un processo di transizione che preveda anche la piena integrazione, anche culturale, delle tematiche di sostenibilità nel business model. “Le PMI dovranno attribuire sempre maggiore importanza anche alle tematiche ESG e alla rendicontazione in bilancio in tale ambito in linea con quanto previsto dalla normativa europea” ha sottolineato Ferraresi, “ma per realizzare questo percorso virtuoso saranno richiesti investimenti per la cui attuazione sarà indispensabile il supporto del sistema bancario e finanziario anche attraverso la maggior diffusione di strumenti di finanza sostenibile e la loro inclusione tra le garanzie utilizzabili in alcune operazioni di rifinanziamento”. In particolare, da una recente ricerca di Cerved è emerso che la transizione energetica potrà richiedere alle pmi italiane investimenti fino a 200 miliardi di euro.

Per attuare la transizione energetica, ma non solo perché lo stesso vale per quella climatica, digitale e sociale, è quindi necessario un gioco di squadra. Di questo è convinta illimity che ha fatto della promozione del dialogo tra banca, finanza e impresa il motivo d’essere dell’evento e format Believe. “La transizione energetica è oggi più che mai una grande sfida che deve essere affrontata con decisione e visione di lungo periodo poiché è cruciale non solo per il futuro delle imprese, ma anche per quello del Paese e di tutti noi” ha esordito Corrado Passera, CEO di illimity, il quale ha poi sottolineato: ”Abbiamo voluto dedicare la nuova edizione di Believe a questo tema nella convinzione che per raggiungere obiettivi concreti ciascuno debba fare la propria parte e che vada quindi alimentato il dialogo tra imprese, banca e finanza”.

Fondamentale per riuscire a raggiungere progressi sarà dunque coordinare le azioni di tutti gli attori coinvolti – finanziari, industriali, pubblici e privati – e “alimentare un ecosistema forte e collaborativo in cui tutti lavorino per sostenere e cogliere le opportunità che questo momento offre, a vantaggio di tutti gli stakeholder e della comunità intera” ha dichiarato Francesca Bognin, Chief Financial Officer Rina, durante la prima delle due tavole rotonde tenutasi, Strumenti finanziari a supporto della transizione energetica, in cui sono intervenuti anche Bernardo Attolico, Chief Business Officer Sace, Constantin Terzago, Managing Director di Mutares e Umberto Paolo Moretti, Head of Turnaround illimity che lo ha concluso ricordando come “il sistema bancario, dato il suo ruolo fondamentale nell’allocazione del capitale, può incanalare risorse verso progetti e imprese che contribuiscano maggiormente alla transizione energetica”.

Infine, la seconda tavola rotonda ha puntato l’obiettivo su fonti rinnovabili e mobilità green per discutere come le banche ripensano il loro ruolo. A introdurre i lavori è stata Alessandra Scognamiglio, senior researcher e coordinatrice della task force ENEA Agrivoltaico Sostenibile che ha affermato che “l’agrivoltaico opportunamente declinato è uno strumento efficace per incentivare lo sviluppo delle energie rinnovabili perché permette di ridurre i tempi della transizione energetica e, non meno importante, introduce un concetto etico che può creare valore per l’intera società”. È stata poi seguita da Guido Cuzzolin, Country Manager Ortus Italy, il quale ha aggiunto che “sta crescendo il numero di operatori interessati a puntare sul fotovoltaico italiano”, nonostante la struttura normativa sia ancora confusa e ci sono alcuni ostacoli da superare per consentire agli investitori di finanziare i progetti green e rendere effettivo il cambiamento.

Durante la tavola è inoltre intervenuto Carlo Mereu, Co-Founder e CEO FastWay, che ha presentatato la sua startup che ha l’obiettivo di dotare l’Italia di una rete capillare di ricarica veloce delle auto elettriche, “ma per renderlo possibile abbiamo bisogno di un quadro normativo chiaro che faciliti gli investimenti e di un’accelerazione del paese verso la mobilità sostenibile” ha evidenziato Mereu. Infine, Elena Maspoli, Head of Special Situations Energy illimity ha sottolineato come la transizione energetica sia una sfida da oltre 100 miliardi che non possiamo perdere. “Le risorse economiche non mancano, ma serve uno sforzo deciso per allineare gli interessi a livello pubblico e locale. Le banche non potranno sottrarsi dal giocare il loro ruolo a supporto di un percorso così strategico per lo sviluppo delle imprese e del Paese.” ha concluso Maspoli.